pukketta
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Concetti Chiave

  • I versi dell'Iliade descrivono l'ira di Apollo che scende dall'Olimpo per punire i Greci con una pestilenza a causa dell'offesa fatta al suo sacerdote Crise.
  • Achille, ispirato da Era, convoca un'assemblea tra gli Achei per trovare la causa della calamità e propone di consultare un indovino.
  • Calcante, il più saggio degli indovini, rivela che l'ira di Apollo è causata dall'insulto di Agamennone a Crise, il quale aveva cercato di riscattare sua figlia Criseide.
  • Achille suggerisce di compensare Agamennone con un bottino maggiore in futuro, ma Agamennone rifiuta e chiede un'altra schiava al posto di Criseide.
  • Il conflitto tra Achille e Agamennone culmina con Achille che annuncia il suo ritiro dalla battaglia, sentendosi umiliato e irriconosciuto.
In questo appunto di italiano vengono riportati i versi dal 53 al 100 del primo libro dell'Iliade che riguardano l'episodio dell'ira funesta di Achille, figlio di Peleo. Oltre ai versi del primo libro dell'Iliade di Omero viene anche riportata la parafrasi dei suddetti versi che vengono spiegate bene e nel dettaglio.
L'ira di Achille e il conflitto con Agamennone nell'Iliade articolo

Indice

  1. Versi 53-100 del primo libro dell'Iliade
  2. Parafrasi Iliade libro 1 vv 53-100

Versi 53-100 del primo libro dell'Iliade

Tuo delubro adornai, se di giovenchi
E di caprette io t’arsi i fianchi opimi,
Questo voto m’adempi; il pianto mio
Paghino i Greci per le tue saette.
Sì disse orando.

L’udì Febo, e scese
Dalle cime d’Olimpo in gran disdegno
Coll’arco su le spalle, e la faretra
Tutta chiusa. Mettean le frecce orrendo
Su gli omeri all’irato un tintinnío
Al mutar de’ gran passi; ed ei simíle
A fosca notte giù venía. Piantossi
Delle navi al cospetto: indi uno strale
Liberò dalla corda, ed un ronzío
Terribile mandò l’arco d’argento.
Prima i giumenti e i presti veltri assalse,
Poi le schiere a ferir prese, vibrando
Le mortifere punte; onde per tutto
Degli esanimi corpi ardean le pire.
Nove giorni volâr pel campo acheo
Le divine quadrella. A parlamento
Nel decimo chiamò le turbe Achille;
Chè gli pose nel cor questo consiglio
Giuno la diva dalle bianche braccia,
De’ moribondi Achei fatta pietosa.
Come fur giunti e in un raccolti, in mezzo
Levossi Achille piè-veloce, e disse:
Atride, or sì cred’io volta daremo
Nuovamente errabondi al patrio lido,
Se pur morte fuggir ne fia concesso;
Chè guerra e peste ad un medesmo tempo
Ne struggono. Ma via; qualche indovino
Interroghiamo, o sacerdote, o pure
Interprete di sogni (chè da Giove
Anche il sogno procede), onde ne dica
Perchè tanta con noi d’Apollo è l’ira:
Se di preci o di vittime neglette
Il Dio n’incolpa, e se d’agnelli e scelte
Capre accettando l’odoroso fumo,
Il crudel morbo allontanar gli piaccia.
Così detto, s’assise. In piedi allora
Di Testore il figliuol Calcante alzossi,
De’ veggenti il più saggio, a cui le cose
Eran conte che fur, sono e saranno;
E per quella, che dono era d’Apollo,
Profetica virtù, de’ Greci a Troia
Avea scorte le navi. Ei dunque in mezzo
Pien di senno parlò queste parole:
Amor di Giove, generoso Achille,
Vuoi tu che dell’arcier sovrano Apollo
Ti riveli lo sdegno? Io t’obbedisco.
Bibliografia: https://it.wikisource.org/wiki/Iliade_(Monti)/Libro_I
per ulteriori approfondimenti sull'Iliade vedi anche qua

Parafrasi Iliade libro 1 vv 53-100

Erano ormai nove giorni che la peste provocata nel campo acheo da Apollo faceva stragi di vite umane, soprattutto di eroi. Al decimo giorno Achille, ispirato da Era braccio bianco, convocò un’assemblea durante la quale si presentarono tutti gli Achei facenti parte dell’esercito. In quell’occasione, Achille propose di interrogare un indovino o un sacerdote al fine di spiegare il motivo di così tanta rovina nel campo.
Si alzò Calcante, il più famoso tra gli indovini di quel tempo che, prima di spiegare la causa dell’ira di Apollo, volle chiedere ed assicurarsi la protezione di Achille, dato che il responso divino trattava alcune accuse contro Agamennone.
Secondo Calcante, quindi, tutto nacque dall’insulto di Agamennone a Crise, sacerdote di Apollo saettatore: infatti Crise si recò alle navi achee, dove Agamennone si trovava, per riscattare sua figlia Criseide, schiava di quest’ultimo. Si recò lì con un compenso molto “corposo”: portò con sé lo scettro e le bende del dio Apollo, simboli di autorità.
Ma di lì Crise fu cacciato malamente da Agamennone,il quale non aveva nessuna intenzione di liberare Criseide.
A questo punto Agamennone, furibondo, iniziò ad insultare Calcante e, data la situazione, si dichiarò pronto a rendere al padre Criseide, a cui egli stesso teneva molto più che a sua moglie Clitemnestra. Tutto ciò al fine di salvare il suo esercito ed evitare che perisca.
Achille propose come compenso la consegna ad Agamennone di un bottino maggiore quando Troia sarebbe stata completamente distrutta e rasa al suolo. A questo punto Agamennone sembrò non accettare la proposta conciliante di Achille e dichiarò dinanzi a tutta l’assemblea di volere un’altra schiava al posto di Criseide, esprimendo anche la possibilità di portarsela via dalla tenda o di Achille, o di Aiace, o di Odisseo.
analisi e riassunto dei versi 53-192 del primo libro dell'Iliade
Dunque, Achille, sentendosi ferito nel suo orgoglio dalle sue brusche parole, contraccambiò esprimendo l’irriconoscenza nei confronti di Agamennone. Inoltre, il Pelide affermò che la guerra che si stava combattendo contro i Troiani non aveva all’origine dei torti subiti, bensì era “nata” perché Menelao, Agamennone e tutti i Danai avessero soddisfazione per il rapimento di Elena, regina di Sparta.
Pertanto, in questi frangenti Achille annunciò il suo ritiro dai campi di battaglia: egli non avrebbe più procacciato benessere per Agamennone ed essere, allo stesso tempo, offeso ed umiliato.
Di conseguenza, l’Atride non fece altro che rispondere sarcasticamente alle dure affermazioni di Achille e continuò ad umiliarlo a riguardo della sua forza e del suo valore che, a suo parere, erano solo il frutto di un dono di un dio; inoltre egli manifestò esplicitamente le sue volontà, nel senso che di sicuro avrebbe reso Criseide al padre ma allo stesso tempo si sarebbe preso Briseide, la schiava di Achille.
Sentito ciò, Achille provò molto dolore e si trovò di fronte a una sorta di “bivio”: egli, infatti era incerto se estrarre la daga e uccidere una volta per tutte Agamennone o controllare i suoi istinti.
per ulteriori approfondimenti sull'Iliade vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'episodio centrale descritto nei versi 53-100 del primo libro dell'Iliade?
  2. L'episodio centrale è l'ira di Apollo che scende dall'Olimpo per punire i Greci con una pestilenza, a causa dell'offesa di Agamennone al sacerdote Crise.

  3. Perché Achille convoca un'assemblea nel decimo giorno?
  4. Achille convoca un'assemblea per discutere la causa della pestilenza e cercare una soluzione, suggerendo di consultare un indovino o sacerdote.

  5. Chi è Calcante e quale ruolo svolge nell'assemblea?
  6. Calcante è il più saggio degli indovini, e durante l'assemblea rivela che l'ira di Apollo è dovuta all'offesa di Agamennone a Crise.

  7. Qual è la proposta di Achille per risolvere il conflitto con Agamennone?
  8. Achille propone di restituire Criseide a suo padre e promette ad Agamennone un bottino maggiore una volta distrutta Troia.

  9. Come reagisce Agamennone alla proposta di Achille?
  10. Agamennone rifiuta la proposta di Achille, dichiarando di volere un'altra schiava in cambio di Criseide, e minaccia di prendere Briseide, la schiava di Achille.

Domande e risposte

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