
Una richiesta formale con cui il Parlamento chiede al Governo di impegnarsi a contrastare le sfide che impazzano sui social mettendo in campo una serie di iniziative che prevedono campagne di sensibilizzazione sul tema.
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Challenge social: quando diventano pericolose
Ormai le conosciamo tutti, le challenge social dilagano su tutte le piattaforme diventando spesso virali. Del resto è proprio questa la vera sfida: mettersi alla prova in una particolare attività con lo scopo di vedere il proprio contenuto diffuso da più persone. Spesso si tratta di video di tendenza di utenti che fanno cose stravaganti, divertenti, e meme con tanto di hashtag. Il malsano bisogno di ottenere visibilità e follower spinge però sempre più spesso i giovani verso il limite: talvolta, infatti, queste sfide nascondono delle sfumature pericolose. La cosddetta Tide Pod Challenge, ad esempio, stimola i partecipanti ad ingerire capsule di detersivo per la lavatrice, con alta probabilità di loro intossicazione e, in ogni caso, provocando seri danni all’organismo.E ancora, c'è poi la Duct Tape Challenge, consistente nell’avvolgersi o nell’avvolgere propri compagni con nastro adesivo con grave rischio di soffocamento o di lesioni gravi. Senza dimenticare la più famigerata 'cicatrice francese' che consiste nell’auto infliggersi un pizzicotto sul volto, all’altezza dello zigomo, esercitando una pressione così violenta, da lasciare lividi vistosi per giorni, a volte per settimane, allo scopo di sfoggiare lo sfregio come segno di virilità. Per non parlare poi di tutte quelle volte in cui una sfida social causa danni e disagi a terze persone, trasformandosi spesso in tragedia: l'ultima, in ordine di tempo, quella che ha visto il piccolo Manuel perdere la vita in un incidente tra l'auto su cui viaggiava e quella di un gruppo di Youtuber impegnati in una challenge social. Insomma, la situazione sembra essere sfuggita di mano ai più giovani e adesso il Parlamento vuole porre un freno alle sfide social.
La risoluzione della Commissione Cultura della Camera
Teatro di queste pratiche così diffuse è molto spesso la piattaforma di TikTok. Si tratta del social media più utilizzato dai giovani dove i contenuti legati alle challenge social sono davvero numerosi. Ma, nella risoluzione votata dal Parlamento, non vi è alcuna intenzione di demonizzare i social né, tanto meno, l'utilizzo di Internet. Piuttosto vi è il bisogno di regolamentare questi strumenti, anche attraverso la collaborazione delle stesse piattaforme e la sensibilizzazione dei ragazzi. Così la risoluzione chiede al governo di assumere iniziative volte all’incremento delle risorse finanziarie destinate all’attuazione di progetti formativi nel campo del digitale, anche attraverso l'ottimizzazione delle risorse PNRR.E, poi, di intervenire laddove i ragazzi si affacciano alla socialità e al mondo, cioè la scuola. Si richiede, quindi, di individuare ”le più opportune misure di informazione e prevenzione finalizzate ad attivare, con il contributo del consiglio nazionale dei giovani e dell’agenzia italiana per la gioventù, nelle istituzioni scolastiche”. E cioè attivare, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, percorsi didattici e di sensibilizzazione con l’obiettivo di educare giovani e le loro famiglie ad un uso critico e consapevole delle tecnologie digitali.
In questo contesto si è pensato alla progettazione alla possibilità di attivare ”percorsi di formazione, all’interno dei curricoli scolastici, per accrescere e rafforzare l’esercizio delle competenze digitali negli adolescenti affinché siano in grado di navigare, ricercare e filtrare dati, informazioni e contenuti digitali riducendo così i rischi di esposizione alle sfide social”. Importante poi è portare avanti quel tavolo di confronto tra istituzioni scolastiche e piattaforme e organizzazioni dell'ambito educational, già avviato nella precedente legislatura al Ministero dell'Istruzione e del Merito.
Per tenere alta l'attenzione sul fenomeno, la risoluzione chiede anche la messa in onda di programmi e trasmissioni sul tema tramite fiction e film dedicati ai giovani. Andando infine dal particolare al generale, la risoluzione intende anche porre il tema all'attenzione dell'opinione pubblica internazionale, in modo da impostare azioni condivise verso questo genere di contenuti.
Anna Laura Orrico (M5S): “Primo passo per lo stop alle sfide social”
“L'ok unanime della commissione cultura della Camera alla risoluzione la mia prima firma sulle sfide social ci rende fieri perché è stato il Movimento 5 Stelle a porre un tema così rilevante all'attenzione del Parlamento e a promuovere un dibattito proficuo che ha portato all'approvazione del documento di oggi. Con questa risoluzione il governo prende impegni decisivi come l'incremento dei fondi per progetti formativi e per il rafforzamento della 'cittadinanza digitale'” ha spiegato Anna Laura Orrico, deputata del Movimento 5 Stelle.”Ma soprattutto si muove il primo passo verso l'attuazione di strumenti volti ad assicurare che le piattaforme social blocchino efficacemente la circolazione dei video delle sfide pericolose in modo che si riduca l'effetto virale. Fondamentale sarà poi l'aspetto educativo e quello di sensibilizzazione. Per questo abbiamo previsto l'incentivo per la Rai a fare operazioni crossmediali di produzioni su questi temi, destinate soprattutto ai più giovani, nonché campagne di sensibilizzazione per questi temi e una maggiore attenzione nell'ambito della produzione di fiction e film dedicati ai giovani. Nel testo si prevede di riattivare il tavolo di confronto tra le piattaforme social, le organizzazioni che si occupano di educazione e cultura digitale e le istituzioni scolastiche già avviato nella passata legislatura presso il Ministero dell'Istruzione e del Merito" ha concluso l'Onorevole Orrico.