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Intervista immaginaria Darth VaderDa dietro la maschera, il respiro è pesante e asmatico. Ho l’impressione che mi guardi fisso negli occhi, anche se non posso esserne sicuro. Darth Vader mi fa un cenno con la mano: “Allora, riprendiamo?”.
“Certo”, rispondo io, tornando alla realtà, “dove eravamo rimasti?”.

Darth Vader film Star Wars

Era stato un amico di un amico a darmi il suo numero di telefono. “Davvero hai intenzione di intervistarlo?”, mi aveva chiesto. Io gli avevo risposto di sì, spiegando che avrei voluto fargli giusto un paio di domande per cercare di ottenere qualche consiglio utile per gli studenti che quest’anno dovranno affrontare la Maturità. “E poi non capita due volte di poter intervistare Darth Vader, avevo aggiunto. Lui aveva annuito poco convinto: “Contento tu…”.

Intervista ad Anakin Skywalker, meglio conosciuto come Darth Vader

“Dove eravamo rimasti?”.

“La Maturità, fa Darth Vader con voce scura, robotica e scandita. “Mi stavi dicendo di come la mia esperienza bla bla bla… un punto di vista diverso e per questo interessante bla bla bla… può essere utile bla bla bla… i poveri studenti alle prese con la Maturità bal bla bla. Questo mi stavi dicendo”.

“Una sintesi perfetta”, commento io, leggermente stizzito.

Darth Vader si sistema meglio sulla sedia. Poi accavalla le gambe e intreccia le dita al di sopra del ginocchio, in attesa che l’intervista continui.

“Allora”, riprendo io, “le va di parlarmi della sua esperienza come studente?”.

“Estremamente talentuoso e di grande intelligenza”, risponde lui. “La Forza non aveva segreti per Anakin Skywalker. A quel tempo ero un ragazzo disciplinato e disposto a perfezionarmi. È stata la mia difficoltà a gestire le emozioni e a controllare la rabbia a farmi cambiare. A farmi diventare Darth Vader.

“La sua trasformazione ha influito sul suo approccio allo studio?”, chiedo io.

“Mutata la mia identità è mutato anche il tutto il resto”, dice lui con tono freddo e marziale. “Una volta diventato Darth Vader, ho dato spazio al Lato Oscuro della Forza. Sono stato ossessionato dal potere, dalla conquista e dal controllo. La mia lealtà si è spostata verso l'Imperatore Palpatine e ho dedicato tutto il mio tempo all'addestramento militare e all'annientamento dei ribelli. E soprattutto all’annientamento del mio passato.

Lo guardo di sbieco. “Si riferisce al suo passato Jedi?”.

“Quello”, conferma Darth Vader.

“Le va di parlarne?”.

“Tu chiedi e io rispondo”, dice lui, senza lasciar trasparire alcuna emozione. “Ma bada bene: altre tre domande, non una di più. Sceglile bene”.

“Soltanto tre domande?”, chiedo io.

“Con questa, te ne restano due”.

“Okay, ho capito”, dico io, alzando le mani in segno di resa. “Visto il periodo difficile per gli studenti, mi può riassumere le regole Jedi per affrontare le avversità?”.

Darth Vader chiude la mano in un pugno e solleva il pollice. “Numero uno: accettazione. Accettate che le avversità fanno parte della vita e che ognuno affronta le sfide in modo diverso”. Poi è il momento dell’indice. “Numero due: calma. Durante le avversità, è essenziale mantenere la calma e rimanere centrati. Il controllo delle emozioni e la capacità di valutare la situazione in modo obiettivo consentono di prendere decisioni migliori e di affrontare le difficoltà con più efficacia”. Il dito medio scatta fuori dal pugno. “Numero tre: flessibilità. La rigidità è controproducente e spesso rende ciechi. I Jedi insegnano l'importanza di essere flessibili e adattabili alle circostanze mutevoli. Essere aperti al cambiamento e alla ricerca di nuove soluzioni può portare a scoperte inaspettate e ad approcci più efficaci per superare le sfide”. Anulare: “Numero quattro: conoscere sé stessi: Un Jedi comprende l'importanza di conoscere sia i propri punti di forza che le proprie debolezze. Questa consapevolezza permette di identificare le risorse da sfruttare e di trovare modi per superare le proprie limitazioni”.

Una domanda. Mi è rimasta una domanda, Darth Vader è stato chiaro. Vorrei tanto chiedergli delle corse degli sgusci, della sabbia di Tatooine, del suo rapporto con Obi-Wan Kenobi, del Lato Oscuro della Forza. Vorrei chiedergli di Luke e, soprattutto, di Padmé. Ma mi è rimasta soltanto un’altra domanda.

Un consiglio da Jedi agli studenti che quest'anno devono affrontare l'esame di Maturità?, gli chiedo a malincuore.

Il respiro di Darth Vader si fa più pesante, più rauco e sofferto. Per un attimo mi sembra quasi di assistere a un cambiamento di espressione al di sotto della lucida maschera nera.

“L’equilibrio, dice dopo un po’, “il percorso dello Jedi non può farne a meno. Fondamentale è l’armonia tra la mente, il corpo e lo spirito, così come fondamentale è coltivarla. Questo è ciò che non ho saputo fare e che mi ha portato dall’altra parte, quella sbagliata. Siate equilibrati, perché è l’unico modo per resistere ai venti più impetuosi.

Annuisco, soddisfatto della sua risposta piena di saggezza. Sembra davvero cambiato, i miei timori forse non avevano fondamento. “Grazie Darth Vader, è stato un piacere intervistarla”.

“Per gli studenti questo e altro”.

“Allora posso farle qualche altra domanda?”.

“No”.

“Come non detto”.

Mi alzo, gli stringo la mano e faccio per andarmene.

“Un’ultima cosa”, mi trattiene lui.

“Mi dica”.

Io sono tuo padre.

Interdetto, non so bene dove guardare. “Mmh no”, dico grattandomi il collo. “Lei non è mio padre”.

Darth Vader sventola una mano verso di me. “Okay, adesso vai”.

“Allora vado. Arrivederci”.

“Arrivederci, figlio mio”.