Concetti Chiave
- Il passaggio delle truppe ha portato a morti sospette e malattie sconosciute lungo i loro itinerari.
- Nonostante gli avvertimenti, il governatore di Milano non interviene, ignorando la diffusione della peste.
- La peste si diffonde a Milano, introdotta da un soldato che muore all'ospedale, contagiando la sua famiglia e vicini.
- La popolazione attribuisce la peste a superstizioni di "untori" e credenze errate, rifiutando la realtà dell'epidemia.
- La città si trova costretta ad affrontare la gravità della situazione mentre il contagio colpisce tutte le classi sociali.
L'inizio dell'epidemia
Il pericolo di una epidemia che il tribunale di sanità aveva temuto come conseguenza del passaggio delle soldatesche, purtroppo si dimostrò presto non infondato. Infatti nei luoghi attraversati dalle truppe si era trovato qualche soldato morto nelle case o per le strade; insorgono strane malattie e la gente comincia a morire, e talora intere famiglie, di un male violento non prima conosciuto.
II governatore di Milano, don Gonzalo, pur essendo avvertito del contagio scoppiato nel territorio di Lecco, tutto preso dalle preoccupazioni della guerra, non prende nessun provvedimento; d'altra parte in città nessuno vuole arrendersi alla realtà della peste che già infieriva nei territori vicini e tutti preferiscono attribuire la mortalità alla carestia dell’anno prima e alle prepotenze dei soldati.La diffusione della peste
Cosi la peste arriva in Milano, portata da un soldato italiano al servizio della Spagna, che si era fermato presso dei parenti. Qui si era ammalato e, trasportato all'ospedale, era morto dando il sospetto ai medici che si trattasse di peste. La famiglia presso cui era stato ospitato e i vicini di casa si ammalarono poco dopo; alcuni di loro, portati al lazzaretto, vi morirono. II contagio dilaga nei primi mesi del 1630 e comincia a colpire anche le persone agiate.
Superstizioni e accuse
II popolino ignorante non vuole credere alla natura del male e si ostina a pensare che la peste sia stata sparsa da gente malvagia, che chiama "untori", superstizione avvalorata dal fatto che una mattina, inspiegabilmente, le porte e i muri di una gran parte della città sono trovati imbrattati di una sostanza biancastra con spugne. Il popolo credette che fossero stati degli untori, ossia dei malvagi, diffonditori della peste con quel liquido. Si bruciano i luoghi unti e vengono accusati anche don Gonzalo e altri grandi personaggi. Si continua a non voler credere alla malattia, si pensa al maleficio, finché la realtà della tragedia non si impone in tutta la sua gravità.
Domande da interrogazione
- Qual è stata la causa iniziale dell'epidemia secondo il testo?
- Come si è diffusa la peste a Milano?
- Quali superstizioni e accuse sono emerse durante l'epidemia?
L'epidemia è iniziata a causa del passaggio delle soldatesche, con alcuni soldati trovati morti e l'insorgere di strane malattie, ma inizialmente la mortalità è stata attribuita alla carestia e alle prepotenze dei soldati.
La peste è arrivata a Milano tramite un soldato italiano al servizio della Spagna, che si era ammalato e morto, contagiando la famiglia e i vicini, con il contagio che si è diffuso rapidamente nei primi mesi del 1630.
Il popolino credeva che la peste fosse diffusa da "untori", malvagi che spargevano la malattia con un liquido biancastro, e furono accusati anche don Gonzalo e altri personaggi, finché la gravità della situazione non divenne evidente.