Maria_Zanghi
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voto basso maturità penalizzaNon siamo numeri e il voto non qualifica mai una persona, ma ottenere un buon risultato alla fine di un esame può, ancora oggi, servire come input per credere maggiormente in se stessi. In termini di agevolazioni, invece, il voto ottenuto, per esempio, agli Esami di Stato nella realtà conta relativamente poco.

Se quindi hai ottenuto il minimo indispensabile, pari a 60/100, non serve disperarsi: che tu voglia proseguire il percorso di formazione con l'iscrizione all'università o entrare subito nel mondo del lavoro, ci sono numerose opportunità per cui non è richiesto alcun voto di partenza. Sicuramente, in alcune situazioni, come ad esempio l'ammissione ad alcuni concorsi o atenei privati, un voto alto permette di ottenere un punteggio di partenza più elevato. Ad ogni modo, noi di Skuola.net abbiamo voluto approfondire questo aspetto, dando risposte ad alcune delle domande più gettonate da chi ottiene un voto basso alla Maturità.

60 alla Maturità, è un guaio? Dipende!

Non esiste una risposta univoca ma cerchiamo di analizzare obiettivamente i diversi nodi per riuscire a dare un quadro completo a chi ha ottenuto il minimo indispensabile di 60/100 dalla Maturità 2022.
Prendere un punteggio alto porta di certo a delle agevolazioni, come il bonus 100 e lode che fino al 2021 ammontava a 90 euro. Una cifra che negli anni è cambiata sensibilmente (fino al 2009 era pari a mille euro) e che non è più considerata così importante. Una differenza, tra chi ottiene un voto alto e uno basso al diploma è fatta, di solito, da alcune università private per l'ammissione ai corsi o ai test d'ingresso. Ma esistono altrettanti atenei che per formalizzare l'iscrizione non richiedono alcun voto di partenza minimo. In quel caso a fare la differenza sarà solo la preparazione degli studenti. Medesima situazione si riscontra se la scelta post-diploma dovesse ricadere su un ITS o un corso professionalizzante: in alcuni casi per accedervi è richiesto il superamento di una prova di accesso che viene corretta senza tenere in considerazione il voto di diploma.

E nel mondo del lavoro quanto influisce il voto del diploma?

Se il desiderio, dopo aver terminato la Maturità, è quello di inoltrarsi nel mondo del lavoro, il voto diventa, in molti casi, solo un accessorio. Secondo l'ultimo report di AlmaDiploma sugli esiti dopo il diploma in tempi di pandemia, a un anno dal termine della scuola, "il tasso di occupazione risulta essere pari al 30,6% tra chi ha conseguito il titolo di studio con un voto alto e al 40,0% tra i diplomati con una votazione più modesta". Allo stesso tempo il tasso di disoccupazione, seppur superiore tra chi riporta un voto basso rispetto a chi ha ottenuto un voto alto, differisce di soli tre punti percentuali circa: "E' pari - si legge - al 16,5% tra i diplomati che hanno ottenuto un voto alto e al 19,3% tra quelli con voto basso"

In questo contesto, da menzionare anche la poca rilevanza data al voto di diploma in relazione alla partecipazione ai concorsi pubblici. A partire dal 2015, in particolare è stata abolita la valutazione del voto per l’accesso agli esami. Il giudizio ottenuto a scuola è diventato, quindi, ininfluente sia per l’ammissione alle prove e sia per la valutazione, basata esclusivamente sulla preparazione del candidato. L'unico criterio di valutazione rimane quello del punteggio ottenuto nelle prove selettive, scritte e orali durante il concorso.

Data pubblicazione 7 Luglio 2022, Ore 12:30
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