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Protesta silenziosa degli studenti a PordenoneIeri, 29 maggio, è avvenuto un fatto piuttosto insolito. Centinaia di studenti dell’istituto Kennedy, di Pordenone, si sono seduti di fronte alla sede scolastica per protestare contro la scuola. In particolare, i ragazzi lamentano la mancanza di confronto con la preside.

Fonte Il Gazzettino.it

La notizia è riportata dal ‘Gazzettino’. Il silenzio è l’arma scelta dagli studenti per farsi ascoltare, lo stesso silenzio che avrebbe creato la spaccatura all’origine della protesta.

“Quello che tanto volete”, si legge su uno degli striscioni. Come anche: “Si scrive ordine, si legge silenzio”. L’obiettivo del sit-in: chiedere un dialogo con i responsabili dell’istituto.

La protesta silenziosa per ristabilire un dialogo

Si è trattato di un lunedì atipico. Tra la prima e la seconda ora, gli studenti del Kennedy di Pordenone hanno preparato una protesta silenziosa rimarcando la mancanza di confronto con la preside della scuola di Pordenone. Per manifestare il proprio dissenso si sono quindi seduti davanti alla scuola con alcuni striscioni e lì sono rimasti, in silenzio. Le forze dell’ordine si sono interessate alla vicenda per assicurare la sicurezza, ma si è trattato in tutto e per tutto di una manifestazione pacifica, dai toni più che pacati. La richiesta è di stabilire un dialogo, da troppo tempo assente, tra le parti.

Come riportato dal ‘Gazzettino’, così raccontano la situazione gli studenti: “Vogliamo un dirigente scolastico non che appoggi aprioristicamente le nostre idee, ma che ci ascolti. Dopo essere stati ignorati per due mesi, quando nell'aria ha iniziato a girare l'iniziativa che abbiamo in serbo, i rappresentanti di istituto sono stati convocati nell'ufficio della dirigente scolastica con il pretesto del caos nei bagni, che non riguardava solo l'ultimo periodo, ma di aprire un dialogo non se n'è parlato, la preside è rimasta ancorata sulle sue posizioni”.

Una mancanza di dialogo che secondo gli studenti sarebbe ingiustificata, nonché controproducente alla nostra formazione professionale. Continuano a spiegare: “Viviamo in una società fondata sul dialogo e sul confronto; perciò, siamo dell'idea che promuoverlo a scuola dovrebbe essere uno dei punti cardini della stessa. Siccome i nostri apparati rappresentativi vengono difficilmente ascoltati, lanceremo un segnale che la situazione venga vista da chi di competenza”.

Alcuni insegnanti si sarebbero esposti appoggiando la protesta.

Un silenzio che dura da troppo tempo

L’ostruzionismo della preside non sarebbe una novità, almeno stando ai racconti degli studenti. Già da tempo, come riportato dal ‘Gazzettino’, la preside avrebbe negato le assemblee. Dopodiché i dinieghi si sarebbero estesi anche alla possibilità di incontrare gli arbitri di calcio e poi un altro no avrebbe interessato la presenza dell’autoemoteca Avis, per donare il sangue. Insomma: un silenzio che, per gli studenti, dura da troppo tempo.