
Manca sempre meno alla partenza di questa Maturità 2023 che oltre alle due prove scritte sarà composta dal colloquio orale dove si potrà attribuire un punteggio massimo di 20 punti. Durante la prova orale, così come per gli anni scorsi, è previsto un momento dedicato ai vari collegamenti interdisciplinari tra le materie in base ai nodi concettuali già scelti nel corso dell'anno scolastico: quali potrebbero essere i collegamenti sull'idea di guerra? Vediamoli insieme.
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Come si svolgerà il colloquio orale?
L'ultima delle tre prove previste per la Maturità 2023 è il colloquio orale che partirà dall'analisi di un materiale(un testo, un documento, un problema, un progetto)che sarà predisposto direttamente dalla Commissione e riguarderà uno dei nodi concettuali indicati nel corso dell'anno scolastico.Partendo da questo documento il candidato dovrà dimostrare nel corso dell'esame di aver acquisito i contenuti e i metodi delle singole discipline che dovranno essere messe in collegamento tra loro e di aver maturato le competenze di Educazione civica. L'ultimo momento è invece dedicato all'esperienza fatta nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento che potrà essere esposta attraverso una breve relazione o un lavoro multimediale come un Power Point. Andiamo a vedere quali argomenti e autori si possono collegare per le varie materie al concetto di guerra.
La guerra nella letteratura inglese e italiana
Il concetto di guerra da sempre ha trovato spazio nella letteratura dove sono in tanti gli scrittori che hanno provato a descriverne gli effetti, la conseguente tragedia sul piano umano e la distruzione che ogni guerra si porta con sè. Nella letteratura inglese il tema della guerra lo troviamo sin dalle origini con Beowulf, la prima composizione scritta conosciuta in lingua inglese che risale all’VIII secolo e tratta di un eroe guerriero che combatte per difendere il proprio regno da un mostro.La stessa tematica vanno poi ripresa anche dai poeti romantici come Byron e Wordsworth per poi trovare ampio spazio nella poesia della Prima Guerra mondiale dove vi furono i cosiddetti War Poets, ovvero i poeti soldato che hanno vissuto la guerra in prima persona rimanendo colpiti e segnati dai suoi orrori come Siegfried Sassoon con "Il rancido tanfo" o Charles Sorley, la cui poesia più famosa, "Quando vedi milioni di morti senza bocca", fu trovata tra i suoi averi dopo che venne ucciso durante la battaglia di Loos nel 1915.
Anche nella letteratura italiana sono davvero in tanti che hanno affrontato questa tematica come Italo Calvino, scrittore che partecipato attivamente alla guerra partigiana e che nel suo primo romanzo “Il sentiero dei nidi di ragno” ha raccontato il conflitto attraverso gli occhi di Pin, bambino sbandato, passato dai giochi violenti dell’infanzia alla dura realtà del conflitto. Oltre a lui anche lo scrittore Beppe Fenoglio, di cui quest'anno ricorrono i cento anni dalla nascita, si è occupato della guerra in due tra i suoi libri più conosciuti, “Una questione privata” e “Il partigiano Johnny”, che raccontano le storie di giovani combattenti tra amore e guerra.
Molto importante è anche l'attività di Giuseppe Ungaretti che ha dedicato diverse poesie alla guerra all'interno della sua raccolta "L'Allegria" dove ci offre una testimonianza vivissima di quello che i soldati hanno vissuto durante la Prima Guerra mondiale a cui Ungaretti partecipò in qualità di soldato semplice. Infine non possiamo non citare Primo Levi che ha raccontato al mondo l’esperienza terribile dei campi di concentramento. Tra i suoi lavori più famosi: “Se questo è un uomo”, “La tregua” e “La chiave a stella”.
La guerra nella storia
La guerra poi è stata sicuramente l'elemento che più ha caratterizzato la nostra storia: tra quelle più importanti da ricordare c'è sicuramente quella per l'indipendenza italiana che copre complessivamente un periodo che va dal 1848 al 1866 e che si svolse in diverse fasi attraverso sommosse ed vari episodi in varie parti d'Italia nella sua prima parte per poi dare vita ad un vero e proprio movimento rivoluzionario che portò all'unità d'Italia.Poi a segnare il Novecento invece sono state le due guerre mondiali: la Prima Guerra mondiale che fu il risultato di un lungo periodo di tensioni tra le principali potenze europee e che scoppiò il 28 giugno 1914 con l'assassinio di Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria. Qui inizialmente si contrapposero da un lato Gran Bretagna, Francia e Russia e dall'altro Germania e Austria. E poi la Seconda Guerra mondiale dove a scontrarsi furono due ideologie diverse: da un lato gli Stati dell'Asse (Italia, Germania, e Giappone) che miravano a distruggere il Comunismo e sottomettere interi popoli e dall'altro i cosiddetti Alleati (Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e alla quale si aggiunse poi l'Unione Sovietica).
La guerra nelle discipline scientifiche
Nelle discipline scientifiche invece il concetto di guerra può sicuramente collegarsi a Enrico Fermi che a causa delle leggi razziali fu costretto a fuggire in America. Proprio negli anni del fascismo prese piede la prima scuola di fisica romana che aveva sede in Via Panisperna. Il gruppo di scienziati reclutati per le ricerche dell'epoca, tra cui Ettore Majorana, ha dato vita alle ricerche più avanzate in campo nucleare, rivoluzionandone per sempre il campo.Nello stesso periodo si sviluppano gli studi sulla meccanica quantistica e tra i vari protagonisti dell'epoca emerge il nome di Karl Heisenberg. Oltre a Enrico Fermi a scappare negli Stati Uniti fu anche Albert Einstein, probabilmente il fisico tedesco più famoso di sempre, che sviluppò la teoria della relatività. Lui prese anche parte al Progetto Manhattan per la costruzione della bomba atomica.
Paolo Di Falco