
Il compagno prima di te è entrato in aula e sta esponendo la tesina. Nel tuo cervello suona una sinfonia di ansia e panico che sembra divorarti. Anche a questa maturità 2018 saranno più i fifoni che i coraggiosi, specie se si tratta della prova orale.
È comune vedere ragazzi che associano il momento della prova ad attimi catastrofici. Le preoccupazioni sono sempre le solite: temere in una figuraccia, panico per la scena muta e mostrarsi impreparati. Quali sono i pensieri e le paure che più spesso colpiscono i maturandi? Ecco qualche esempio.
Non vedere la fine
Questo è un classico. Sei talmente concentrato sulla prova che non riesci minimamente a pensare al dopo. Se ti chiedono di festeggiare una volta finito, tralasci tutto perché "chissà che succederà".In realtà niente panico: entra nell'ordine di idee che in positivo o in negativo il colloquio terminerà. Per essere più sereno puoi farti un'idea del tempo che ci impiega la commissione a interrogare gli altri compagni, ascoltando le loro interrogazioni.
Nei casi estremi attacchi di panico
Non mancano i ragazzi (più spesso sono ragazze) che si fanno travolgere dalla tensione, al punto di avere veri attacchi di panico. L’ansia d’esame così forte non aiuta ma peggiora la situazione e si innesca perché magari non si è certi della preparazione o non si conosceva la domanda fatta al compagno prima. Se può essere di consolazione quest'ultimo è un aspetto utile. Se chi vi precede non conosce la riposta, puoi controllarla nel frattempo (senza dare nell'occhio). Allo stesso tempo non è così scontato che la chiedano proprio a te.
Come andrà, andrà!
È il momento finale, quando non ne puoi davvero più. Pensi che toglierti di mezzo l'orale sia necessario per riprendere a respirare senza affanno. Sicuramente è un momento di pura liberazione che ti aiuterà a recuperare energie. Ma non è scontato che un po' di tensione non torni nel momento in cui ti sederai di fronte ai commissari. Lì però, i giochi sono fatti.Serena Santoli