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Giornata della memoria e dell'accoglienza: 10 anni dalla strage di LampedusaOggi, 3 ottobre, si celebra la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, istituita in ricordo del tragico naufragio avvenuto il 3 ottobre 2013, nel mare di Lampedusa.

Installazione della Darsena di Milano in ricordo della strage di Lampedusa.
Fonte foto: La Repubblica

Questa è quindi la decima celebrazione della Giornata. Nonostante questo, però, le morti in mare non sembrano diminuire: negli ultimi 10 anni, più di 28mila persone hanno perso la vita nelle acque del Mediterraneo.

Decima Giornata della Memoria e dell’Accoglienza: continuano le morti nel Mediterraneo

Sono passati 10 anni, ormai, dal drammatico naufragio a largo di Lampedusa, avvenuto nel lontano 3 ottobre 2013. Un fatto traumatico, rimasto nella memoria nazionale ed europea, che ha portato alla morte di 368 persone. Le grida di sdegno che si sono levate in occasione dell’evento, però, non sembrano aver sortito l’effetto sperato: a distanza di 10 anni, continuano le morti dei migranti. Questa decima Giornata della Memoria serve appunto per rinnovare il ricordo e tornare a parlare del tema, ancora al centro del dibattito pubblico italiano.

Per renderci conto della portata del problema, basta fare riferimento ai dati forniti da Save The Children: in Italia, dal 2014 a oggi, sono arrivati via mare più di 112mila minori non accompagnati, mentre da gennaio di quest’anno il conto arriva a 11.600. Sono invece oltre 28mila le persone che risultano morte o disperse dal 2014 nel Mar Mediterrano, tra cui ben 1.143 minori, che aumentano gradualmente in percentuale (dall’1% al 4,3% del totale).

Le persone fuggono da guerre, persecuzioni e povertà estrema, cercando fortuna in un viaggio della disperazione che troppo spesso può portare alla morte. Una situazione insostenibile, che i governi di tutta Europa devono risolvere al più presto per evitare il protrarsi di stragi come quella di Lampedusa.

“Non ci stancheremo mai di chiedere la creazione di canali legali e sicuri per raggiungere l’Europa e un’assunzione di responsabilità comune dell’Italia e degli altri Stati membri dell’Unione Europea per la messa in campo di un sistema coordinato e strutturato di ricerca e soccorso in mare per salvare le persone in difficoltà, agendo nel rispetto dei principi internazionali e dando prova di quella solidarietà che è valore fondante dell’Unione Europea”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

Cosa è successo il 3 ottobre 2013: la strage di Lampedusa

La strage di Lampedusa è senza dubbio una delle maggiori catastrofi navali del Mar Mediterraneo dall’inizio del secolo. Il naufragio, avvenuto 10 anni fa alle porte di Lampedusa, provocò 368 morti accertati, una ventina di dispersi e al salvataggio di 115 persone, tra cui circa 40 minori. L’imbarcazione affondata era un grosso peschereccio di circa 20 metri, che aveva lasciato il porto di Misurata alla volta dell’Italia con a bordo centinaia di migranti, provenienti dall’Eritrea e dall’Etiopia.

Secondo la ricostruzione degli eventi il blocco dei motori avrebbe causato l’arresto dell’imbarcazione. A quel punto un membro dell’equipaggio avrebbe incendiato uno straccio, il cui fumo ha indotto nel panico i migranti. Questi, spostandosi tutti insieme in blocco, hanno causato il ribaltamento del grosso peschereccio. I soccorsi cominciarono verso le 7 del mattino del 3 ottobre 2013 e andarono avanti per giorni, fino al 12 ottobre. Per l’accaduto, furono condannati Khaled Ben-salam, comandante tunisino dell'imbarcazione (18 anni di carcere per omicidio colposo multiplo), e il somalo Mouhamud Elmi Muhidin (30 anni per essere uno dei trafficanti che organizzarono il viaggio).

Giornata della Memoria e dell’Accoglienza: l’intervento della presidente del Parlamento europeo

Così la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha voluto ricordare i drammatici eventi di quel giorno, come riporta ‘RaiNews’: “Oggi ricordiamo il naufragio di Lampedusa, una terribile tragedia che costò la vita a oltre 360 persone. E la triste verità è che il naufragio della nave migranti del 2013 non è affatto una tragedia isolata: da allora nel cimitero del Mediterraneo sono morti migliaia di donne, bambini e uomini. Le recenti emergenze nell'isola di Lampedusa così come in altri Paesi vicini ci ricordano che la migrazione è la sfida delle nostre generazioni”. Ha aggiunto la presidente, da Strasburgo: “Ora, l'Europa deve rispondere in modo equo e umano nei confronti di coloro che cercano protezione e in modo fermo nei confronti di coloro che non ne hanno diritto. E questo è forte nel caso delle reti criminali che continuano a sfruttare i più vulnerabili ora che mancano solo sei mesi alla fine del nostro mandato. Abbiamo bisogno di un accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio sul Patto per l'asilo e le migrazioni prima della fine della legislatura e domani discuteremo in questo Emiciclo dell'urgenza dei pacchetti da adottare. L'impegno del Parlamento europeo nel trovare una via d'uscita resta costante. Per tutti coloro che hanno perso la vita, per tutte le vittime dello sfruttamento, per tutte quelle famiglie, per quelli che non potranno riunirsi mai. Il Parlamento europeo li ricorda.