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Introduzione alla regola di Ruffini
La regola di Ruffini serve per scomporre un polinomio qualunque
La particolarità della regola di Ruffini è che restituisce sempre i coefficienti di due polinomi,
Quando utilizzare la Regola di Ruffini? Come applicarla?
In questa sezione vedremo come applicare, passo dopo passo, la regola di Ruffini.
La Regola di Ruffini, o Metodo di Ruffini, generalmente si applica ai polinomi di grado
Ricerca di una radice: per prima cosa cerchiamo una radice del polinomio
con a_n coefficienti reali,
Dove
Vediamo un esempio per capire meglio quanto detto!
Es:
In questo caso abbiamo un polinomio di grado
per ulteriori approfondimenti sulla Regola di Ruffini vedi anche qua
In questo caso abbiamo trovato una radice del polinomio, ovvero
Ad ogni modo, adesso che abbiamo trovato una radice, possiamo procedere con il metodo di Ruffini.
Applicazione del metodo: per applicare il metodo di Ruffini è necessario creare una tabellina in cui inseriamo nella prima riga (lasciando libera la prima colonna) i coefficienti a_n del polinomio
Dopo di ché, scriviamo nella prima colonna della seconda riga la radice r del polinomio che abbiamo trovato precedentemente. Fatto ciò, ci spostiamo nella terza riga e, a partire dalla seconda colonna, iniziamo a completare la nostra tabella.
Per prima cosa riportiamo nella seconda colonna della terza riga il coefficiente del termine di grado massimo, ovvero a_n. Poi moltiplichiamo questo coefficiente per la radice
L'ultimo elemento della tabella, cioè l'elemento che si trova nella n_esima colonna della terza riga, rappresenta il resto della scomposizione. Se non abbiamo commesso errori, allora il resto è nullo.
I valori che otteniamo nell'ultima riga non sono altro che i coefficienti del polinomio
Esempio Svolto: Applicazione della regola di Ruffini
Nel paragrafo precedente abbiamo trovato la radice del polinomio
Per prima cosa identifichiamo i coefficienti dei termini del polinomio e li scriviamo per grado decrescente, ovvero:
a_n=1
a_(n-1)=3
a_(n-2)=1
a_0=-5
[/math]

quindi nella prima riga della nostra tabella avremo:
Per quanto detto prima, nella prima colonna della seconda riga scriviamo solo il resto, ovvero
Passiamo adesso alla terza riga e scriviamo
Moltiplichiamo
Sommiamo i coefficienti della terza colonna
Moltiplichiamo il numero appena ottenuto per il resto, quindi
Sommiamo i coefficienti della quarta colonna
Moltiplichiamo il numero appena ottenuto per il resto, quindi
Sommiamo i coefficienti della quinta colonna
Come potete vedere, il risultato dell'ultima operazione è zero, questo significa che il resto è nullo e quindi le operazioni effettuate sono corrette. Abbiamo ottenuto il nostro polinomio scomposto!
I valori ottenuti nell'ultima riga sono i coefficienti del polinomio
Allora possiamo scrivere che
REGOLA DI RUFFINI
La regola di Ruffini serve per scomporre il polinomio A(x) o per dividere il polinomio A(x) per un binomio del tipo x
– a.
La particolarità della regola di Ruffini è che, in ambi i casi, restituisce i coefficienti di un polinomio Q(x) di grado n-1
rispetto al polinomio P(x).
Di seguito, sarà analizzata la scomposizione di un polinomio.
Sarà utilizzata la seguente convenzione: in nero si indicheranno le operazioni da fare, in corsivo (nero) si indicheranno
i richiami di algebra, utili a comprendere le operazioni da fare, mentre in rosso si indicheranno le operazioni effettuate.
Scomporre il polinomio A(x)
Scomporre un polinomio significa riscriverlo come prodotto di polinomio irriducibile.
Δ
Un polinomio è irriducibile se è di primo grado o di secondo grado con < 0
3 2
A(x) = x + 6x + 11x + 6 = B(x) C(x)
1) Ricercare le radici del polinomio tra i sottomultipli del termine noto.
Le radici del polinomio sono quei numeri che sostituiti alla variabile rendono il polinomio uguale a 0.
Se c è una radice di A(x) A(c) = 0
Il termine noto è il termine di grado 0, ovvero il numero scritto senza variabile.
Le radici sono da ricercarsi tra i sottomultipli del termine noto soltanto nel caso in cui il coefficiente del termine di
grado massimo è 1. Negli altri casi, le eventuali radici sono da ricercarsi tra i numeri razionali ± p/q dove p è un
sottomultiplo del termine noto e q è un sottomultiplo del coefficiente di grado massimo.
–
Una volta trovata la radice del polinomio c, si deduce che A(x) è divisibile per x c.
Un polinomio A(x) è divisibile per B(x) se il resto è uguale a 0.
Il resto di una divisione tra polinomi è il polinomio R(x) da dividere per B(x) e aggiungere a Q(x) per ottenere
A(x)/B(x). In simboli:
= Q(x) + ovvero A (x) = B(x )Q(x)+ R(x)
D(6) = ±1, ±2, ±3, ±6
P(-1) = -1 + 6 - 11 + 6 = 0
B(x) = x - (-1) = x + 1
3 2
A(x) = x + 6x + 11x + 6 = (x + 1) C(x)
2) Costruire una tabella formata da due barre verticali e una orizzontale, inserendo nella prima riga, della seconda
colonna, tutti i coefficienti del dividendo, ordinati secondo le potenze decrescenti, ad eccezione del termine noto,