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Maturità, quando è nato l'esame

Se stai per fare la Maturità 2023, sarai già preoccupato per ciò che ti aspetta e ti starai sicuramente chiedendo chi ha avuto l’idea di istituire l’esame di Maturità. Curioso di scoprire chi devi ‘ringraziare’? Scoprilo!

Chi ha inventato la Maturità

L'esame di maturità venne introdotto da Giovanni Gentile, Ministro dell’Istruzione del Regime Fascista, nel 1923: il primo esame di Maturità, incubo di intere generazioni, risale a quegli anni, quasi un secolo fa.
Rispetto all’esame di adesso, era certamente più complesso e, possiamo dirlo, più difficile! Perché? Semplice, prevedeva ben quattro prove scritte, a differenza delle tre attuali. Non solo, la prova orale era davvero uno scoglio arduo da superare: si basava sull’intero programma dei cinque anni del liceo e non solo sugli argomenti svolti durante il quinto anno! La commissione era temibile, costituita da un professore universitario, tre fra professori e presidi di istituti d'istruzione media di secondo grado e un insegnante appartenente a scuola privata o persona estranea all'insegnamento. Insomma, se fossi stato un maturando degli anni Venti poteva andarti peggio, non credi? A dimostrazione della difficoltà, i risultati: sembra che il primo esame di maturità in assoluto avesse registrato solo il 25% dei promossi, mentre nel 1925 solo il 60% degli studenti ottenne la maturità classica, il 55% quella scientifica. Numeri certo lontani da quelli attuali, che si aggirano intorno al 99% tra gli ammessi agli esami!
Un'altra differenza, era che gli esami non si svolgevano nella propria scuola, ma fuori sede.

La Maturità classica

Se sei uno studente del classico e la scelta del commissario esterno per la prova di greco proprio non ti va giù, pensa che i maturandi del primo esame di maturità non se la sono certo passata meglio. Per avere la tanto agognata maturità dovevano superare per quanto riguarda la sola parte scritta:
- Tema di italiano
- Versione di greco
- Versione dal latino all’italiano
- Versione dall’italiano al latino
Sei ancora convinto che ti sia andata male?

La Maturità scientifica

Non potevano certo ritenersi più frotunati gli iscritti al liceo scientifico. Anche qui ben quattro prove e non solo di natura scientifica. Gli studenti dovevano cimentarsi con uno scritto per ciascuna di queste discipline:
- Italiano
- Latino
- Matematica
- Lingua Straniera
Oltre all’ansia per la matematica, quindi, anche quella per una lingua straniera!

La Maturità nel tempo

Passarono alcuni anni prima che l’esame di Maturità venisse ritoccato. Nel 1937, con la riforma De Vecchi, il programma d’esame venne ridotto a quello dell’ultimo anno dopo le forti lamentale che contestavano l’alto tasso di bocciati. Dopo tre anni, nel 1940, ecco che la Maturità subisce un altro cambiamento ad opera dell’allora Ministro dell’Educazione Nazionale Giuseppe Bottai. E’ grazie a lui che la commissione, a parte il presidente e il vicepresidente, diventa tutta interna.
Nel 1952, la riforma voluta da Guido Gonnella torna alla commissione mista, con un solo membro interno, e interviene anche sul programma d'esame. Gli studenti dovevano prepararsi sugli argomenti di quinta, ma all’interno dell’esame potevano trovare, a discrezione della commissione, rimandi alle cose studiate durante il terzo e il quarto anno. Dal 1969, poi, ecco la "vecchia maturità" di Fiorentino Sullo, che durò ben 30 anni: commissione mista, due prove scritte, due materie all'orale e voto in sessantesimi. È datata 1997 la riforma dell'esame voluta da Luigi Berlinguer: si introduce la terza prova e il credito scolastico, all'orale si portano tutte le materie, la commissione è mista e il voto in centesimi. Da allora ad oggi, piccoli aggiustamenti (compresa una parentesi con la commissione d’esame interna), ma la sostanza rimane la stessa. Dal 2019, però, come ben sapete, si cambia ancora.

L'ultima riforma della Maturità

E poi, eccoci arrivati al grande cambiamento. Con la maturità del 2019 fa il suo debutto l’esame riformato dal DL 62 del 13 aprile del 2017. L’esame è stato riformato sia nella forma, che nella sostanza. Si parte dal credito scolastico: si passa da 25 punti massimi alla fine dei tre anni a ben 40, che confluiscono nel voto finale. Rimane il vincolo della sufficienza in tutte le materie per essere ammessi agli esami, pur con la possibilità che il consiglio di classe possa chiudere un occhio su una sola disciplina insufficiente (eccetto la condotta), purché venga considerato nell’assegnazione del credito.
La riforma prevede anche che alternanza scuola-lavoro (oggi “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) e prova Invalsi di quinta superiore siano anch’esse requisiti d’ammissione (seppur basti la sola partecipazione). Tra i cambiamenti più rilevanti, sicuramente da annoverare l’eliminazione della tanto amata tesina e della altrettanto odiata terza prova. Gli scritti rimangono due, seppur rivoluzionati. Tanto per iniziare valgono 20 punti l’uno, anziché 15. La prima prova vede sparire la tipologia del saggio breve per far spazio alla novità del testo argomentativo. Raddoppiano invece le tracce di tipologia A, analisi del testo, e del tema di attualità.
La seconda prova si fa multidisciplinare: due, anziché una sola, le materie di indirizzo oggetto d’esame. Greco e latino al classico, matematica e fisica allo scientifico, nello stesso compito. Sembra che i più temuti incubi degli studenti siano diventati ormai realtà, ma il meglio deve ancora venire e prende forma nelle famigerate buste del colloquio orale.
Il colloquio infatti, terza e ultima prova di maturità, parte con i materiali che possano fare da spunto per un percorso multidisciplinare che il candidato affronterà insieme ai commissari, che lo guideranno e accerteranno le sue competenze attraverso alcune domande nella materia di competenza.
Si passa poi alla relazione sulle attività svolte nell’ambito dell’alternanza e alla verifica di quanto imparato nelle iniziative dedicate a Cittadinanza e costituzione. Si conclude quindi il tutto con la revisione e il commento degli scritti.
Anche per l’ orale è stato fissato un punteggio massimo di 20 punti, che sommato ai 40 ottenibili tra prima e seconda prova e ai 40 di credito scolastico, danno 100. Il cento e lode continua ad essere quindi il voto più alto e sognato dai maturandi… almeno, da coloro a cui non basterà la semplice promozione per dire addio per sempre a gioie e dolori della scuola.
Questa è la Maturità che, dopo gli anni del Covid, sosterranno anche i maturandi del 2023: dopo il "maxi orale" del 2020 e 2021 e la formula "light" del 2022, si torna quindi alla normativa originale. In bocca al lupo ragazzi!

Manlio Grossi

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