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di paolodifalco01
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crisi io tesina

E' ormai arrivato il momento della tanto attesa Maturità 2023 dove gli scritti che si affiancheranno alla prova orale che, come quella di tutti gli altri anni, prevederà dei collegamenti interdisciplinari tra le varie materie in base ai nodi concettuali scelti corso dell'anno scolastico: quali potrebbero essere i collegamenti sul concetto di crisi dell'io? Andiamo a vederli insieme.

Come si svolgerà il colloquio orale?

Anche quest'anno la Maturità 2023 sarà caratterizzata dall'immancabile colloquio orale a cui verrà attribuito un punteggio massimo di 20 punti e che si comporrà essenzialmente di due parti: nella prima ci sarà l'analisi di un materiale(un testo, un documento, un problema, un progetto) che verrà scelto dalla Commissione e si collegherà ad uno dei nodi concettuali selezionati nel corso dell'anno scolastico.

Partendo da questo documento il maturando dovrà dimostrare le sue capacità di fare dei collegamenti con le altre discipline e anche di possedere le competenze di Educazione Civica. Il secondo momento invece sarà dedicato alla descrizione della propria esperienza all'interno dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento che potrà avvenire attraverso una breve relazione o un lavoro multimediale come un Power Point. Andiamo a vedere quali argomenti e autori si possono collegare per le varie materie all'idea di crisi dell'io.

La crisi dell'io nella letteratura inglese e italiana

Il tema della crisi dell'io può essere visto nella letteratura inglese in molte opere di vari scrittori come nel personaggio del dottor Henry Jekyll, protagonista dell'opera principale di Robert Stevenson, "Lo strano caso del Dr Jekyll e del Mr Hyde", che mostra a pieno l'idea di una doppia identità e di una doppia coscienza. La coscienza, questo vasto e mobile mondo di dentro, si rivela spesso a partire da fatti minimi come nelle epifanie (improvvise manifestazioni) di Joyce o nelle intermittenze (trasalimenti, rivelazioni) del cuore di Proust. Tutta la realtà viene raccontata dalla parte dell’io, senza alcuna pretesa di esaurirla o di spiegarla compiutamente.

A parlare della crisi dell'io all'interno della letteratura italiana troviamo il movimento della Scapigliatura caratterizzato dalla protesta e dalla ribellione, il movimento Neoclassico, attorno a Carducci, che mirava ad un ritorno dell’arte classica e quello del Verismo dove verrà rappresentata la realtà senza intrusioni di nessun tipo da parte del poeta. Questa crisi caratterizzerà la poetica della vecchiaia di Giosuè Carducci: molte poesie delle "Rime Nuove" nascono da un motivo comune: l'opposizione tra l'esaltazione della vita e il pensiero della morte, della caducità e fragilità di ogni esistenza terrena.

Troviamo un’analisi di questo tema anche in Giovanni Verga all'interno di “Mastro Don Gesualdo” dove il protagonista infatti pur essendo un vincitore nella lotta per la vita è in realtà un “vinto”: è vero che la sua figura è caratterizzata dall’accumulo di ricchezze, ma la sua scelta di vita lo ha portato al pieno fallimento sul piano umano. Gabriele D'Annunzio invece tenterà di reagire alla crisi dell'io trasformando l’impotenza dell’uomo ed elaborando la figura del superuomo, dell’individuo eccezionale. Da qui nasce "il Piacere" dove troviamo Andrea Sperelli, simbolo del perfetto esteta che deve difendere principi come raffinatezza e bellezza.

La crisi dell'io nell'arte

Il concetto della crisi dell'io è stato sviluppato ampiamente all'interno dell'espressionismo, una corrente artistica e letteraria sviluppatasi in Germania tra il 1905 e il 1925. Precursore dell'espressionismo è Edvard Munch che attraverso "L'urlo" ha dato voce e colore alla crisi esistenziale che caratterizzerà il Novecento.

Accanto a lui troviamo anche Vincent Van Gogh che rappresenta l'esempio più famoso di artista maledetto, di artista che vive la sua breve vita tormentato da enormi angosce ed ansie esistenziali a tal punto di concluderla tragicamente suicidandosi.

La crisi dell'io nelle discipline scientifiche

Nel Novecento ad entrare in crisi sono gli stessi concetti della fisica classica che si erano consolidati nel corso dei secoli. Uno dei filoni di ricerca che maggiormente contribuì al superamento della fisica classica fu quello relativo alla propagazione ed all'emissione della luce. L'indipendenza della velocità della luce dal sistema di riferimento scelto, dimostrata sperimentalmente da Michelson e Morley nel 1881, metteva in crisi il principio galileiano di composizione delle velocità.

Inoltre il principio di relatività galileiana sembrava essere in contrasto con le equazioni di Maxwell che modificano la loro forma nel passaggio da un sistema di riferimento inerziale ad un altro. Tutto questo portò Albert Einstein a riaffermare il criterio di relatività, mettendo però in crisi la concezione classica dello spazio e del tempo con la teoria della relatività ristretta.

Paolo Di Falco