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che cosa sono le liste elettoraliCon il passare dei giorni emergono le strategie dei vari partiti, impegnati in questa fase a stringere patti e alleanze in vista delle prossime elezioni politiche 2022.
Fonte foto: via Camera.it

La tornata elettorale del 25 settembre – anticipata rispetto alla scadenza naturale della legislatura – impone alle compagini politiche di accelerare il passo.

Verso la fine del mese infatti dovranno essere presentate le famigerate liste elettorali, ovvero l'elenco dei candidati che concorreranno alle elezioni. Ma il poco tempo a disposizione – e la necessità di reperire le firme necessarie - rischia di escludere i partiti minori dalla competizione politica. Di contro, qualche partito sarà invece esente dalla presentazione delle liste elettorali. Ma prima di tutto, cos'è una lista elettorale? Ve lo spiega Skuola.net.

Cos'è una lista elettorale?

Spiegato in modo semplice, una lista elettorale è l'elenco dei candidati che concorreranno ad una competizione elettorale. Che siano elezioni politiche, regionali o locali, le liste elettorali vengono sempre presentate dai vari partiti, in modo autonomo o tramite coalizione. Gli elettori votano le liste e, qualora il sistema elettorale lo preveda, possono anche esprimere preferenza per i singoli candidati facenti parte della lista. Per la presentazione di questo elenco la legge italiana richiede un numero minimo di firme di elettori, che varia a seconda del tipo di elezione e in base all'ampiezza della circoscrizione elettorale.

Liste elettorali: in Italia modalità obsolete

Proprio questo ultimo punto spaventa i partiti minori. In Italia la legge che regola le modalità di presentazione delle liste elettorali risale a 50 anni fa, ed è stata più volte giudicata anacronistica dalle Nazioni Unite. Infatti, la ricerca delle firme è affare complicato specie se si deve svolgere in poco meno di due mesi, e in piena estate per giunta. Le firme vanno raccolte a mano e autenticate, al momento della firma, da un pubblico ufficiale presente sul posto.

Ecco perché recentemente l'Associazione “Luca Coscioni” ha denunciato questa pratica ormai non più in linea con i tempi, rivendicando la bontà della firma digitale che invece viene già usata in molti paesi europei, tra cui la Germania. I partiti avranno tempo fino al prossimo 22 agosto per presentare le liste, ma non tutti: alcuni infatti saranno esenti.

Quante firme servono per presentare una lista elettorale?

Prima della Referendum costituzionale del 2020, partiti e coalizioni dovevano reperire un minimo di 1.500 firme per i 63 collegi plurinominali della Camera, più altre 1.500 per i 33 collegi del Senato: un totale di 94.500 firme per presentarsi nei collegi di tutta Italia. In seguito al Referendum i collegi plurinominali della Camera sono scesi a 49, con una riduzione delle firme necessarie a livello nazionale: ne servono 73.500.

L'anticipo di quattro mesi delle elezioni regala però un piccolo sconto ai partiti, che vedranno dimezzato il numero di firme necessarie per presentare le liste elettorali. Quindi ne serviranno 750, e non 1.500, per ciascun collegio uninominale. Alla fine della fiera però parliamo di numeri importanti: partiti e coalizioni dovrebbero raccogliere almeno 36.750 firme per la Camera, e 19.500 per il Senato, per poter gareggiare alle elezioni politiche del 25 settembre. Più facile a dirsi che a farsi, considerando che ogni firma deve essere autenticata da un pubblico ufficiale, quindi un sindaco o un amministratore locale.

Quali sono i partiti esenti dalla presentazione delle liste elettorali?

Non tutti i partiti e coalizioni però avranno questa gatta da pelare. Grazie al Decreto Elezioni, approvato a maggio, sono infatti state introdotte alcune regole che limitano l’obbligo di raccolta firme per “i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in almeno una delle due Camere al 31 dicembre 2021”. In pratica i partiti che avevano un gruppo parlamentare di riferimento, in una delle due Camere - alla data indicata – sono esentati dall'obbligo di raccolta firme. Parliamo quindi di: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, PD, Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali, Italia Viva e Coraggio Italia.

Inoltre, l’esonero si rivolge anche ai partiti “che abbiano presentato candidature con proprio contrassegno alle ultime elezioni della Camera dei deputati o alle ultime elezioni dei membri del parlamento europeo spettanti all’Italia in almeno due terzi delle circoscrizioni e che abbiano ottenuto almeno un seggio assegnato in ragione proporzionale”. Rientrano in questa casistica +Europa e Centro Democratico. Anche Azione, partito guidato da Carlo Calenda, può beneficiare dell'esenzione, grazie al patto federativo stretto proprio con +Europa.

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