
L'autonomia differenziata è infatti un meccanismo che consentirà alle Regioni di chiedere allo Stato competenza esclusiva su ben 23 materie: dalla sanità all'istruzione, dall'ambiente ai trasporti. Adesso si attende il parere della Conferenza unificata Stato-Regioni che darà il proprio parere entro 30 giorni: a quel punto la palla passerà al Parlamento.
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L'esecutivo approva Autonomie Differenziate: cosa succede ora?
In Italia si parla di autonomie differenziate da ormai oltre 20 anni. Tale possibilità era stata ipotizzata per la prima volta con la Riforma del Titolo V della Costituzione, all'articolo 116. Da allora nessun Governo era riuscito ad approvarla, ma adesso l'esecutivo di Giorgia Meloni sembra intenzionato a tirare dritto. Il testo approvato in CdM ieri varia dalla bozza, ma i nodi cruciali sono rimasti immutati. In base al disegno di legge approvato, l'iniziativa per chiedere l'autonomia spetterà alla Regione che dovrà farne richiesta alla presidente del Consiglio e al Ministro per gli Affari regionali: quest'ultimo entro 30 giorni è chiamato ad avviare il negoziato con la Regione.Nel mezzo ci sarà il confronto del Ministro per gli Affari Regionali e i Ministri competenti sulle materie di interesse: al termine dell'iter burocratico, il CdM approverà l'intera e pubblicherà una legge che di fatto sancirà l'autonomia per quella Regione. L'intesa raggiunta dovrà poi tradursi in un accordo di durata decennale, che le parti in causa potranno rinnovare o sospendere alla scadenza.