
Chi stava facendo i conti con la calcolatrice, nel panico, può tirare un mezzo sospiro di sollievo: anche per la Maturità 2025 si potrà essere ammessi agli esami con un’insufficienza in pagella.
Dopo qualche giorno di confusione causata dall’Ordinanza ministeriale pubblicata il 31 marzo, il Ministero dell’Istruzione e del Merito è intervenuto con una nota ufficiale per fare chiarezza: nessun cambio di rotta rispetto agli anni scorsi, almeno sul fronte dei voti nelle discipline.
La notizia riguarda una fetta non proprio irrilevante dei circa 514mila maturandi di quest’anno: quelli che arrancano in una materia e che, leggendo la prima versione del testo, hanno pensato che bastasse un cinque per essere automaticamente esclusi.
Invece no. L’unica insufficienza che davvero può bloccare l’accesso all’Esame di Stato riguarda il comportamento. Su quello, il Ministero non fa sconti.Ecco allora cosa dice davvero l’ordinanza, quali requisiti bisogna avere per essere ammessi e come funzionano le nuove regole sul voto in condotta.
Indice
L’Ordinanza ministeriale e il “giallo” dell’insufficienza
Il documento ufficiale del Ministero è uscito il 31 marzo e ha fatto subito drizzare le antenne ad alcuni studenti. All’articolo 3, quello che definisce i requisiti per l’ammissione agli esami, si leggeva che per essere ammessi era necessario ottenere almeno sei decimi in ogni disciplina. Punto.
Sottolineando: “Votazione non inferiore ai sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l’attribuzione di un unico voto secondo l’ordinamento vigente e un voto di comportamento non inferiore a sei decimi”.
Peccato che, rispetto agli anni precedenti, mancasse un passaggio fondamentale: la possibilità per il consiglio di classe di ammettere comunque lo studente con un’insufficienza, se ritenuto idoneo nel complesso. Una dimenticanza? Probabilmente sì, visto che lo stesso Ministero pochi giorni è tornato sulla questione, con una nota chiarificatrice inviata ai presidi il 3 aprile.
Il chiarimento del Ministero: “Vale ancora la regola dell’anno scorso”
La nota è firmata da Antonella Tozza, direttrice generale per gli ordinamenti scolastici, e parte proprio dalle richieste di spiegazioni arrivate dai dirigenti scolastici: “Pervengono alla scrivente direzione generale richieste di chiarimento relative ai requisiti di ammissione dei candidati interni all’esame di stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione”, scrive Tozza, come riportato da ‘La Repubblica’.
Il Ministero ribadisce quindi che l’ammissione con un’insufficienza resta possibile, come negli anni scorsi, e che il decreto sul comportamento non modifica i criteri di valutazione delle materie. In altre parole: il voto sotto al 6 in una disciplina non è un ostacolo automatico, purché il consiglio di classe approvi l’ammissione.
Ricordiamo, inoltre, che negli anni passati non sono mancati casi ben più estremi, con studenti ammessi all’esame di Stato con più di un’insufficienza (non grave).
Condotta sotto osservazione: qui sì che si rischia grosso
C’è però una soglia che non si può superare (o meglio, sotto cui non si può scendere): il sei in condotta. Chi prende cinque nel comportamento non viene ammesso all’Esame di Stato, a prescindere dagli altri voti. Nessuna eccezione.
Non solo. Come precisa l’Ordinanza, se la condotta è appena sufficiente, scatta un compito in più da portare all’orale: “Nel caso di valutazione del comportamento pari a sei decimi, il consiglio di classe assegna un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale da trattare in sede di colloquio dell’esame conclusivo del secondo ciclo”.
Il tema, i tempi e le modalità di consegna dell’elaborato saranno decisi dal consiglio di classe al momento dello scrutinio finale. Un modo per valutare la crescita personale dello studente, oltre a quella scolastica.
Gli altri requisiti: frequenza, INVALSI e PCTO
A questo punto, è opportuno fare una rapida summa di quelli che sono i requisiti per essere ammessi alla Maturità 2025. Oltre a voti e condotta, per accedere all’esame bisogna rispettare anche altri paletti ormai noti. Tra questi:
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Frequentare almeno tre quarti del monte ore annuale personalizzato;
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Aver partecipato alle prove INVALSI;
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Aver completato le ore previste di PCTO, i Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (ciò che una volta si chiamava Alternanza scuola-lavoro).
Insomma, l’ammissione non è automatica, ma nemmeno così complessa da agguantare. Basta non sottovalutare il comportamento e giocarsi bene le ultime settimane di scuola.