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darwin dayDa ben 213 anni ormai, la giornata del 12 febbraio è dedicata al padre della teoria dell'evoluzione: Charles Darwin. Il “Darwin Day” torna anche quest'anno per omaggiare le scoperte dello scienziato inglese e il loro enorme contributo allo sviluppo della società moderna.


Il progresso scientifico, così come lo intendiamo oggi, non sarebbe lo stesso senza le teorie darwiniane: ripercorriamo allora le tappe che hanno portato alla teoria dell'evoluzione della specie.

Darwin Day: le origini della celebrazione

Nata in Inghilterra, e festeggiata in Italia solo dal 2003, la ricorrenza che celebra ed esalta l’operato del biologo inglese si tiene ormai in tutto il mondo. La data scelta non è casuale, il 12 febbraio è infatti la data di nascita di Charles Darwin, venuto al mondo nel 1809. Poco dopo la sua morte – avvenuta il 19 aprile 1882 – fu istituita questa giornata. Le scoperte del biologo inglese passano per un lungo viaggio in giro per il mondo, durato poco più di cinque anni. In quel periodo Darwin rivolse la sua attenzione alle specie animali e vegetali che popolavano la natura, osservandone i cambiamenti, le evoluzioni e traendo le proprie conclusioni.

Le origini della specie: in natura non è il più forte a sopravvivere

L’evoluzione della specie avviene per necessità, gli individui più deboli, cioè meno adatti a sopravvivere in determinati ambienti, vengono eliminati e solo i più adatti sopravvivono: questa in sostanza l'idea alla base del lavoro dello scienziato. L'opera “Le origini della specie” venne resa pubblica il 24 novembre 1859. Nell'opera Darwin spiega come la sopravvivenza di ciascun individuo dipenda dal suo adattamento all’ambiente circostante e dalla sua capacità di procurarsi le risorse necessarie. Dunque, al biologo inglese si deve lo sfatamento di un mito: in natura non sempre è il più forte a sopravvivere. Qual è la specie più forte dunque? Quella che vince i cambiamenti e si adatta, riuscendo a riprodursi in modo efficace.

Giorgia Ribaldi