Jessica93
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Concetti Chiave

  • Le insurrezioni del XIX secolo, guidate da società segrete come la Giovine Italia di Giuseppe Mazzini, fallirono a causa della mancanza di supporto popolare.
  • Il Regno di Sardegna, guidato dai Savoia, emerse come forza principale per l'unificazione italiana, tentando di liberare la Lombardia durante la prima guerra d'indipendenza.
  • La seconda guerra d'indipendenza vide la collaborazione tra il Regno di Sardegna e la Francia di Napoleone III, culminando nell'armistizio di Villafranca e nell'unione della Lombardia al Regno di Savoia.
  • Giuseppe Garibaldi guidò la Spedizione dei Mille, conquistando il sud d'Italia e unendolo al Regno di Savoia, contribuendo all'unificazione italiana.
  • Il 17 marzo 1861, Vittorio Emanuele II fu proclamato re d'Italia, segnando l'unificazione del paese nonostante l'assenza del nord-est e di Roma, che divenne capitale solo successivamente.

La prima guerra d’Indipendenza

Indice

  1. Le insurrezioni dell'Ottocento
  2. Il Regno di Sardegna e Carlo Alberto
  3. Vittorio Emanuele II e Cavour
  4. La seconda guerra d'indipendenza

Le insurrezioni dell'Ottocento

Fin dai primi anni dell’ottocento in Italia erano scoppiate numerose insurrezioni che avevano come obiettivo quello di liberare l’Italia dall’occupazione straniera ed unificarla in una sola nazione. Ad organizzare questi moti furono quasi sempre le società segrete, la più importante delle quali fu la “Giovine Italia” fondata da Giuseppe Mazzini.tutte queste rivolte fallirono in quanto i loro organizzatori erano troppo deboli e non riuscivano a coinvolgere le grandi masse popolari.

Si cominciò allora a comprendere che l’unità d’Italia poteva essere raggiunta soltanto grazie all’intervento di uno dei piccoli Stati che componevano l’Italia. Quello che sembrava abbastanza forte ed organizzato per raggiungere quest’obiettivo era il Regno di Sardegna, con a capo i Savoia, e che comprendeva anche il Piemonte.

Il Regno di Sardegna e Carlo Alberto

Nel 1848 scoppiarono in Europa numerose rivolte per ottenere l’indipendenza di alcune nazioni o forme di governo costituzionale. Una di queste rivoluzioni scoppiò anche in Austria il cui sovrano fu così costretto, per poterla fermare a richiamare parte dell’esercito che occupava la Lombardia. Di questa situazione cercò di approfittare Carlo Alberto re di Savoia che tentò di invadere la Lombardia. La notizia di questa azione in tutte le parti d’Italia, fece scoppiare delle insurrezioni; gli Austriaci però dopo alcune sconfitte iniziali riuscirono a battere Carlo Alberto e a ripristinare il loro controllo sul Lombardo-Veneto: Carlo Alberto, sconfitto decise di abdicare in favore del figlio Vittorio Emanuele II. Anche tutte le altre insurrezioni che erano scoppiate in Italia fallirono e venne ripristinata la situazione iniziale.

La seconda guerra d’indipendenza

Vittorio Emanuele II e Cavour

Dopo il fallimento della prima guerra d’indipendenza, il governo austriaco, lo Stato Pontificio e il Regno delle due Sicilie attuarono una politica di controllo e di repressione nei confronti di tutti coloro che avevano sostenuto o sostenevano idee democratiche o di indipendenza.

Nel 1848 ere diventato re di Savoia Vittorio Emanuele II, il quale condivideva l’idea del padre di unificare l’Italia. Per fare questo poté avvalersi di un grande personaggio politico: Camillo Benso conte di Cavour. Cavour era un conte che conosceva molto bene la realtà politica ed economica d’Europa. Aveva capito che il Regno di Savoia, per ottenere l’unità d’Italia doveva innanzi tutto modernizzarsi dal punto di vista economico e militare e soprattutto cercare l’appoggio di un’altra grande nazione europea che l’aiutasse a sconfiggere gli austriaci. La nazione che sembrava più adatta a questo scopo era la Francia, governata da Napoleone III (cugino di Napoleone Bonaparte). La Francia infatti aveva interesse ad indebolire l’Austria in quanto era una sua rivale per il predominio sull’Europa. Cavour per accattivarsi le simpatie di Napoleone III, lo aiutò nella guerra di Crimea (contro la Turchia) inviando un piccolo esercito. Napoleone III si interessò alla questione italiana e firmò con Vittorio Emanuele II gli accordi segreti di Plombières. In questi accordi si stabiliva che se l’Austria avesse attaccato il Regno di Sardegna, la Francia sarebbe intervenuta in suo aiuto. A questo punto il problema di Cavour divenne quello di provocare l’Austria per farsi attaccare. Decise allora di inviare numerose truppe ai confini con l’Austria; l’Austria pensando che il Piemonte stesse per attaccarla, decise di anticipare i tempi per sorprendere il nemico: ad aprile del 1859 gli austriaci attaccarono il Regno di Savoia. Scoppiò così la seconda guerra d’indipendenza e le truppe franco-piemontesi riportarono alcune importanti vittorie. Alla notizia di questi successi, nelle altre parti d’Italia (al centro e al sud) scoppiarono tutt’una serie di rivolte organizzate dagli indipendentisti; a questo punto però Napoleone III decise di fermarsi sia perché il popolo francese protestava per una guerra troppo dispendiosa, sia perché a Napoleone III non interessava l’Austria. Un altro timore di Napoleone III era che gli italiani potessero far scoppiare delle rivolte nello Stato Pontificio per unirlo al Regno di Savoia.Napoleone III era il principale alleato del Papa.

Per queste ragioni Napoleone III costrinse Vittorio Emanuele II a firmare l’armistizio di Villafranca, con il quale veniva ceduta al Regno di Savoia la Lombardia. In seguito, grazie ad alcune insurrezioni popolari anche la Toscana e l’Emilia Romagna si unirono al Regno di Savoia.

La seconda guerra d'indipendenza

Nel frattempo, Giuseppe Garibaldi (un generale che aveva combattuto per l’indipendenza sia in Italia che in America) organizzò una spedizione militare per conquistare il sud d’Italia e unirlo al Regno di Savoia. Questa spedizione venne detta “spedizione dei mille” in quanto vi presero parte inizialmente soltanto mille volontari. Garibaldi partì dalla Sardegna e sbarcò in Sicilia sove si scontrò più volte contro l’esercito borbonico riportando diverse vittorie. Nel frattempo ai mille soldati originari si erano aggiunti molti altri volontari, che speravano di veder migliorare le proprie condizioni di vita. Alla fine l’esercito di Garibaldi contava più di 15000 uomini. I garibaldini dopo aver conquistato la Sicilia risalirono per la Calabria arrivando fino a Napoli, costringendo i borbone alla fuga. A questo punto Vittorio Emanuele II cominciò a temere che Garibaldi volesse attaccare anche lo Stato Pontificio causando così l’intervento militare francese in difesa del Papa. Scese allora con il suo esercito per fermare Garibaldi, ma questi preferì evitare lo scontro e consegnò a Vittorio Emanuele il Regno delle due Sicilie che aveva appena conquistato. Il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II venne proclamato re d’Italia. Per la prima volta dopo la caduta dell’Impero romano, l’Italia aveva trovato una sua unità ed indipendenza; si trattava però di una nazione incompleta in quanto mancava tutto il nord est e la parte centrale dello Stato Pontificio. A mancare inoltre era la città più importante, Roma, motivo per cui venne proclamata capitale d’Italia: Torino.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le cause principali del fallimento della prima guerra d'indipendenza italiana?
  2. Le insurrezioni fallirono principalmente perché gli organizzatori erano troppo deboli e non riuscivano a coinvolgere le grandi masse popolari. Inoltre, gli Austriaci riuscirono a ripristinare il loro controllo sul Lombardo-Veneto dopo alcune sconfitte iniziali.

  3. Quale ruolo ebbe il Regno di Sardegna nella seconda guerra d'indipendenza?
  4. Il Regno di Sardegna, guidato da Vittorio Emanuele II e supportato da Cavour, cercò l'appoggio della Francia per sconfiggere l'Austria. Questo portò alla firma degli accordi di Plombières e all'inizio della seconda guerra d'indipendenza.

  5. Come contribuì Giuseppe Garibaldi all'unificazione dell'Italia?
  6. Garibaldi organizzò la "spedizione dei mille", una campagna militare che portò alla conquista del sud d'Italia, unendolo al Regno di Savoia. La sua azione fu cruciale per l'espansione territoriale del nuovo regno.

  7. Quali furono le conseguenze dell'armistizio di Villafranca?
  8. L'armistizio di Villafranca portò alla cessione della Lombardia al Regno di Savoia. Successivamente, grazie a insurrezioni popolari, anche la Toscana e l'Emilia Romagna si unirono al regno.

  9. Perché Torino fu proclamata capitale d'Italia nel 1861?
  10. Torino fu proclamata capitale d'Italia perché, nonostante l'unificazione, mancavano ancora il nord est, la parte centrale dello Stato Pontificio e Roma, la città più importante, che non era ancora stata annessa.

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