
Il “De ira” è un’opera scritta da Seneca , molto probabilmente sotto il principato di Caligola , dedicata a suo fratello maggiore. Questo scritto è diviso in tre libri ed appartenente ai Dialogi .
L’opera è caratterizzata da un dialogo in prima persona, l’unico interlocutore è il destinatario dell’opera.Un brano dal De ira è proposto dal Miur nelle simulazioni seconda prova maturità del 2 aprile.
Guarda qui la traccia e la soluzione della simulazione di 2 prova del classico del 2 aprile >>
Le tematiche principali del De Ira di Seneca
I temi principali sui quali si concentra Seneca sono la passione e l’ira , tuttavia la prima non viene vista come qualcosa di positivo, poiché è una passione che offusca la mente e la ragione, inducendo chi la prova a fare qualsiasi cosa in maniera incontrollata. L’autore vuole combattere l’ira descrivendone le deleterie manifestazioni, e successivamente indica i rimedi per prevenirla e placarla . Una figura secondo Seneca che si è fatto eccessivamente governare dall’ira è Caligola , l’autore lo descrive come una “belva”, sfogando così il proprio odio e rancore nei suoi confronti.
Citazioni dal De Ira di Seneca
“Ira quin species oblata iniuriae moveat non est dubium”.“Non vi è dubbio che l’ira muova dalla percezione di un’offesa ricevuta”
Queste sono le parole pronunciate da Seneca all’esordio del suo secondo libro, che ci permettono di capire come l’ira affondi le sue radici nell’indignazione. Inoltre, secondo Seneca, l’ira autentica non consiste nel turbamento che arriva all’improvviso, ma nel lasciarsi prendere e trascinare e prendere da quella sensazione, assecondando questo impulso. Per riassumere possiamo dire che la vera ira è quella che sovrasta la ragione , anche gli uomini più pacifici possono cedere di fronte ad essa.
Un passaggio molto interessante lo troviamo nel sesto capitolo, quando l’interlocutore pone un’obiezione a Seneca: l’uomo virtuoso dovrebbe adirarsi di fronte alle azioni disoneste. L’autore gli risponde dicendo che se il saggio dovesse adirarsi nella misura richiesta dall’infamia dei delitti, impazzirebbe.