
è da qualche giorno al centro del dibattito pubblico e politico che interessa la guerra che si sta in queste ore consumando su territorio ucraino. Uno dei primi a parlarne è stato il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, quando la scorsa settimana, tramite una nota pubblicata sul sito del MI, aveva invitato studenti e insegnanti a parlare attivamente di cosa stesse succedendo in Ucraina, prendendo proprio come spunto l’Articolo 11 della Costituzione Italiana. Ma di cosa parla esattamente questo importantissimo passaggio della Carta Costituzionale?
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“L’Italia ripudia la guerra”: le parole dell’Articolo 11
L’articolo che oggi viene più ripreso nel dibattito pubblico e quindi risulta essere molto attuale riguarda i conflitti armati e la posizione che l’Italia è tenuta a mantenere in merito. Scopriamo quindi il testo dell’Articolo 11, prima di poter capire cosa significa:
“L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”
E’ evidente, dunque, che il testo è volto a imporre la ricerca di una via diplomatica, escludendo che una guerra possa essere la soluzione a qualsivoglia controversia. Così, mentre l’Occidente e l’Italia guardano con orrore cosa sta accadendo a non molti kilometri da casa, ci si interroga su un possibile intervento attivo delle forze NATO e dell’Unione Europea, che quindi potrebbero coinvolgere anche il nostro Paese; l’Articolo 11 lo permetterebbe?
L’Articolo 11 non impedisce azioni militari
L’Italia non può quindi entrare in guerra contro altre nazioni a causa dell’Articolo 11? Ebbene, no; infatti la questione, come immaginabile, è più complessa di così.
Iniziamo chiarendo un punto importante: all’Italia è vietato dichiarare o partecipare a guerre di aggressione o ricorrere alla guerra per risolvere le controversie internazionali. Su questo vi è poco da discutere, in quanto l’Articolo 11 è chiaro in merito, i punti oscuri però rimangono.
Quindi, nonostante il nostro Stato sia impossibilitato nel dichiarare guerra a un’altra nazione, ma sarebbe tenuto a cercare una soluzione con la diplomazia o tramite organi di giustizia internazionale come l’Onu o l’Unione Europea, questo non vuol dire che l’Italia non possa entrare in guerra.
Le guerre difensive e missioni di pace
L’Italia è libera di partecipare a guerre proclamate e già avviate da altri Stati, così come del resto è già successo nei conflitti in Medio Oriente, nel corso dei quali abbiamo prestato assistenza agli alleati.
Inoltre, non è da sottovalutare come, l’Italia, una e indivisibile come stabilito dall’Articolo 52 della stessa Costituzione, il quale stabilisce che “la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”, è quindi in possesso della facoltà di indire una guerra difensiva, volta cioè a tutelare il suo popolo dalle altrui mire espansionistiche.
Tornando poi all’Articolo 11, esso stesso esplicita solo l’illegittimità della guerra di conquista, quella di oppressione. Il che lascerebbe fuori possibili partecipazioni a conflitti armati laddove dovessero essere messi a repentaglio i propri confini o i propri precetti di democrazia.
Oltre che, essendo la nostra Nazione parte della NATO e dell’Unione Europea, ha l’obbligo di intervenire per difendere i propri alleati. In ultimo, è da sottolineare come dall’Articolo 11 sono escluse le missioni di pace e le missioni umanitarie, che quindi sono sempre ammesse.