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cosa è successo 16 ottobre 1943Era il 16 ottobre 1943, quando migliaia di cittadini ebrei vennero prelevati dalle loro case nel ghetto di Roma per essere poi deportati nel campo di concentramento di Auschwitz.

Quella che passò alla storia come “rastrellamento del ghetto di Roma”, fu una delle operazioni più spietate avvenute durante l'occupazione tedesca. L'ordine partì dall'allora Ministro dell'Interno tedesco Henrick Himmler, che diede specifiche istruzioni al luogo tenente su territorio italiano Herbert Kappler. La retata portò all'arresto – e alla deportazione - di 1.259 persone, di cui 689 donne, 363 uomini e 207 tra bambini e bambine.

La retata della Gestapo nel ghetto di Roma

All'indomani dell'occupazione tedesca di Roma (10 settembre 1943), Herbert Kappler, tenente colonnello delle SS, fu raggiunto da un telegramma del Ministro Himmler che recitava: ”l recenti avvenimenti italiani impongono una immediata soluzione del problema ebraico nei territori recentemente occupati dalle forze armate del Reich”. Pochi giorni più tardi, un altro telegramma del Ministro del Reich assumeva toni più espliciti: ”"Tutti gli ebrei, senza distinzione di nazionalità, età, sesso e condizione, dovranno essere trasferiti in Germania ed ivi liquidati”. Kappler, che già da qualche giorno teneva in pugno la comunità ebraica romana, non se lo fece ripetere due volte. Il Colonnello ideò un piano puntando sull'effetto sorpresa.

Infatti, all'alba di sabato 16 ottobre 1943, giorno di riposo per gli ebrei (shabat), 365 uomini della polizia tedesca effettuarono il rastrellamento in maniera mirata - grazie anche al censimento degli ebrei svolto anni prima dal governo Mussolini - degli appartenenti alla comunità ebraica romana. La Gestapo chiuse per intero lo storico ghetto di Via del Portico d'Ottavia, già oggetto di rastrellamenti nel lontano 1555, prelevando chiunque abitasse nel quartiere. Nonostante le grida di pietà e i pianti strazianti di bambini strappati ai genitori, l'operazione si concluse senza ”colpi di arma da fuoco”, come riportò il Colonnello Kappler ai suoi superiori.

La deportazione

Uomini, donne, bambini, anziani, ammalati, perfino neonati: tutti vengono caricati a forza sui camion e portati al Collegio Militare di via della Lungara: a poca distanza da San Pietro. Qui i nazisti li fanno stanziare per due giorni stipati nei camion, per poi spostarli alla stazione Tiburtina e caricarli su 18 carri bestiame: destinazione Auschwitz. Il convoglio, partito alle 14:05 di lunedì 18 ottobre, giunse al campo di concentramento alle ore 23:00 del 22 ottobre ma i deportati rimasero chiusi nei vagoni per tutta la notte.

Alle prime luci dell'alba, i prigionieri vennero suddivisi in due schiere: da una parte 820, giudicati fisicamente inabili al lavoro e dall'altra 154 uomini e 47 donne, dichiarati fisicamente sani. Gli 820 furono immediatamente condotti nelle camere a gas, mascherate da “zona docce” e quindi uccisi. Quello stesso giorno, i loro cadaveri, lavati con un getto d'acqua e privati dei denti d'oro, furono bruciati nei forni crematori.

Data pubblicazione 16 Ottobre 2023, Ore 12:17
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