
Teatro della vicenda il liceo Da Vinci di Trento. Uno dei docenti della scuola, a seguito della vicenda, ha impugnato la penna per scrivere una lettera di protesta indirizzata al ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara.
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Ammessa all'esame di Maturità con 5 insufficienze
Il TAR l’aveva graziata nonostante gli scrutini parlassero chiaro: 5 insufficienze in 5 materie importanti non potevano che tradursi in una bocciatura. La decisione del tribunale era stata presa per permettere alla ragazza di andare all’università, dato il superamento del test per accedere alla facoltà di Economia Aziendale.Ecco allora che la studentessa si è presentata di fronte alla commissione per sostenere l’esame orale in data 10 luglio. Il verdetto dei professori ha però confermato quanto già espresso dai professori della scuola alla fine dell’anno scolastico: bocciata.
La lettera di protesta del docente: "Uno schiaffo alla credibilità dell'insegnante"
Alessio Marinelli, docente di Matematica e fisica del liceo Vinci di Trento, non è rimasto in silenzio di fronte alla decisione del TAR. E così ha scritto una lettera di protesta, firmata da 110 colleghi, il cui destinatario è il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. “Vedo sempre più ragazzi rincorrere strade facili, aiutati dalle famiglie e dalla società a cercare escamotage per andare avanti, nella visione superficiale di un mondo nel quale devi dimostrare quanto sei furbo e non quanto vali. Cosa deve insegnare la scuola? Me lo domando mentre vedo la mia categoria umiliata da una decisione che la sorpassa e le toglie autorevolezza”, si legge in passaggio della lettera, come riportato da ‘La Repubblica’.Ma per Marinelli non bisogna concentrarsi sul caso specifico della ragazza. “Il punto, signor ministro, è la scuola e il suo futuro”. E poi la richiesta “di riportare la figura dell'insegnante al centro della scuola cominciando dalle piccole cose, cercando di valorizzare con i fatti il nostro impegno ed evitando situazioni svilenti”. Perché la decisione del TAR, per il prof, “è uno schiaffo alla credibilità dell'insegnante” e “il decreto mette in difficoltà la serenità di giudizio del corpo insegnante. Chi avrà più la forza, il coraggio, la tenacia di affrontare una scelta dolorosa, ma a volte necessaria, come una bocciatura? Trovo altresì deplorevole l'idea che basti avere un buon avvocato, l'idea dell'essere disposti a tutto pur di farla franca. No signor Ministro, questo non credo sia il giusto insegnamento da dare ai ragazzi”.