
Numeri che lasciano pensare ad un'ipotetica nuova ondata che potrebbe investire il Paese in un momento davvero critico sul fronte internazionale. Dati alla mano, i numeri ci dicono che nella sola giornata di ieri i contagi da Coronavirus sono stati 85.288 e, in particolare, sono le regioni del centro-sud, come Lazio, Campania e Puglia, a registrare i più alti picchi di contagio.
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Ma Bassetti invita alla calma
Una situazione che richiama l'attenzione degli esperti che, dal canto loro, invitano alla calma. Primo fra tutti Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. Intervistato da Adkronos, il virologo ha fatto notare come in questa fase, a contare sia il numero di ospedalizzazioni: “Non dico che dobbiamo abituarci a 40-50mila contagi al giorno, ma dico che dobbiamo abituarci a non guardare più a questi numeri, ma solo a quelli delle ospedalizzazioni”.Del resto a cosa sono servite tre dosi di vaccino, e in alcuni casi anche quattro, se non a calmierare la gravità della malattia. Di questo Bassetti ne è convinto: “La malattia con tre dosi di vaccino è completamente diversa, chi è positivo sta a casa con l'influenza e il raffreddore. E quelli che vanno in ospedale non ci vanno per il Covid, ma per altro e poi risultano positivi al tampone Covid. Io penso che la situazione non desti nessun tipo di problema dal punto di vista epidemiologico”.
Il virus si muove a “onde geografiche”
Dello stesso parere anche Guido Rasi, già ex direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco Ema e consulente del commissario all'emergenza Coronavirus, generale Francesco Paolo Figliuolo. Il microbiologo sostiene che, seppur degna di nota, la risalita dei contagi al momento non è motivo di preoccupazione: “Nei prossimi giorni "bisognerà vedere se non risalgono i ricoveri, perché quello sarebbe il segnale che qualcosa va male. Se i ricoveri non salgono, possiamo rasserenarci un po'”.Questo anche in virtù del fatto che il contagio sembra muoversi per fasce geografiche: “Abbiamo sempre visto che questa infezione si muove a onde geografiche, quindi speriamo che sia solo questo. Sembra infatti che prima il Nord fosse un po' più colpito e il Sud invece stesse meglio”.
Il booster potrebbe aver perso d'efficacia
Ma da cosa dipende questa risalita? Al riguardo è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, intervistato da Radio Cusano, a dissipare ogni dubbio: ”La risalita dipende da diversi fattori concomitanti: ci siamo rilassati un po' troppo anche perché le curve mostravano una ripida discesa della quarta ondata”. Non solo, probabilmente questa è la fase in cui “è cominciata la circolazione della variante Omicron BA.2” che, aiutata dall'inverno prolungato, dilaga nella penisola.Ma è anche lecito pensare, secondo Cartabellotta, che “la protezione vaccinale cala più rapidamente di quello che pensiamo anche in chi ha fatto il booster, come si vede soprattutto nelle persone più giovani”. Ad ogni modo, non è ancora chiara l'entità della risalita del contagio e se possa effettivamente rappresentare una nuova ondata: “Occorrerà una settimana circa per capire che tipo di andamento prenderà la curva. Il dato certo è che quando i casi aumentano oltre un certo numero, si invertono anche le curve dei pazienti ospedalizzati”.