
Il 22 novembre 1980 il veronese Giovanni Todesco, appassionato di fossili, raccolse qualche lastra di calcare ittiolitico nei pressi di una cava a Pietraroja, un paesino in provincia di Benevento. Per anni conservò le lastre, senza sapere che in realtà nascondevano un cucciolo di dinosauro. Il primo scoperto in Italia. Si trattò di un ritrovamento talmente fondamentale in ambito paleontologico da meritare un soprannome speciale. Il dinosauro Ciro, è ormai conosciuto con questo nome in tutto il mondo. Scopriamo la sua storia.
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La scoperta di Ciro, il primo fossile di dinosauro in Italia
Il modo in cui il fossile ben conservato di Ciro è stato scoperto stupisce ancora oggi. A trovarlo fu Giovanni Todesco un veronese recatosi a Benevento che il 22 novembre 1980 raccolse alcune lastre di calcare ittiolitico e le conservò per anni nella cantina della sua abitazione, credendo che si trattasse del fossile di un semplice rettile preistorico. Fu solo quasi 13 anni dopo che Giorgio Teruzzi, allora conservatore della sezione paleontologica al Museo di Storia Naturale di Milano, analizzò le lastre e si rese conto del valore inestimabile di ciò che conservavano. Si trattava del primo fossile di dinosauro trovato in Italia e, quando la notizia si diffuse, i giornali lo ribattezzarono con il nome di Ciro, molto usato in Campania, regione in cui fu scoperto.
Ciro: il fossile di dinosauro meglio conservato al mondo
Tra i paleontologi non c’è nessuno che non conosca Ciro, il dinosauro la cui scoperta resta una delle più eccezionali mai fatte in materia di fossili. Oltre a essere il primo fossile rinvenuto in Italia, la particolarità del suo ritrovamento sta nel fatto che è giunto fino a noi quasi completamente integro. Non solo il suo scheletro è quasi completo, ma Ciro ha conservato anche numerose parti molli come gli organi interni, gli anelli cartilaginei della trachea, muscoli e frammenti di cheratina provenienti dagli artigli.
Cosa sappiamo di Ciro
Grazie all’ottimo stato di conservazione in cui si trovava il fossile al momento del ritrovamento, fu possibile conoscere moltissimi particolari sul passato di Ciro. Man mano che veniva studiato, il fossile rivelava ulteriori dettagli il che ha allungato il lavoro dei paleontologi, che durò cinque volte il tempo previsto. Alla fine delle meticolose analisi condotte sul reperto a partire dal 1994, si scoprì che Ciro era un cucciolo appartenente alla specie estinta Scipionyx samniticus vissuto circa 110 milioni di anni fa. Si tratta di una specie carnivora appartenente alla famiglia Compsognathidae. A quanto pare risulta che Ciro fosse da poco uscito dall’uovo e alcune tracce rinvenute nel suo tubo dirigente rivelano che aveva appena consumato un pasto a base di rettili e pesci.