
Fabrizio De André, senza dubbio considerato uno dei cantautori più brillanti del nostro Paese, si è spento l’11 gennaio di 23 anni fa. È stato uno dei maggiori poeti italiani del Novecento oltre che una figura di riferimento nel panorama musicale italiano, appellato talvolta come "il cantautore degli emarginati" o il "poeta degli sconfitti". Dunque porre la sua figura al centro di una tesina in vista dell’esame di Stato imminente potrebbe senza dubbio essere una buona mossa: ma come collegare le diverse materie? Scopriamolo.
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Fabrizio De André e Spoon River: inglese
Uno dei collegamenti più lampanti lo si ha partendo dall’Antologia di Spoon River, una raccolta di poesie in versi liberi scritta dal poeta statunitense Edgar Lee Masters e pubblicata tra il 1914 e il 1915 sul Mirror di Saint Louis. Ogni poesia racconta, in forma di epitaffio, la vita dei residenti dell'immaginario paesino di Spoon River, sepolti nel cimitero locale.E proprio da quell’opera è ispirato un disco di De André del 1971, Non al denaro, non all'amore né al cielo. Infatti tutti i componimenti dell’album sono un libero adattamento di alcune poesie tratte proprio dall’Antologia di Spoon River.
Italiano: La città vecchia di Fabrizio De André
Per quanto riguarda il collegamento in letteratura italiana, uno dei più semplici prevede l’analisi della canzone del 1965, La città vecchia. De André racconta frammenti di vita di quello strano popolo dimenticato che vive presso le aree più malfamate della zona del porto di Genova, “nei quartieri dove il Sole del buon Dio non dà i suoi raggi”.Nel testo fa riferimento a personaggi a lui particolarmente cari, gli ultimi, gli emarginati, gli sconfitti. Vediamo quindi descritti vecchi alcolizzati che sfogano i loro dispiaceri nel vino, prostitute e loro clienti, ladri, assassini e “il tipo strano, quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano”.
Il titolo e il tema del brano sono un omaggio a La città vecchia, celebre poesia di Umberto Saba dalla quale De Andrè trae evidente ispirazione. L’opera di Saba è però ambientata nei malfamati vicoli della zona portuale di Trieste. Nonostante il cambio di località, le tematiche e la morale finale sono simili: “sono tutte creature della vita e del dolore”, dice Saba.
Storia: La canzone del Maggio di De André
Il collegamento con la storia è da ricercarsi nella storia più recente, nella seconda metà del ‘900. Le rivolte studentesche in Italia e nel resto d’Europa del 1968 sono racchiuse nelle strofe de La canzone del Maggio di Fabrizio De Andrè.“Un impiegato ascolta, cinque anni dopo, una delle canzoni del maggio francese 1968 – spiegava lo stesso De André parlando di “La canzone del maggio” -. É una canzone di lotta: ricorda i fatti accaduti durante la rivolta nata dagli studenti e, rivolgendosi a quelli che alla lotta non hanno partecipato, li accusa e ricorda loro che chiunque, anche chi in quelle giornate si è chiuso in casa per paura, è ugualmente coinvolto negli avvenimenti”. E infatti nel testo è presenza la strofa “Per quanto voi vi crediate assolti / Siete per sempre coinvolti”.
Latino e greco: Preghiera in gennaio di De André
Preghiera in gennaio è una canzone scritta di getto poche ore dopo la morte di Luigi Tenco, un amico di giovinezza di Fabrizio De André e anch’esso cantautore, suicida, anche se la vicenda non sia stata mai del tutto chiarita, a Sanremo con un colpo di pistola nel gennaio 1967.Il legame tra i due era forte, e De André scrisse il testo della canzone dopo aver fatto visita alla salma dell'amico assieme alla moglie. Dunque all’interno di essa l'agnostico De André canta una preghiera a Dio per Tenco, concedendogli un posto in Paradiso con gli altri suicidi, condannati invece dai benpensanti e dalla Chiesa ufficiale.
Il parallelismo è possibile compierlo tra quest’opera e gli Annales di Tacito dove il poeta racconta il suicidio di Seneca. Infatti nel XV libro degli Annales vengono descritti gli ultimi attimi del filosofo, portati a compimento senza disperazione, vicino alle persone che gli erano care, dato che Seneca aveva ricevuto l’intimazione mentre era a cena con la moglie Paolina e alcuni amici.
Il collegamento è possibile farlo anche con la morte di Socrate, in quanto i due brani si somigliano. Il suicidio di Socrate è infatti simile: avvenuto nel carcere di Atene, dove il filosofo, dopo aver assunto la cicuta, si spense senza mai interrompere la conversazione con i discepoli che lo circondavano, come narra Platone nel Fedone.