Marcello G.
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voto maturità e prove d'esame più temute

In vista della maturità le simulazioni non riguardano solo il tema d’italiano, la seconda prova o il colloquio orale. Perché i ragazzi, in questi giorni, si stanno armando di carta, penna e calcolatrice per provare a immaginare con quale voto riusciranno a uscire dal tunnel dell’esame. C’è chi proverà fino all’ultimo a ottenere il massimo, chi si accontenterà di un voto di maturità ‘accettabile’ e chi invece già saprà che dovrà sudare sette camicie per arrivare alla sufficienza. Ma qualcuno, sapendo di trovarsi in una situazione tranquilla, già sta pensando al futuro, concentrandosi più sui test d’accesso all’università che sugli esami di maturità. È quanto emerge da una web survey di Skuola.net, a cui hanno risposto circa 1200 studenti di quinto superiore.

Il voto di maturità? 1 su 4 pensa di arrivare a un sette pieno

Chi l’ha detto che i ragazzi di oggi non amano le mezze misure? Almeno in questa occasione, infatti, gli studenti dimostrano di non disdegnare un voto medio. Senza doversi dannare l’anima più di tanto ma, al tempo stesso, senza rischiare di affondare. Così, 1 maturando su 4 dichiara di puntare a un voto finale che si aggiri tra il 71 e l’80 (più che sufficiente/buono); mentre un altro 19% aspira a qualcosa di meglio, cercando di posizionarsi tra l’81 e il 90 (buono/più che buono); solo 1 su 10 (il 9%), cercherà di arrivare al 100 (magari con lode); praticamente la stessa quota (11%) che, al contrario, sarebbe soddisfatto di arrivare al 60. I più ‘appanicati’ i ragazzi dei professionali: il 24% spera di avere il minimo. I più ambiziosi i liceali: il 32% non vorrebbe scender sotto il 90.

Per la metà dei maturandi il curriculum scolastico è abbastanza buono

Ma molto del voto di maturità dipende da come ci si è comportati durante l’ultimo triennio delle superiori. Dai crediti che si sono riusciti a racimolare attraverso compiti in classe e interrogazioni. Solo l’11% dei maturandi pensa che alla fine i professori gli daranno tutti i 25 crediti a disposizione. La maggior parte, però, probabilmente proseguirà sulla strada di mezzo: il 51% crede di meritare tra i 15 e i 20 punti. Ancora una volta, ai professionali si arriva agli esami con la coscienza non proprio pulita: il 32% dice di non superare i 15 crediti complessivi (laddove la media è del 15%).

Seconda prova e colloquio orale: sono loro gli incubi degli studenti

Una volta appurato l’ammontare dei crediti, però, si passa ai fatti. Alle prove di maturità. Ognuna con le sue caratteristiche e, soprattutto, con le sue insidie. La prova più temuta? Senza ombra di dubbio la seconda, quella d’indirizzo: il 33% (agli istituti tecnici si arriva al 42%) la indica come lo spauracchio principale di tutto l’esame. Subito dietro si piazza il colloquio orale: il 29% dei maturandi (il 38% ai professionali) lo attende con paura. La prova apparentemente più abbordabile? Il tema d’italiano (lo teme solo il 10% dei ragazzi).

Maturità o test d’ingresso? Un quarto dei maturandi guarda già all’università

Timori che, per qualcuno, potrebbero tradursi in realtà. Il 35% pensa di ottenere il voto più basso proprio alla seconda prova. Anche l’orale (35%) non lascia dormire sonni tranquilli. Mentre il 30% è convinto che prenderà il voto più alto nella prova d’italiano. Ma, a volte, di fronte a una prova ostica i ragazzi cercano di prepararsi al meglio. Così, il 26% spera di avere le maggiori soddisfazioni dalla prova d’indirizzo. Calcoli che qualche maturando, però, non sta assolutamente facendo: tra quelli che, subito dopo la maturità, dovranno concentrarsi sui test d’ingresso all’università più di 1 su 4 considera una priorità questi ultimi rispetto agli esami di giugno.

Marcello Gelardini

Data pubblicazione 31 Maggio 2017, Ore 12:07
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