Lo sapevi che due famiglie tedesche oltrepassarono il Muro di Berlino con una mongolfiera fatta a mano?

Oggi ricorre l’anniversario del crollo del Muro di Berlino, la barriera che per 28 anni ha diviso in due la capitale tedesca. Eretto dal governo della Germania dell’Est impedì la libera circolazione delle persone verso la Germania Ovest. Nel corso del periodo di attività del muro, dal 1961 al 1989, diversi furono i tentativi per oltrepassarlo, alcuni dei quali andarono a buon fine. Tra i più rocamboleschi e originali c’è quello di due famiglie tedesche che riuscirono a raggiungere la parte Ovest con una mongolfiera fatta a mano.

La storia di chi ha oltrepassato il muro di Berlino grazie ad una mongolfiera

Tunnel sotterranei, acrobazie sui cavi ad alta tensione e treni deragliati: i metodi insoliti con cui le persone provarono ad attuare la fuga verso l’Ovest furono davvero tanti, ma il più assurdo è proprio quello che stiamo per raccontarvi. Günter Wetzel e Peter Strelzyk erano due padri di famiglia che, stanchi di vivere sotto il regime della DDR, elaborarono un piano passato alla storia. L’idea per fuggire arrivò quando un parente di Günter residente nella parte Ovest riuscì a fargli avere una rivista con un servizio su l’annuale kermesse di mongolfiere che si teneva ad Albuquerque, nel New Mexico. Ispirati dalle immagini, i due amici decisero di costruire un pallone aerostatico rudimentale: è il mezzo perfetto per oltrepassare il muro senza essere uccisi dalle vedette, evitare il filo spinato e le mine antiuomo.

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Il primo tentativo di fuga

Dopo aver progettato ogni cosa nei minimi dettagli, i due amici iniziarono la costruzione della mongolfiera che avrebbe dovuto contenere anche gli altri membri delle loro famiglie, otto in totale. Comprarono enormi quantità di tessuto che Günter assemblò con la macchina per cucire della moglie, mentre Peter si occupò sia della struttura metallica sia del bruciatore a propano. Dopo l’ennesima difficoltà in fase di collaudo, Günter si arrese e si ritirò dal progetto. Peter, invece, tentò la fuga insieme alla sua famiglia in una notte del luglio 1979. Purtroppo non riuscirono ad arrivare lontano e atterrarono in una zona militarizzata. Nessuno rimase ferito, ma Peter fu costretto ad abbandonare la mongolfiera nel punto in cui era caduta con il rischio che la trovasse la Stasi. 

Il secondo tentativo

Una volta compreso che anche la sua famiglia avrebbe potuto trovarsi in pericolo, qualora la Stasi avesse rinvenuto la mongolfiera, Günter decise di tornare al fianco di Peter per scappare il prima possibile. Così i due tentarono ancora una volta di costruire una mongolfiera sicura e in grado di condurli verso la salvezza. Finalmente il pallone aerostatico fu ultimato e nella notte fra il 15 e il 16 settembre 1979, quando le condizioni meteo assicuravano che il vento avrebbe soffiato da nord, le due famiglie decollarono. Il viaggio non fu facile: per non essere intercettata la mongolfiera doveva raggiungere una quota molto alta, in cui la temperatura dell’aria si aggira intorno a otto gradi sotto zero. Inoltre, non c’era modo di verificare la rotta, per questo quando circa mezz’ora dopo atterrarono, le due famiglie non avevano idea se il tentativo di fuga fosse riuscito o meno. Solo quando una macchina della Polizia si avvicinò, notarono una divisa diversa dal solito. Ce l’avevano fatta, erano riusciti ad arrivare a Berlino Ovest.

I due film tratti dalla storia della fuga in mongolfiera

La vicenda di Günter e Peter, oltre ad essere passata alla storia come una delle fughe più incredibili di sempre, ha anche ispirato due film: Fuga nella notte del 1982 e Baloon - Il vento della libertà del 2018.

Chiara Galgano