Concetti Chiave
- L'arrivo dell'esercito tedesco porta la peste nel territorio milanese, con sintomi inizialmente non riconosciuti dalla maggioranza.
- Il medico Lodovico Settale, esperto di pestilenze precedenti, avverte il tribunale di sanità, che però non dà peso alla segnalazione.
- Il tribunale di sanità invia un medico, Alessandro Tadino, che conferma la diffusione della peste a Lecco e lungo il lago di Como.
- Nonostante il peggioramento della situazione, il governatore Spinola minimizza il pericolo e organizza festeggiamenti pubblici.
- La gestione della peste è affidata ai frati cappuccini, mentre la popolazione inizia a incolpare gli untori per la diffusione del contagio.
Indice
L'arrivo della peste a Milano
Con l’arrivo dell’esercito tedesco nel territorio milanese, si propaga la peste. Manzoni afferma di aver trovato a riguardo notizie e informazioni inesatte e spesso tra loro contraddittorie. Nessuno storico, prima di allora, si era preoccupato di esaminare e confrontare quelle informazioni per ritrarne una serie concatenata degli avvenimenti. Il narratore, quindi, si accinge a esporre, in seguito a un’analisi accurata dei fatti più importanti, le cause e gli sviluppi della pestilenza.
Primi casi e reazioni iniziali
Nell’autunno 1629 cominciano a registrarsi, nei territori esposti al cammino delle truppe imperiali, dei casi sporadici di peste. I sintomi non vengono riconosciuti dalla maggior parte della gente, fatta eccezione per quelle persone che hanno vissuto la pestilenza del 1576. Tra questi il medico Lodovico Settale che da giovane aveva avuto a che fare con la peste di san Carlo. Egli riconosce immediatamente che si tratta di peste per cui avverte il tribunale di sanità. Tuttavia, quest’ultimo non dà abbastanza importanza alla segnalazione. Nel frattempo, vengono segnalati altri casi di peste.
Diffusione e sottovalutazione
Il tribunale di sanità decide quindi di inviare un commissario e un medico nelle aree in cui sono stati segnalati dei malati per condurre un’indagine, ma i due vengono depistati dalle informazioni di un barbiere locale che afferma che quella non è peste.
Di fronte a nuove segnalazioni, il tribunale di sanità decide di inviare il medico Alessandro Tadino che scopre che la peste si è diffusa nel territorio di Lecco, nella Valassina e lungo le coste del lago di Como.
Il tribunale di sanità, seppur con lentezza, si muove e vieta l’ingresso a Milano di persone provenienti da zone ritenute infette. Inoltre, il governatore Spinola, informato della situazione, ne sottovaluta la gravità e anzi ordina pubblici festeggiamenti per l’erede al trono di Spagna.
La peste si diffonde a Milano
La peste arriva a Milano. Il primo a introdurre la peste in città pare sia stato un soldato italiano che, dopo aver contratto il morbo, entra a Miano e alloggia presso alcuni suoi parenti. Dopo alcuni giorni, muore di peste. Il tribunale di sanità fa bruciare tutti i vestiti e gli oggetti appartenuti al soldato e segrega la sua famiglia. La popolazione, per non incorrere in confische e segregazioni, evita di denunciare i nuovi malati.
Reazioni della popolazione e autorità
Sul finire del marzo 1630, la situazione si aggrava. Il governo decide affidare la giurisdizione del lazzaretto ai frati cappuccini. Quest’ultimi, guidati da padre Felice Casati e da padre Michele Pozzobonelli, si prodigano in opere di carità che alleviano le sofferenze degli appestati.
Ormai tutti si convincono che la peste esiste. La gente, però, inizia ad attribuire le cause del contagio agli untori. Questi individui vengono sospettati di cospargere unguenti velenosi su mura e porte delle case.
Il tribunale di sanità, in occasione di una processione per la Pentecoste, fa sfilare un carro con sopra i corpi di un’intera famiglia colpita dalla peste, affinché la popolazione impari a riconoscerne i segni. Ma l’espediente utilizzato dal tribunale di sanità ha contribuito a diffondere ulteriormente il contagio.
Domande da interrogazione
- Quali furono le prime reazioni alla comparsa della peste a Milano?
- Come si diffuse la peste a Milano?
- Quali furono le azioni intraprese dal tribunale di sanità per contenere la peste?
- Come reagì la popolazione di Milano alla diffusione della peste?
- Quali furono le conseguenze delle azioni del tribunale di sanità durante la processione per la Pentecoste?
Le prime reazioni furono di sottovalutazione. Nonostante il medico Lodovico Settale avesse riconosciuto i sintomi della peste, il tribunale di sanità non diede abbastanza importanza alla segnalazione.
La peste si diffuse a Milano principalmente a causa di un soldato italiano che, dopo aver contratto il morbo, entrò in città e alloggiò presso alcuni parenti, morendo successivamente di peste.
Il tribunale di sanità inviò medici per indagare e vietò l’ingresso a Milano di persone provenienti da zone infette. Tuttavia, le azioni furono lente e spesso inefficaci.
La popolazione inizialmente evitò di denunciare i nuovi malati per paura di confische e segregazioni. Successivamente, iniziò a credere che la peste fosse causata dagli untori.
L'azione del tribunale di sanità di far sfilare un carro con i corpi di una famiglia colpita dalla peste contribuì a diffondere ulteriormente il contagio.