Concetti Chiave
- Enea, sconvolto dalla morte di Priamo durante l'assedio di Troia, decide di fuggire dalla città con il padre Anchise e il figlio Iulo, ma perde tragicamente la moglie Creusa durante la fuga.
- I profughi troiani si radunano ai piedi del monte Ida e costruiscono una flotta per iniziare un lungo viaggio sotto la guida di Enea, lasciando Troia distrutta.
- Arrivati in Tracia, un prodigio drammatico rivela la voce di Polidoro, figlio di Priamo, ucciso e derubato, i cui resti si sono trasformati in un cespuglio sanguinante.
- Il prodigio spinge Enea a lasciare la Tracia, comprendendo che il Fato ha riservato un futuro diverso e più difficile, segnato da altre perdite e delusioni.
- La storia di Polidoro, con la sua trasformazione in un cespuglio sanguinante, diventa un simbolo delle conseguenze della cupidigia e della crudeltà umana, un tema caro a Virgilio.
Indice
La disperata difesa di Enea
Enea raduna alcuni compagni e con essi tenta una disperata difesa della città. Sulla soglia del palazzo reale infuria Pirro, il figlio di Achille, che affronta il vecchio Priamo e lo uccide sotto gli occhi della regina Ecuba. Sconvolto per la morte del sovrano, Enea si ricorda del vecchio padre Anchise, della moglie Creusa e del figlio Iulo che sono rimasti a casa senza protezione.
La fuga e la perdita di Creusa
Ormai convinto che sia inutile cercare di salvare la città, si dirige verso casa per preparare la fuga; con il vecchio padre sulle spalle, il figlio lulo per mano e seguito dalla moglie Creusa, si avvia percorrendo strade appartate. Improvvisamente un rumore di passi gli fa affrettare la fuga. Quando si volta, si accorge di aver perso Creusa; tornato indietro per cercarla, la trova infine, ma essa è solo un'immagine: con dolci parole dichiara al marito che il destino ha voluto la sua morte, cosicché egli affronterà da solo le peregrinazioni che lo attendono.
I Troiani scampati alla distruzione della città si radunano presso Antandro, ai piedi del monte Ida e, costruita una flotta, da lì iniziano il loro lungo viaggio sotto la guida di Enea.
Il prodigio di Polidoro
Dopo una breve navigazione, arrivano sulle coste della Tracia, un tempo amica e alleata di Troia. Qui i fuggiaschi pensano di fermarsi e fondare una nuova città, ma, mentre Enea raccoglie rami per fare un sacrificio, si verifica un prodigio drammatico: dai rami tagliati di un cespuglio esce una voce. È la voce di Polidoro, figlio di Priamo, che racconta di essere stato derubato e ucciso dal re dei Traci Polimnestore quando le sorti di Troia erano volte al peggio. Il corpo di Polidoro era rimasto insepolto e le frecce che lo avevano trafitto si erano tramutate nei rami del cespuglio.
Il viaggio di Enea è appena cominciato; le navi dei profughi troiani hanno attraversato il Mar Egeo volgendo verso settentrione e giungendo sulle coste della Tracia, il cui re Polimnestore era stato alleato e ospite di Priamo. I Troiani ritengono di trovarsi in una terra amica in cui progettare una nuova esistenza, ed Enea si prepara ai sacrifici di rito sperando di poter innalzare in quella regione le mura di una nuova città.
Il tragico destino di Polidoro
Il Fato, però, ha riservato all'eroe un futuro diverso, e un terribile prodigio lo spinge ad abbandonare quel paese. Mentre cerca di sradicare dei rami da un cespuglio di mirto per ornare l'altare, ecco che prima vede colare sangue nero, poi sente giungere dalle radici della pianta una voce dolente che lo prega di non infierire su uno sventurato. Il poeta, per voce di Enea, non trattiene un'invettiva contro l'amore per la ricchezza, male tanto diffuso tra gli esseri umani e tanto forte da spingerli a infrangere ogni principio morale.
Simbolismo e innovazioni mitiche
La storia di Polidoro e la sua uccisione compiuta per viltà e cupidigia da Polimnestore erano già note nella tradizione greca; esse costituiscono, ad esempio, un tema dominante nella tragedia Ecuba, scritta dal poeta ateniese Euripide nella seconda metà del V secolo a.C. Sono, invece, innovazioni mitiche di Virgilio il seppellimento del giovane figlio di Priamo e, soprattutto, la sua trasformazione in cespuglio sanguinante: una nuova immagine destinata a restare impressa nei posteri come simbolo delle conseguenze della crudeltà e dell'avidità umana.
Nella prima tappa del viaggio di Enea si verifica un evento che non è stato inserito da Virgilio solo in ossequio al gusto della narrativa classica e del mondo romano per il meraviglioso e il prodigioso: la vicenda di Polidoro, infatti, è anche un preavviso simbolico del futuro dell'eroe, delle perdite dolorose di persone care, delle delusioni e delle dure esperienze che saranno il carattere dominante del suo percorso fino alla meta stabilita dal Fato.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo di Enea nella difesa di Troia?
- Cosa accade a Creusa durante la fuga da Troia?
- Qual è il prodigio che Enea incontra in Tracia?
- Qual è il simbolismo dietro la storia di Polidoro?
- Come viene interpretata la vicenda di Polidoro nel contesto del viaggio di Enea?
Enea tenta una disperata difesa della città radunando alcuni compagni, ma alla fine si rende conto che è inutile e decide di fuggire per proteggere la sua famiglia.
Durante la fuga, Enea perde Creusa. Quando torna indietro per cercarla, la trova solo come un'immagine che gli dice che il destino ha voluto la sua morte.
In Tracia, Enea scopre un prodigio drammatico: dai rami di un cespuglio esce la voce di Polidoro, figlio di Priamo, che racconta di essere stato ucciso e derubato dal re dei Traci Polimnestore.
La storia di Polidoro simboleggia le conseguenze della crudeltà e dell'avidità umana, rappresentata dalla sua trasformazione in un cespuglio sanguinante, un'immagine innovativa introdotta da Virgilio.
La vicenda di Polidoro è vista come un preavviso simbolico delle future perdite e delusioni che Enea dovrà affrontare nel suo viaggio, riflettendo il carattere dominante del suo percorso fino alla meta stabilita dal Fato.