Concetti Chiave
- Con Rigoletto, Verdi si concentra sulla psicologia dei personaggi, mantenendo l'efficacia teatrale e affrontando la censura per adattare l'opera di Victor Hugo.
- Rigoletto fa parte della "trilogia popolare" di Verdi, caratterizzata da melodie seducenti e un approfondimento dei ritratti psicologici.
- La prima rappresentazione di Rigoletto a Venezia nel 1851 destabilizzò il pubblico, a causa della sua struttura drammatica innovativa e ridotta presenza corale.
- Verdi utilizza contrasti drammatici e musicali per creare coerenza e tensione, centrando l'azione su Rigoletto e Gilda attraverso duetti e il tema della maledizione.
- Rigoletto rappresenta un'evoluzione nella concezione operistica di Verdi, con un focus sui complessi paradossi psicologici del protagonista e un finale tragico che riflette la tragedia del melodramma romantico.
Indice
Giuseppe Verdi e Victor Hugo
Con Rigoletto, Verdi conferma la nuova svolta avviata con Luisa Miller. Dopo opere epiche come Nabucco, ora l’artista si concentra sullo studio della psicologia dei suoi personaggi. Tuttavia, l'efficacia teatrale rimane al centro delle sue preoccupazioni. Verdi condensa il dramma iniziale di Victor Hugo, lo arricchisce di arie di successo come "La donna è mobile", e tiene magistralmente lo spettatore con il fiato sospeso fino alla tragica conclusione.Tuttavia, l'adattamento dell'opera di Victor Hugo inizialmente incontrò l'ira della censura.
Il compositore apprezzava il teatro di Victor Hugo. Già nel 1844, si era ispirato allo scrittore francese per comporre Hernani. Questa volta, la commedia che gli interessa si chiama Le Roi s'amuse. Rappresentata per la prima volta 12 anni prima alla Comédie Française, era stato un fallimento. Il pubblico era rimasto scioccato dal ritratto del re Francesco I come un vile dissoluto e dal giullare Triboulet presentato come (anti)eroe, per non parlare dell'evocazione dello stupro. Ma Verdi era sensibile all'estetica del grottesco e del sublime che Hugo sapeva mettere in scena così bene, e che ritroviamo anche in Notre-Dame de Paris con Quasimodo (l'altro gobbo di Hugo) e ne L'uomo che ride. Il tema del Le Roi s’amuse non è meno scabroso e Verdi deve lottare contro la censura. Restano la presenza dell’ allettante Maddalena come esca per l'agguato del terzo atto, il sacco in cui Rigoletto crede di trascinare il libertino e che in realtà nasconde il cadavere di sua figlia, e la gobba del buffone di corte che i censori volevano che fosse tolta. In cambio, il seduttore vittorioso diventa il Duca di Mantova, per non danneggiare troppo l'immagine della monarchia, mentre è appena conclusa la prima guerra contro l'Austria che porterà all'unificazione italiana 10 anni dopo.
L'inizio della "trilogia popolare"
Diversi punti in comune riuniscono Rigoletto (1851), Le Trovatore e La Traviata (entrambi presentati per la prima volta nel 1853) con il titolo di "trilogia popolare" verdiana: l'abbandono del carattere nazionale delle opere precedenti, il carattere melodico seducente (che ne spiega la popolarità), ma anche il desiderio di approfondire i ritratti psicologici e l'evoluzione drammatica delle opere, che segna una svolta nella concezione L'opera di Verdi.Le somiglianze musicali tra queste tre opere sono dovute principalmente alla loro concezione musicale, che è diventerà molto popolare nel corso degli anni. Infatti, i temi musicali di Rigoletto che sono iscritti nella memoria collettiva sono numerosi:
• il coro "Duca! Duca! " del secondo atto
• l'aria di Rigoletto "Cortigiani, vil razza dannata" (Atto II)
• le arie del Duca "Questa o quella" (Atto I) e "La Donna è mobile"
(Atto III)
Verdi usa ripetutamente valzer o ritmi di marcia, sia attraverso la scrittura dell'orchestra, dei cori, degli ensemble o delle arie solistiche. Questi ritmi, caratteristici delle opere della trilogia, sono associati a melodie popolari.
Sinossi
Siamo a Mantova, nel XVI secolo
Atto I
Una festa è in corso al palazzo ducale. Il duca di Mantova e il cortigiano Borsa evocano un’affascinante straniera intravista in chiesa. Il duca sa che essa riceve visite notturne da uno sconosciuto. Tra i suoi ospiti, egli ha appena riconosciuto la contessa Ceprano e inizia a corteggiarla sfacciatamente, senza preoccuparsi della presenza del marito. Da libertino incallito, il duca invita la contessa a seguirlo nei suoi appartamenti.Appare il buffone di corte, Rigoletto, per prende in giro lo sfortunato conte di Ceprano. Il cortigiano Marullo sostiene che il giullare, nonostante la sua deformità (è gobbo), ha un'amante il conte Ceprano giura di far pagare al giullare di averlo preso in giro. Improvvisamente, irrompe il conte Monterone, un nemico del Duca da lunga data, accusando apertamente il Duca di avergli disonorato la figlia. Mentre viene arrestato, Monterone pronuncia una maledizione contro il giullare e il padrone di casa. Tornando a casa nella notte, Rigoletto è scosso da questa maledizione e incontra il sicario, Sparafucile, che gli offre i suoi servizi.
Arrivato a casa, il giullare consiglia alla figlia Gilda di non uscire da sola; ricorda la moglie scomparsa e , prima di partire, affida la ragazza alla sorveglianza del suo servo.
Il duca, entrato di nascosto nella casa del giullare, si precipita ai piedi di Gilda e, fingendosi uno studente, dichiara il suo amore per lei. La dichiarazione, tuttavia, è interrotta da l rumore di alcuni passi provenienti dal giardino. Sono i passi di alcuni cortigiani del Duca venuti a rapire Gilda per vendetta, pensano che essa sia l'amante del giullare.
Rigoletto, nel frattempo, viene ingannato da questi ultimi, che gli fanno credere di essere venuti per rapire la contessa Ceprano. Il giullare viene arruolato nella spedizione, ma bendato. Quando l’uomo si rende conto di essere stato ingannato, è troppo tardi, perché la figlia è ormai scomparsa.
Atto II
Ritornato a palazzo, il duca si dispera dalla scomparsa di Gilda; tuttavia, quando il cortigiano Marullo lo informa che è stata rapita l'amante di Rigoletto che ora si trova nel palazzo, il Duca capisce che si tratta di Gilda e che la situazione è a suo favore; pertanto, egli si precipita a recarsi da lei proprio nel momento in cui appare il giullare che diffonde invettive contro i cortigiani e li implora con patetico dolore: tutti capiscono che Gilda è sua figlia, ma gli impediscono di raggiungerla nella camera del Duca.Gilda esce dagli appartamenti del Duca in preda al panico e confessa in lacrime di essere stata sedotta. Il giullare cerca di consolare la figlia. Nel frattempo, passa Monterone che sta per essere incarcerato e soffermandosi davanti ad un dipinto che raffigura il Duca, prende atto, amaramente, che la sua maledizione non è servita a nulla.
Rigoletto gli promette che vendetta ci sarà e giura di uccidere il seduttore, tramite il sicario Sparafucile.
Atto III
In una locanda isolata, Sparafucile vive con la sorella Maddalena che funge da esca per derubare le vittime. Il Duca frequenta questo luogo e Rigoletto vuole che Gilda ne abbia una prova tangibile. Da fuori, entrambi vedono entrare il Duca che canta la famosa melodia "La donna e mobile" e si mette a corteggiare Maddalena. Sparafucile esce per un momento per ricevere metà della taglia promessa per eliminare il Duca: è convenuto che il corpo di quest'ultimo verrà restituito in un sacco. Rigoletto congeda Gilda, chiedendole di indossare abiti maschili per precauzione, poi se ne va. Il Duca sale al piano di sopra per coricarsiMa Maddalena, nel frattempo sedotta dal Duca, ottiene che quest’ultimo sia risparmiato: in cambio, al suo posto, sarà ucciso il primo uomo che entrerà nella locanda prima di mezzanotte.
Ma Gilda, che è tornata sui suoi passi e che ha sentito tutto, decide di sacrificarsi per il Duca, bussando alla porta e facendosi passare per un mendicante. Entra e viene uccisa da Sparafucile. Rigoletto arriva a prendere possesso del macabro sacco, per gettarlo nel fiume, quando sente con stupore Duca che canta. Aprendo febbrilmente la borsa, scopre con orrore sua figlia morente e ripensa alla maledizione iniziale del Conte Ceprano.
L'opera destabilizzò il pubblico durante la prima a Venezia
Rigoletto fu rappresentato per la prima volta a Venezia, al Teatro de La Fenice, nel 1851. Critica e pubblico ne furono sconcertati. E l'argomento non era l'unico problema. Verdi li aveva abituati a opere epiche, come Nabucco, Attila o Giovanna d'Arco, dove il coro svolge un ruolo importante ed esalta il fervore patriottico. In Rigoletto il coro è poco presente (addirittura totalmente assente dall'ultimo atto!) ed esclusivamente composto da uomini. Raramente è partecipe all’evolversi degli eventi drammatici, tranne che per il rapimento di Gilda, e per sottolineare, per contrasto, la solitudine di Rigoletto a corte. Se l'opera contiene più “ensemble” (tra cui il quartetto "Bella figlia dell'amor"), nella tradizione mozartiana, non presenta un gran finale alla fine degli atti per evitare di allungare il tempo musicale e ostacolare l'efficacia dell'azione. In questo, si differenzia da Don Giovanni, che ha messo in scena un libertino, circa 60 anni prima. Verdi conserva, invece, la divisione in pezzi chiusi (arie, duetti e ensemble, ben definiti, che sequenziano la partitura in "numeri") ma affina la loro sequenza con il resto della musica, anche se ciò significa inserire nel mezzo un elemento dell'azione (l'ingresso del duca in casa di Rigoletto durante il duetto tra padre e figlia, per esempio). Tutto è al servizio della drammaturgia.
Una rinnovata attenzione alla drammaturgia
L'efficacia dell'opera si basa su un'azione che contrappone i luoghi e i diversi personaggi in suggestivi effetti contrastanti (la Corte, la casa di Rigoletto e la locanda dell'uccisore di sparafucile; protagonisti variegati, chiaramente caratterizzati nella loro vocalità). Lungi dal perdersi in questi contrasti, l'opera rimane eminentemente coerente. Verdi utilizza diversi mezzi per questo:• per centrare l'azione su Rigoletto e Gilda grazie a un duetto in ogni
atto
• per inserire una simmetria invertita tra gli atti estremi
(all'opposizione tra la leggerezza della Corte e la maledizione di
Monterone nel 1° atto,
• per far da specchio all'inserimento de "La donna è mobile", simbolo
della futilità del duca, nell'oscurità dell'atto III
• per ricorrere al filo conduttore della maledizione (in do minore, chiave generalmente associata alla morte nell'Ottocento).
Più condensato che in Hugo, il dramma tiene lo spettatore con il fiato sospeso. La musica porta comunque il respiro necessario, con melodie facilmente memorizzabili di Verdi detiene il segreto.
La psicologia del personaggio principale diventa il centro dell'opera
Con Rigoletto, Verdi conferma l’indirizzo che aveva preso con Luisa Miller e Macbeth. Abbandonando il carattere patriottico, ora è interessato alla psicologia dei personaggi. Il giullare è quindi molto complesso. Tutto in lui è paradossale. Si mescola quotidianamente con i gentiluomini della corte, ma non apparteneva alla loro casta. Deriso da tutti per la sua deformità, la sua lingua tagliente è tuttavia temuta da coloro che lo deridono. Padre preoccupato per l'onore di Gilda, tuttavia ridicolizza Monterone quando arriva ad accusare il duca di aver sedotto la figlia. Complice della mancanza di moralità del suo padrone, diventa presto vittima attraverso Gilda.Anche i suoi sentimenti paterni sono ambigui. Possessivo fino all'ossessione, rinchiude sua figlia e la tiene all'oscuro della sua funzione a corte. Questa eccessiva cura di nasconderla farà credere ai cortigiani che sia la sua amante, che la rapiranno per consegnarla agli appetiti sessuali del duca. Rigoletto non è mai pienamente se stesso, poiché nasconde sempre una parte di sé a ciascuno dei suoi interlocutori. Qui sta uno dei nodi del dramma: il giullare cinico è incompatibile con il padre protettivo.
L'altro elemento centrale della tragedia è l'amore sacrificale di Gilda. Unica consolazione di suo padre, simboleggia un'oasi di purezza nella sua vita e rimane l'unica prova che una donna un tempo lo amava. Venendo consapevolmente uccisa al posto del duca infedele, condanna Rigoletto alla totale solitudine in una corte depravata. Rigoletto va ben oltre il Don Giovanni, dove Zerbine e Donna Anna trovano ciascuna il loro fidanzato e dove solo il libertino viene punito. Al lieto fine del dramma giocoso di fine settecento, con Verdi, segue il tragico melodramma romantico.
Domande da interrogazione
- Qual è stata la reazione del pubblico e della critica alla prima rappresentazione di Rigoletto a Venezia nel 1851?
- Come Verdi ha adattato l'opera di Victor Hugo "Le Roi s'amuse" per creare Rigoletto, nonostante le resistenze della censura?
- Quali sono le principali innovazioni musicali e strutturali introdotte da Verdi in Rigoletto?
- In che modo il personaggio di Rigoletto rappresenta un punto di svolta nella concezione operistica di Verdi?
- Qual è il significato del finale tragico di Rigoletto e come si inserisce nel contesto del melodramma romantico?
Critica e pubblico furono sconcertati dalla prima rappresentazione di Rigoletto, in quanto l'opera si discostava dalle precedenti opere epiche di Verdi, presentando meno presenza corale e una struttura drammaturgica incentrata su personaggi e psicologie più complesse.
Verdi ha dovuto lottare contro la censura per mantenere elementi scabrosi dell'opera di Hugo, come la presenza di Maddalena e la gobba di Rigoletto. Ha modificato il seduttore vittorioso in Duca di Mantova per attenuare l'immagine negativa della monarchia, in un periodo storico delicato per l'Italia.
Verdi ha introdotto l'uso di valzer e ritmi di marcia, melodie popolari, e ha ridotto la presenza del coro, focalizzandosi su arie, duetti e ensemble che servono la drammaturgia. Ha inoltre creato una coerenza drammatica attraverso il duetto tra Rigoletto e Gilda in ogni atto e l'uso del tema della maledizione come filo conduttore.
Rigoletto segna un punto di svolta nell'opera di Verdi per l'approfondimento della psicologia dei personaggi. Il giullare è complesso e paradossale, mescolando cinismo e sentimenti paterni ambigui, riflettendo il passaggio di Verdi da opere di carattere patriottico a una maggiore concentrazione sulla dimensione umana e psicologica.
Il finale tragico di Rigoletto, con la morte sacrificale di Gilda, simboleggia l'amore puro in un contesto di corruzione e depravazione. Questo finale segna una rottura con il lieto fine tipico del dramma giocoso settecentesco, inserendosi nel contesto del melodramma romantico dove prevale la tragedia, riflettendo un'evoluzione verso tematiche più oscure e complesse.