
Fino a qualche decennio fa, era una realtà per gli studenti italiani. La giornata di San Francesco, patrono d’Italia e degli animali, non solo celebrava uno dei santi più amati, ma regalava anche una giornata di riposo agli alunni. Sì, hai capito bene: il 4 ottobre non si andava a scuola!
Ma com’era, in passato, il calendario scolastico? E perché oggi sembra così diverso? In questo articolo ti sveliamo curiosità e dettagli su un sistema scolastico che aveva molti più “ponti” di quanto tu possa immaginare.
Quando il 4 ottobre si festeggiava a casa
Fino agli '70 (in particolare fino al 1976), il 4 ottobre era una data cerchiata sul calendario degli studenti italiani. La festa di San Francesco, patrono d’Italia, veniva celebrata in tutto il paese e le scuole restavano chiuse. In effetti, questa giornata non era solo un momento di riflessione religiosa, ma rappresentava anche uno dei tanti "ponti" che spezzavano il calendario scolastico. Oggi la situazione è diversa: il 4 ottobre è ancora una ricorrenza importante, ma le scuole rimangono aperte, e gli studenti italiani devono aspettare altre festività per concedersi un po’ di riposo.
Tutto cambiò a partire dalla legge 5 marzo 1977, n. 54, quando vennero ridotte le festività civili per la "negativa incidenza sulla produttività sia delle aziende che dei pubblici uffici".
Un calendario scolastico pieno di ponti
Se oggi gli studenti italiani si lamentano di dover passare tante ore tra i banchi, sappiate che fino a una cinquantina di anni fa le cose erano ben diverse. Il calendario scolastico di allora era molto più corto rispetto a quello attuale: le lezioni iniziavano il 1° ottobre e terminavano spesso entro la metà di giugno. Ma la vera chicca? I tanti ponti e festività!
Oltre al 4 ottobre, gli studenti potevano contare su una lunga serie di vacanze: dall’8 dicembre per l’Immacolata alle festività natalizie che si estendevano fino all’Epifania, passando per la festa dei Santi e dei Defunti in novembre e persino la festa di San Giuseppe il 19 marzo. E non va dimenticata la giornata del 4 novembre, festa delle forze armate. Ma non finisce qui: le scuole italiane chiudevano anche per festività come l’Ascensione e il Corpus Domini, e c’era persino una vacanza l’11 febbraio per celebrare i Patti Lateranensi.
Come è cambiata la scuola italiana
Oggi, il calendario scolastico italiano prevede un minimo di 200 giorni di lezione l’anno, tra i più alti in Europa, mentre qualche tempo fa il calendario era di circa 170 giorni (un mese in meno!). Nonostante questo, la qualità dei risultati scolastici in Italia non sembra essere migliorata significativamente rispetto ai decenni passati, quando gli studenti potevano beneficiare di calendari più brevi e di più pause.
Negli ultimi anni, la scuola italiana ha subito diversi cambiamenti. Se prima c’era una maggior flessibilità nelle pause, oggi le vacanze scolastiche sono concentrate in pochi periodi, con lunghe settimane di lezioni consecutive. Questo cambiamento risponde anche a un’esigenza di allinearsi agli standard europei, che prevedono un numero maggiore di ore di lezione per gli studenti. Tuttavia, alcune tradizioni sono ancora forti: ad esempio, la festa del santo patrono della città è spesso motivo di chiusura delle scuole, un’occasione per riposare e festeggiare.