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condannato a morte per aver visto squid game

In queste ore sta destando molto scalpore una notizia, riportata dal Daily Mail, riguardante la condanna a morte di uno studente nella Corea del Nord. Il giovane è stato accusato di aver importato, e successivamente diffuso, alcune copie della celebre serie sudcoreana “Squid Game”.

Secondo le prime ricostruzioni, il ragazzo era tornato dalla Cina con una copia della serie nascosta in una chiavetta USB, e l’ha distribuita, se non venduta, ad alcune persone, tra cui amici e parenti. E, quando i servizi di sorveglianza della provincia settentrionale di Hamgyong hanno scoperto l’accaduto, è arrivata la condanna per il giovane: sarebbe stato infatti giustiziato tramite fucilazione.
Tuttavia nelle ultime ore diverse fonti avrebbero smentito la notizia: ecco cosa è successo.

Arresti ed esecuzioni per una copia di Squid Game?

Secondo la notizia riportata da diversi organi di stampa, almeno altri sette giovani sarebbero stati arrestati, e condannati, per aver guardato “Squid Game”. Uno di loro, accusato di aver acquistato una copia, è stato condannato all’ergastolo, mentre gli altri andranno ai lavori forzati per i prossimi cinque anni.Tutto è iniziato la scorsa settimana quando uno studente delle superiori ha acquistato di nascosto una pennetta USB contenente Squid Game e ha poi guardato lo show con uno dei suoi migliori amici in classe”, questo il presunto racconto di una fonte delle forze dell’ordine nordcoreane.

Questo perché nella Corea del Nord vige la legge sull’Eliminazione del pensiero e della cultura reazionaria. Promulgata lo scorso anno, questa consiste in un rigido divieto contro l’importazione, la distribuzione o la conservazione di film, spettacoli e serie tv provenienti da Paesi capitalisti, in particolare dagli Stati Uniti e dalla Corea del Sud. E le condanne, come abbiamo visto, sono durissime e prevedono anche la pena di morte.

Condannato a morte per aver visto Squid Game: si tratta di una "fake news"?

Ma nelle ultime ore la storia è stata smentita da più parti: non solo non sarebbe entrata alcuna copia di Squid Game nel Paese ma nessuno sarebbe stato condannato a morte. Infatti NK news, sito molto attento alle dinamiche nordcoreane, con sede a Seul, ricorda che, dall'inizio del 2020, Pyongyang ha bloccato il passaggio di merci e persone alle proprie frontiere, visto che il Paese è sigillato causa Covid. Di conseguenza, le quarantene e i processi di sanificazione dovuti alla pandemia fanno sì che le merci, prima di sbarcare, ci mettano mesi.

Non solo, la Repubblica riporta le parole di Ishimaro Jiro, fondatore di Asia Press Rimjingang, che ricorda: “Squid Game è uscita due mesi fa, e in quell'articolo c'è scritto che da quando le copie sarebbero entrate quelle persone sono state arrestate, processate e perfino condannate davanti al plotone di esecuzione. Nemmeno in un Paese come la Corea del Nord queste cose succedono in due mesi". Insomma, i dubbi sono molti. E non è escluso che ci si trovi davanti all’ennesimo caso mediatico per cui qualcuno ha voluto sfruttare la popolarità della serie per altri fini.