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Bullismo, 1 su 4 ne è stato vittima. Ma altrettanti hanno fatto i

Gli ultimi anni sono stati duri per tutti, in particolar modo per gli studenti, che hanno fatto fatica, tra didattica a distanza e in presenza, a mantenere un grado consono di socialità adeguata per la loro età. E dunque, gran parte delle interazioni sociali si sono spostate tra chat, videochiamate e le poche uscite possibili in questi anni di pandemia.

Si potrebbe dunque pensare che il bullismo possa, in un certo qual modo, essersi affievolito, visto che i ragazzi non hanno frequentato assiduamente le aule scolastiche, uno dei posti dove questo fenomeno era più florido. Tuttavia così non è stato, e anzi, il monitoraggio nelle scuole Italiane a cura della Piattaforma ELISA a.s. 2020-21, avviato dal Ministero dell’Istruzione, mostra risultati preoccupanti. Il 22,3% degli studenti e studentesse delle scuole secondarie è stato vittima di bullismo da parte dei pari, mentre il 18,2% ha attivamente contribuito a episodi di bullismo verso un compagno o una compagna.

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All’attività di monitoraggio dei fenomeni per valutare con sistematicità la presenza e l’andamento nel tempo dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo hanno partecipato 314.500 studenti e studentesse che frequentano 765 scuole statali secondarie di secondo grado, vale a dire più di un quarto delle scuole statali secondarie di secondo grado italiane. Mentre tra i docenti hanno preso parte allo studio 46.250 docenti afferenti a 1.849 Istituti Scolastici statali.

La fotografia sviluppata da questo report restituisce un’immagine non ottimale delle condizioni nelle classi, e in parte anche fuori. Infatti uno studente su quattro è stato vittima di bullismo da parte dei coetanei, dei quali il 2,9% in modo sistematico. I bulli sono invece il 18% del totale, il cui 1,6% perpetua queste azioni nella quotidianità. Ad aver invece subito cyberbullismo è l’8,4% del totale, e l’1% abitualmente, mentre il 7% è stata parte attiva nel cyberbullizzare i colleghi, con lo 0,9% dei quali che coltiva questo tremendo “hobby” abitualmente.

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Ma da cosa scaturisce questo comportamento aggressivo da parte dei bulli? Secondo il monitoraggio, una percentuale non trascurabile di studenti e studentesse subisce atti di bullismo basato sul pregiudizio: il 7% risulta aver subito prepotenze a causa del proprio background etnico, il 6,4% riporta di aver dovuto incassare comportamenti aggressivi di tipo omofobico, mentre il 5,4% è stato bullizzato dai compagni per una propria disabilità.

Tuttavia, da non sottovalutare è che una parte di questi fenomeni non emerge, restando all’oscuro della consapevolezza della scuola e dei docenti. E infatti, questi ultimi, tendono ad avere una percezione più bassa rispetto agli studenti e le studentesse rispetto alla presenza del bullismo e cyberbullismo. Tuttavia è lo stesso corpo docente che è intenzionato ad intervenire più spesso e in modo più attivo di fronte agli episodi di bullismo e cyberbullismo, rispetto a quanto viene percepito dalle studentesse e dagli studenti.

Infatti, un’alta percentuale di docenti riporta che nella propria scuola è stato nominato il docente referente, vale a dire l’83,4% di docenti delle scuole secondarie di secondo grado, 76% della scuola primaria e 74% della scuola secondaria di secondo grado, ma che tale figura non sembra essere sempre conosciuta nella comunità scolastica, soprattutto da parte delle studentesse e degli studenti. E infatti solo solo il 13% della comunità studentesca dichiara di sapere chi è il docente nominato come referente sul bullismo e cyberbullismo nella propria scuola.