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scenario 3 lockdown

Ieri, 28 ottobre 2020, nel corso del Question Time tenutosi alla Camera, il Presidente del COnsiglio, Giuseppe Conte, è tornato inevitabilmente a parlare della situazione pandemica presente in Italia allo stato attuale. Ha quindi fatto riferimento al documento dell ’Istituto superiore di Sanità, “Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione”, che sintetizza in quattro scenari l’evoluzione della pandemia in Italia e le contromosse da adottare per fermarne l’avanzata.

In questo momento il Paese in che scenario è? Scopriamolo.

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Italia allo scenario 3: cosa sta succedendo?

Il Premier Conte, parlando ai deputati presenti in aula, ha evidenziato come, partendo dal documento stilato dall’Istituto Superiore di Sanità, l’Italia sia attualmente immersa nello scenario numero 3, che si verifica quando l’Rt, ovvero il tasso di riproduzione del virus che misura quante persone in media vengono contagiate da ciascun infetto, a livello regionale si colloca tra 1,25 e 1,5,. In Italia sono già settimane che il livello di Rt è di 1.5 o addirittura superiore in alcune regioni vicine o sopra la soglia di 2: come Lombardia, Piemonte, Campania, Liguria, Umbria e Valle d'Aosta. Dunque questa situazione è stata fronteggiata dallo scorso Dpcm che ha imposto la chiusura dei locali notturni, delle scuole e delle Università, che hanno visto la Dad aumentata al 75%, e in generale chiudendo ciò che poteva influire sulla già ridotta capienza dei trasporti, come cinema, teatro e palestre. Ma quale sarà il passo successivo?

Arriveremo allo scenario 4?

Se la curva dei contagi non accennerà a scendere, potremmo, nel giro di qualche mese o forse di qualche settimana, entrare nello scenario 4, l’ultimo designato dall’Istituto Superiore di Sanità: cosa succederebbe allora? Lo scenario 4 è descritto come: “Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo. Uno scenario di questo tipo potrebbe portare rapidamente a una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi.” E dunque il documento sottolinea come: “In uno scenario nazionale di questo tipo è presumibile che molte Regioni siano classificate a rischio alto e, vista la velocità di diffusione e l’interconnessione tra le varie Regioni, è improbabile che vi siano situazioni di rischio inferiore al moderato. Se la situazione di rischio alto dovesse persistere per un periodo di più di tre settimane, si rendono molto probabilmente necessarie misure di contenimento molto aggressive.” Dunque uno scenario 4 potrebbe quasi automaticamente portare a un nuovo lockdown: ci arriveremo? Solo le prossime settimane potranno dircelo.

Lucilla Tomassi