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Il più feroce degli attentati di Nassiriya – che si verificarono tra il 2003 e il 2006 in Iraq – avvenne ai danni delle forze armate italiane che stavano partecipando ad una missione di peacekeeping. Ma cosa successe esattamente il 12 novembre 2003?
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Strage di Nassiriya: tra le vittime 19 italiani
Nel marzo 2003 gli eserciti di Inghilterra e Stati Uniti invadono l'Iraq: l'obiettivo è destituire il Presidente Saddam Hussein. Il conflitto armato – denominato seconda guerra del Golfo – dura appena due mesi, fino al maggio dello stesso anno. Le truppe straniere nonostante la vittoria non riescono però a prendere il pieno controllo del territorio, troppo frammentato e popolato da gruppi di bande ostili sia al vecchio regime che all'Occidente. Il 22 maggio 2003 il Consiglio di Sicurezza dell'ONU vara la Risoluzione 1483, con cui gli Stati membri vengono invitati a partecipare attivamente alla rinascita dell'Iraq. L'Italia prende parte all'iniziativa attraverso l'operazione “Antica Babilonia”, fornendo unità militari dislocate nel sud del Paese, con base principale a Nassiriya, nella regione irachena di Dhi Qar, finita sotto la protezione inglese. La missione inizia nel luglio 2003 e ha diversi obiettivi tra cui il ripristino di infrastrutture pubbliche e la riattivazione dei servizi essenziali; rilevazioni radiologiche, biologiche e chimiche e la messa in sicurezza della popolazione civile.Il 12 novembre 2003, alle 10:40 (08:40 ora italiana), un camion cisterna esplose davanti alla base italiana dei Carabinieri – la Multinational Specialized Unit - provocando l'esplosione concatenata del deposito munizioni della base "Maestrale", e, di conseguenza, la scomparsa di diverse persone, tra Carabinieri, militari e civili. In tutto, l'attentato provocò la morte di 28 persone, 19 italiani e 9 iracheni. Tra le vittime c'erano 12 Carabinieri, 5 militari dell'esercito, e 2 civili – il cooperante Marco Becci e Stefano Rolla, regista che si trovava sul posto per realizzare un documentario sulla missione. L'eroico intervento del carabiniere Andrea Filippa - di guardia all'ingresso della base principale - che uccise i due attentatori prima che potessero raggiungere il centro della caserma non ha evitato il peggio, ma ha sventato una strage che avrebbe potuto avere conseguenze ancor più drammatiche.