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di paolodifalco01
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termovalorizzatori campagna elettoraleIn questa campagna elettorale tra i tanti temi di cui si parlato c'è anche quello relativo ai rifiuti e, in particolare modo, alla realizzazione dei termovalorizzatori.

Bisogna sottolineare come la realizzazione a Roma di un impianto industriale del genere che permette di bruciare i rifiuti non riciclabili è stata anche la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha spinto il Movimento 5 Stelle a staccare la spina al governo Draghi.

Andiamo a vedere cosa sono e qual è la posizione dei vari partiti.

Cosa sono i termovalorizzatori?

Protagonisti della caduta del governo e inevitabilmente entrati a far parte dei programmi di alcuni partiti politici, i termovalorizzatori si occupano di incenerire i rifiuti non riciclabili e di utilizzarli per la produzione di energia elettrica che sarà poi destinata al riscaldamento dell’acqua che alimenta la rete del teleriscaldamento della città. In Italia sono presenti 37 termovalorizzatori, un numero di gran lunga inferiore rispetto alla Germania (96) o alla Francia (126).

Secondo i dati del "libro bianco sull'incenerimento dei rifiuti urbani", uno studio del 2021 realizzato dai Politecnici di Milano e di Torino e dalle Università di Trento e di Roma Tor Vergata, nel 2019 gli inceneritori italiani hanno trattato complessivamente 5,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e rifiuti speciali da urbani producendo una quantità tale di energia sufficiente a soddisfare il fabbisogno di circa 2,8 milioni di famiglie.

Quali sono i pro e i contro?

L'interrogativo principale su questi moderni inceneritori però rimane quello sull'inquinamento: da una parte l'Unione Europea li ha esclusi dalle attività eco-sostenibili e diversi studi, come l’indagine di Toxicowatch condotta in Spagna, Lituania e Repubblica Ceca, parlano di un rischio per la salute vista la "presenza di inquinanti organici persistenti".

Dall'altra parte c'è chi sostiene che questi impianti di ultima generazione se ben gestiti hanno un impatto quasi nullo sull'ambiente e sulla salute. A sostegno di quest'ultima tesi c'è il rapporto Ispra 2021 dove si sottolinea che nel trentennio 1990-2019, a fronte di un forte incremento dei rifiuti inceneriti in Italia, si è avuto un calo delle emissioni totali.

Cosa prevedono i programmi dei partiti?

La questione dei termovalorizzatori è stata riproposta ampiamente anche durante la campagna elettorale e la ritroviamo all'interno dei vari programmi politici. Partiamo dal programma comune del centrodestra dove non si fa un riferimento esplicito ai moderni inceneritori visto la contrarietà di Fratelli d'Italia. Qui infatti si parla di "aumentare il livello qualitativo e quantitativo del riciclo dei rifiuti, ridurre i conferimenti in discarica, trasformare il rifiuto in energia rinnovabile attraverso la realizzazione di impianti innovativi e sostenibili".

Per trovare un riferimento esplicito bisogna sfogliare i programmi di Lega e Forza Italia: nel primo si parla chiaramente del bisogno di "un piano di distribuzione sul territorio di termovalorizzatori ad alta efficienza energetica per soddisfare il fabbisogno locale e concorrere alla produzione di energia e teleriscaldamento". Allo stesso modo netta è anche la posizione di Forza Italia che si dice favorevole "ai termovalorizzatori e agli impianti a biomassa per il recupero totale dei rifiuti indifferenziati e degli scarti agricoli e forestali a fini energetici".

A sinistra vediamo come neanche nel programma del Partito Democratico si fa un diretto riferimento ai termovalorizzatori nonostante il sindaco dem di Roma, Roberto Gualtieri, lo abbia previsto per la capitale entro il Giubileo del 2025. Nel programma si parla solamente della generica "istituzione di un Fondo Nazionale Compensativo Anti-Nimby finalizzato proprio alle politiche di compensazione nel dialogo costruttivo con i territori".

Mentre a farvi esplicito riferimento è il Movimento 5 Stelle che parla di uno "stop a nuovi inceneritori" e, nello specifico, di uno "stop a tecnologie obsolete per i rifiuti". Per ultimo c'è il Terzo Polo che all'interno del suo programma parla dell'importanza di un'economia circolare che privilegia il recupero dei rifiuti ma, precisa, "non si può pensare di volere un sistema a “rifiuti zero” senza avere un termovalorizzatore".

Paolo Di Falco