Daniele
Genius
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Concetti Chiave

  • La peste a Milano iniziò con il ritiro dell'esercito, portata da un soldato italiano, e fu rapidamente segnalata da Ludovico Settala, il protofisico.
  • La popolazione reagì con incredulità e superstizione, attribuendo l'epidemia a untori immaginari, causando ingiuste esecuzioni e costruzione di monumenti commemorativi.
  • L'epidemia si diffuse a causa delle cattive condizioni igieniche e della carestia, complicata dalla presenza dei Lanzichenecchi che portarono distruzione e malattie.
  • Le misure per contenere la peste includevano l'isolamento delle città e l'istituzione di lazzaretti, sebbene tali azioni fossero spesso insufficienti e mal gestite.
  • La chiesa organizzò processioni che, invece di mitigare la peste, contribuirono a diffonderla ulteriormente, mentre i "monatti" furono incaricati di gestire i cadaveri, spesso abusando del loro potere.

Indice

  1. L'inizio della peste a Milano
  2. Reazioni e credenze popolari
  3. La diffusione della peste
  4. Misure e conseguenze della peste

L'inizio della peste a Milano

Si ritira l'esercito ma lascia dietro di sé oltre che le devastazioni un segno negativo di paurosa potenza distruttiva: la peste che allora sembrava essere costantemente presente all'interno degli eserciti. Le prime vittime furono accertate nel territorio di Lecco. Un soldato italiano militante nell'esercito tedesco la porta a Milano.

Primo ad accorgersene e a darne l'allarme alle autorità sollecitando interventi precisi e rapidi; fu il protofisico (una sorta di Ministro della Sanità) Ludovico Settala: ne aveva diretta esperienza essendo passato indenne per quella del 1576.

Reazioni e credenze popolari

La gente sembra mettersi la testa dentro la sabbia e non ci crede: si dice che si tratta di un 'epidemia di varia natura dovuta alla carestia e agli strapazzi provocati dall'invasione dei lanzi. riassunto del capitolo 31 dei Promessi SposiC'è una sorta di fuga dalla realtà. Si ha tanta paura delle parole che, invece di peste, si parla di febbre pestilenziale. Il governatore Ambrogio Spinola (don Gonzalo era stato sostituito), occupato dalla guerra, risponde alle autorità che facessero loro. lui ha cose più importanti cui pensare. Si riapre il lazzaretto che si vede ogni giorno di più colmare di malati: la maggior parte dei quali muore. Il lazzaretto, data l'insipienza e l'inefficienza dei poteri politici, affidato alla direzione ed amministrazione dei padri cappuccini: questi si adoperano eroicamente per i malati, molti prendono la peste, i più di loro muoiono. Ma la peste non è solo un male di per sé, non semina soltanto sofferenze e morte: scompiglia la vita mentale della gente e l'avvia verso le credenze più folli, verso Pirrazionalità. Non trovando la vera causa dell'epidemia, la gente inventa e dà credito ad alcune motivazioni e cause infondate: si pensa e crede che in giro vadano degli untori che, spinti da ragioni politiche o da perverse tendenze assassine, spargano e imbrattino di cose unte le cose e i luoghi pubblici. Chi ne è toccato, si prende la peste. Si credette di averne trovati alcuni che sottoposti a tortura si dissero colpevoli: furono avviati a morte e là dove c'era la casa di uno, fu eretta una colonna col compito di ricordare alle generazioni seguenti l'infamia di così efferato gesto.

La diffusione della peste

La peste scoppiata nel 1629 fu il culmine di una serie incredibile di avvenimenti assai poco piacevoli accaduti in quegli anni nel Ducato di Milano. Infatti precedentemente c'erano stati la carestia prima, la guerra di successione al trono del ducato di Mantova poi. E proprio la guerra è stata la causa di questa epidemia.

Infatti il ducato di Venezia aveva assoldato per vincere la guerra, e quindi allargare il dominio al regno di Mantova, un famoso esercito di mercenari, i Lanzichenecchi, soldati che godevano di una pessima fama, visto che dove passavano portavano distruzione, e, spesso e volentieri, gravi malattie. Bene, visto che i Lanzichenecchi provenivano dall' Austria, per arrivare a Mantova doverono passare da Milano, e ne approfittarono per depredarla; purtroppo vi lasciarono anche la peste. Questa tremenda malattia all' inizio non venne considerata da nessuno, ma quando cominciò a fare dei morti i cittadini cominciarono a chiedersi che cosa fosse. Alcuni già gridavano alla peste; il governatore, però, la classificò come una normale "febbre pestilenziale", quasi una cosa da niente.

Ma ormai la peste aveva attecchito tra i milanesi, aiutata dalle scarse condizioni igieniche e dalla carestia. Morivano così moltissime persone, e finalmente ci si decise a prendere delle precauzioni. Le città ancora non infettate venivano isolate e nessuno veniva fatto entrare, ma nella ormai contagiata Milano la situazione era drastica.

Misure e conseguenze della peste

Infatti non c'è era medicina per la peste: se ci si incappava in mezzo, o si guariva o si moriva. Nella stragrande maggioranza dei casi, però, ci si rimaneva secchi. La peste, poi è assai contagiosa, e la si può prendere anche solo toccando i vestiti di un malato, quindi dilaga esattamente come un incendio nel sottobosco. E così fu per Milano. La Chiesa, per attenuarla, fece delle lunghe processioni e riti, che però ebbero effetto contrario a quello previsto: infatti, radunando tutta quella gente, contagiata e non, si allargò l'epidemia, e Milano fu in preda alla peste.

Vennero così istituiti degli ospedali, i lazzaretti, dove si tentava di curare i malati terminali, un corpo speciale di immuni alla peste detti "monatti", che venivano pagati per portar via i corpi dalle case e seppellirli in fosse comuni.

Costoro, però, spesso si approfittavano della loro autorità, e derubavano le case dei morti. Per questo motivo erano visti male dai cittadini. Poi c'era in giro la diceria degli untori, persone che ungevano con olio infetto i portoni delle case dei cittadini, contagiandoli. Per questo motivo vennero uccisi molti innocenti, che, comportandosi in modo strano o chiedendo cose particolari venivano presi come untori e uccisi.

La popolazione di Milano mentre era in preda a questa confusione, venne decimata. Per fortuna, dopo qualche mese, la peste se ne andò così come era venuta.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata la causa principale della diffusione della peste a Milano nel 1629?
  2. La peste a Milano nel 1629 è stata principalmente causata dall'arrivo dei Lanzichenecchi, un esercito di mercenari che, passando per Milano durante la guerra di successione al trono del ducato di Mantova, ha lasciato dietro di sé la malattia.

  3. Come ha reagito la popolazione di Milano all'inizio dell'epidemia di peste?
  4. All'inizio, la popolazione di Milano ha reagito con incredulità e negazione, attribuendo l'epidemia a una febbre pestilenziale causata dalla carestia e dagli strapazzi dell'invasione, piuttosto che riconoscerla come peste.

  5. Quali misure sono state adottate per contenere la peste a Milano?
  6. Per contenere la peste, sono stati istituiti lazzaretti per curare i malati, e un corpo speciale di "monatti" per rimuovere e seppellire i corpi. Tuttavia, le processioni religiose hanno peggiorato la situazione, diffondendo ulteriormente l'epidemia.

  7. Quali credenze popolari sono emerse durante l'epidemia di peste?
  8. Durante l'epidemia, si è diffusa la credenza negli "untori", persone accusate di spargere la peste ungendo con olio infetto i portoni delle case, portando all'uccisione di molti innocenti.

  9. Quali sono state le conseguenze della peste sulla popolazione di Milano?
  10. La peste ha decimato la popolazione di Milano, causando un alto numero di morti e seminando confusione e paura tra i cittadini, fino a quando l'epidemia si è placata spontaneamente dopo alcuni mesi.

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