
A distanza da pochi giorni dal Blue Monday, il giorno più triste dell’ano, oggi 21 gennaio ricorre il National Hugging Day, ovvero la giornata mondiale degli abbracci istituita in Michigan nel 1986 dal prete Kevin Zaborney e poi diffusasi in tutto il mondo.
Mai come in un momento come questo in cui è indispensabile mantenere le distanze sociali, ci appare evidente l’importanza di un abbraccio che per quest’anno però dovrà necessariamente tradursi a parole, soltanto in modo simbolico.
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Gli studi scientifici sul potere di un abbraccio
Se la teoria del sopraggiungere di una tristezza diffusa dopo le vacanze natalizie non abbia alcun fondamento scientifico vero e proprio, la stessa cosa non si può dire degli indiscutibili benefici apportati da un abbraccio. Nel corso degli anni infatti molti ricercatori hanno studiato da un punto di vista scientifico gli effetti positivi degli abbracci sull’umore, riconoscendoli anche come uno stimolo per la produzione di particolari ormoni.Lo psicologo statunitense David Schnarch infatti dichiarò che l’abbraccio è indice di un legame di amore molto profondo ed è più forte persino di un bacio poiché permette alle persone di fermarsi in un momento di vicinanza assoluta e piena.
La facoltà di Medicina dell’Università della California ha condotto inoltre una ricerca improntata allo studio degli effetti di questo tipo di contatto sul corpo umano, scoprendo che l’abbraccio agisce sull’amigdala e stimola la produzione di ossitocina, un ormone che agisce sulla sfera della sessualità e del benessere psico-fisico.
Da questi studi nel corso degli anni si è diffusa in tutto il mondo la Hug Teraphy, ovvero un tipo di terapia che si propone di abbassare i livelli di ansia e di stress attraverso la potenza degli abbracci.