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di paolodifalco01
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Boris JohnsonDopo l'ennesimo scandalo e le diverse defezioni dei suoi ministri alla fine sono arrivate le attese dimissioni di Boris Johnson sia da leader del Partito conservatore dei Tory che da Premier del Regno Unito. Ad annunciarle è stato lui stesso nella serata di ieri durante il suo discorso alla Nazione a Downing Street dove ha ribadito:"Sto per rinunciare al miglior lavoro del mondo".

Account Twitter Boris Johnson

Finisce così la parabola di colui che voleva passare alla storia come il “Churchill del XXI secolo” e di colui da bambino sognava di voler essere il re del mondo ma, andiamo a vedere chi è veramente, cos'ha fatto e perché è stato costretto a rassegnare le sue dimissioni.

Chi è Boris Johnson? L'infanzia e gli studi

Diventato primo ministro del Regno Unito il 24 luglio del 2019 e aggiudicandosi una maggioranza assoluta nel dicembre seguente, quello di Boris Johnson sembrava essere l'inizio glorioso di un lungo periodo di governo segnato dal completamento della procedura d'uscita dall'Unione Europea della Gran Bretagna e dalla successione a Theresa May che aspirava, senza riuscirci, ad essere ricordata come la seconda lady di ferro. Un epopea conclusasi ieri dopo solamente tre anni e che, forse, rappresenterà la fine dell'esperienza politica di Alexander Boris de Pfeffel Johnson.

Non tutti sanno che Boris Johnson nasce nel 1964 non nel Regno Unito ma in America, a New York, e per questo ha mantenuto a lungo la doppia cittadinanza e il passaporto americano rinunciandovi poi nel 2016. Una rinuncia fatta un po' a malincuore visto che, come disse a David Letterman in un’intervista rilasciata nel 2012, essendo per metà americano sarebbe anche potuto diventare presidente degli Stati Uniti. Anche se, come ha rivelato la sorella Rachel le ambizioni del fratello sin da bambino andavano oltre: l'obiettivo era quello di diventare il “King of the world”.

Provenendo da una famiglia benestante, l'istruzione che ha ricevuto è stata senza alcun dubbio di altissimo livello: dopo aver studiato nel notissimo college di Eton, si è laureato a Oxford in lettere classiche. Una delle sue più grandi passioni è la storia romana a tal punto che, oltre alla tesi di laurea in storia antica, è anche autore del saggio "Il sogno di Roma – La lezione dell’antichità per capire l’Europa di oggi". Non solo, durante il suo mandato da sindaco di Londra si fece promotore dell'iniziativa di introdurre il latino nelle scuole pubbliche inglesi come lingua necessaria per comprendere l’inglese.

Dal giornalismo alla politica

I primi anni della sua carriera li dedicò al giornalismo lavorando come reporter per 'The Times' che però lo licenziò con l'accusa di aver inventato un virgolettato, passò così al 'Daily Telegraph' e infine fu direttore dello 'Spectator'. Già in questi anni emergeva il suo euroscetticismo e, per esempio, diverse volte venne accusato di aver inventato alcune notizie come quella sulla presunta volontà dell’Ue di introdurre una misura unica sulle bare.

La sua carriera politica inizia invece nel 2001 quando viene eletto alla camera dei Comuni riuscendo a ottenere, dopo sette anni, la carica di sindaco di Londra battendo per la prima volta il labourista Ken Livingstone che sconfiggerà per la seconda volta nel 2012, l'anno delle Olimpiadi. Il suo cavallo di battaglia è la politica verde basata sulla costruzione delle “cycle superhighways”, strade cittadine riservate esclusivamente alle biciclette e sull’installazione di numerose stazioni per la ricarica delle auto elettriche.

Dalla campagna a favore della Brexit al Governo

Terminato il suo incarico da sindaco nel 2016 con ben il 52% dei londinesi soddisfatti dal suo lavoro diventò uno dei paladini della campagna del "Leave" per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Dopo il famoso referendum e le dimissioni del conservatore Cameron, era anche il favorito per diventare il suo successore ma venne tradito dal suo vice nella campagna per la Brexit, Michael Gove che affermò:"Non è all’altezza di Downing Street, ve lo dico io che l’ho conosciuto da vicino”.

Così a prendere il suo posto fu Theresa May, ex ministro degli Interni che cercò di sposare la linea moderata dimostrandosi incapace di gestire la trattativa per l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea. Trattativa che invece chiuse Boris Johnson subentrato alla May dopo aver stravinto, il 22 luglio del 2019, la sfida contro Jeremy Hunt per diventare il nuovo leader dei conservatori.

L'ultimo scandalo durante il suo governo

Tanti gli scandali che hanno travolto Johnson durante il suo governo come il Partygate ovvero l'acronimo con cui sono conosciute le feste fatte a Downing Street durante il lockdown e da ultimo il caso di Chris Pincher, deputato Tory vicino al primo ministro e costretto a dimettersi da deputy chief whip ovvero dall'incarico cruciale di sorvegliare la disciplina del gruppo di maggioranza alla Camera dei Comuni per essersi ubriacato in un gentlemen club di Londra e aver poi molestato due uomini, incluso un altro deputato.

Dopo l'ennesimo scandalo sono stati oltre 50 i ministri e gli altri membri del governo che hanno rassegnato le loro dimissioni nell'arco di 48 ore. Il tutto ha avuto inizio il 5 luglio con le dimissioni di due figure chiave per l'esecutivo cioè il cancelliere dello scacchiere Rishi Sunak e il ministro della sanità Sajid Javid. Da lì la situazione si è fatta sempre più complicata per Johnson che difatti è stato costretto a rassegnare le sue dimissioni.

Paolo Di Falco

Data pubblicazione 8 Luglio 2022, Ore 10:33 Data aggiornamento 8 Luglio 2022, Ore 10:38
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