
In questo periodo dell'anno, l'estate è ormai un vago ricordo mentre l'inverno è più di un presagio; e il primo segnale dell'imminente arrivo della stagione invernale è dato dal passaggio all'ora solare. Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre, infatti, saluteremo l'ora legale e le lancette dell’orologio dovranno essere spostate indietro di 60 minuti, dalle 03 alle 02. Così facendo, si guadagnerà un’ora di sonno; non solo, in questo modo si avrà un’ora di luce in più la mattina a discapito però del pomeriggio, quando farà buio prima. L’ora solare resterà attiva fino all’ultimo weekend del mese di marzo 2022, ovvero fino alla notte fra sabato 26 e domenica 27 marzo 2022, quando si rifarà il cambio.
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Cambio dell'ora, sarà l'ultima volta? Disegno di legge in stallo
Facciamo un passo indietro di un anno e mezzo; l'allora Presidente della Commissione Europea Junker aveva presentato una proposta legislativa per abolire il passaggio all'ora solare. Nel frattempo, è arrivata la Commissione Von Der Leyen, poi la pandemia, che ha travolto tutto, e la proposta di legge è rimasta in stallo al Consiglio dell'Unione Europea, che sembra averla accantonata. Non a caso, l’attuale presidenza di turno del Consiglio Ue, detenuta dalla Slovenia, non solo non ha preso posizione ma non ha nemmeno inserito la discussione nel programma di lavoro tra le proposte all’ordine del giorno.
“La gente lo vuole, lo faremo”
Ma come nasce l'idea di abolire il cambio dell'ora? Dietro l'iniziativa c'è lo zampino dell'ex presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, che nel 2018, in un'intervista alla tv tedesca “Zdf”, riportata dal FattoQuotidiano.it, rivelò: “Abbiamo condotto un sondaggio, milioni di persone hanno risposto e crediamo che in futuro l’ora legale dovrebbe essere in vigore tutto l’anno, ed è quello che accadrà”. Di lì a poco la Commissione presentò la sua proposta legislativa motivandola con i risultati schiaccianti di una consultazione pubblica, che aveva avuto un record di 4,6 milioni di risposte e di cui l’84% favorevoli all’interruzione dei cambi semestrali dell’ora. Questa spinta popolare, insieme alle dichiarazioni di Juncker, aveva attirato le critiche della stampa che aveva tacciato di populismo l’iniziativa della Commissione.