
La tragedia che arriva dal Belgio, e che segue quanto di recente avvenuto in Francia, riaccende i riflettori su una problematica con cui ancora oggi purtroppo l'Europa deve fare i conti: il terrorismo, di matrice religiosa, per la precisione.
Perché tutti gli attentati perpetrati in occidente negli ultimi 20 anni hanno quasi tutti lo stesso comune denominatore.
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L'attentatore di Bruxelles: “Viviamo e moriamo per la nostra religione”
Intorno alle ore 20:45 di ieri un uomo di origini islamiche, Abdesalem Lassoued, ha fatto fuoco in pieno centro uccidendo due tifosi giunti dalla Svezia per assistere al match tra la loro nazionale e la compagine del Belgio. Secondo le prime testimonianze, al momento dello sparo, l'uomo avrebbe urlato ”Allah Akbar” (Allah è grande), poi, compiuto il crimine, si è allontanato in fretta in sella a uno scooter. La notizia si diffonde rapidamente in città, e nel resto d'Europa: la partita valida per Euro 2024 viene immediatamente sospesa e i tifosi vengono tenuti al sicuro all'interno dello stadio.Nel frattempo le autorità scandagliano in lungo e in largo la città alla ricerca dell'attentatore che sembra essersi dileguato. Poi, a un tratto, compare un video diffuso sui social in cui l'attentatore spiega di aver sparato ai due cittadini per ''vendicare i musulmani e che viviamo e moriamo per la nostra religione. Sono un mujahiddin dello stato islamico, che vi piaccia o no. Viviamo per la nostra religione e moriamo per questa stessa religione”, come riporta 'RaiNews'. Intorno alle ore 08:00 di questa mattina, l'attentatore è stato catturato dalla polizia: l'uomo ferito in uno scontro a fuoco con le forze dell'ordine è stato trasportato in ospedale.
Terrorismo in Europa: una scia di sangue lunga 20 anni
Si tratta solo dell'ultima tragedia in ordine di tempo. Da oltre 20 anni l'Europa deve fare i conti con il terrorismo islamico, senza riuscire a trovare una soluzione efficace. Il terrorismo islamico in Europa parte da lontano, più precisamente nel 2004 in Spagna, quando una serie di bombe posizionate sui binari e sui treni regionali della capitale Madrid nelle stazioni metro di Atocha, El Pozo e Santa Eugenia uccidono 192 persone. Dietro l'attacco si celava Al Qaeda, un movimento paramilitare terroristico internazionale, a ideologia islamista.Un anno dopo lo stesso copione, ma, questa volta, a Londra. Il 5 luglio 2005 52 pendolari rimangono uccisi n 4 attentati suicidi che colpiscono tre diverse stazioni della metropolitana della capitale britannica sulle linee Circle e Piccadilly e un autobus che, partito da Marble Arch, si trovava a Tavistock Square: anche in quell'occasione l'attacco fu rivendicato da Al Qaeda.
A pagare però più di tutti negli anni è stata la Francia. Un sistema sociale che esclude, (invece di includere) quello francese, relegando ai margini delle città le comunità arabe, fortemente diffuse oltralpe. Una politica che negli anni non ha prodotto alcunché ma che, anzi, ha contribuito ad esasperare le frange più povere della popolazione (erodendo quindi il tessuto sociale): e tra questi molti arabi musulmani, stipati nelle cosiddette 'banlieu' parigine. Anche per questo motivo la Francia è stato il teatro dei più grandi attentati degli ultimi anni: a partire dal 2012 a Tolosa, quando il franco-algerino Mohamed Merah, in una settimana, compie massacri a più riprese, uccidendo prima un militare, poi altri due, e infine attaccando una scuola ebraica. Per poi arrivare a una delle più efferate stragi mai viste in Europa. Il 7 gennaio 2015 due uomini armati, francesi di orgine algerina, attaccano la redazione del settimanale satirico francese 'Charlie Hebdo' a Parigi, uccidendo 12 persone e ferendone altrettante: si trattava dei fratelli Kouachi.
Nello stesso anno, ma a novembre, anche la strage del Bataclan: 130 morti (tra cui l'italiana Valeria Solesin) in attentati multipli in contemporanea, presso la sala concerti Bataclan, in diversi bar e ristoranti nel X e XI 'arrondissement' parigini e allo 'Stade de France'. La serie di attacchi terroristici sono stati poi rivendicati da una cellula belgo-francese dell'Isis. Nel luglio 2016 Nizza fece da sfondo a un altro attentato: durante i festeggiamenti per la festa nazionale francese un camion si getta sulla folla lungo la Promenade des Anglais e provoca la morte di 86 persone (tra cui 6 italiani) ferendone altre 434. Quindi arriviamo ai giorni nostri: e cioè all'attentato consumatosi in una scuola di Arras, costato la vita a un docente.
Insieme alla Francia, anche il Regno Unito è stato tra le vittime maggiormente designate. In seguito al 2005, infatti, nel 2017 l'attentatore Khalid Masood uccise 4 persone falciandole con il suo suv davanti al Parlamento di Westminster, nel cuore politico del Regno Unito. E, ancora, sempre nel 2017 tre uomini a bordo di un furgoncino prima investono i pedoni sul marciapiede del London Bridge, uno dei ponti più celebri della capitale britannica, in pieno centro, per poi schiantarsi contro il pub Barrowboy and Banker. Nel caso inglese, però, si è trattato principalmente di azioni solitarie, come anche ne 2018, quando il 29enne britannico di origine sudanese, Salih Khater, a bordo di una Ford Fiesta ha investito alcuni pedoni e ciclisti alla guida di un'auto prima di schiantarsi contro le barriere di protezione del palazzo del parlamento di Westminster. E, infine, nel 2019 quando Usman Khan seminò il panico tra la folla di London Bridge uccidendo con un coltello due persone.
In Belgio, invece, non si assisteva a qualcosa del genere dal 2018: quando il belga Benjamin Herman, 31 anni di Rochefort, uccise due poliziotte e uno studente a Liegi al grido di 'Allahu Akbar'. In precedenza, alla vigilia delle elezioni europee e legislative belghe del 2014, 4 persone vennero uccise al Museo ebraico di Bruxelles per mano di un uomo armato di kalashnikov. L’accusato era Mehdi Nemmouche, un 32enne francese di origini algerine legato all'Isis. Poi, nel 2016, l'esplosione di due bombe all’aeroporto di Zaventem e una alla stazione della metropolitana di Maelbeek, nel cuore del quartiere europeo, portò alla morte di 32 persone (tra cui la belgo-italiana Patricia Rizzo). La tragedia di ieri sera torna a scuotere la popolazione europea, riportando alla mente ferite mai completamente sanate.