Concetti Chiave
- Nel 1629, nonostante un iniziale ritorno all'abbondanza a Milano, la situazione politica e le risorse alimentari peggiorarono rapidamente, portando a un aumento dei prezzi del pane e a una carestia devastante.
- L'incapacità dello Stato di importare grano e la gestione inadeguata delle risorse esistenti portarono a una crescente povertà e disperazione tra la popolazione, con molti ridotti a mendicare per sopravvivere.
- Il cardinale cercò di alleviare le sofferenze con l'assistenza di giovani preti, ma gli sforzi furono insufficienti senza un intervento statale adeguato, e l'apertura del Lazzaretto peggiorò la situazione sanitaria.
- La primavera portò un lieve miglioramento, ma la situazione restava critica, con molte persone ancora affamate e vulnerabili.
- L'arrivo dei lanzichenecchi, mercenari inviati dall'Impero germanico, portò ulteriore devastazione, costringendo la popolazione a fuggire dalle loro case e a cercare rifugio altrove.
La situazione politica e la carestia
Per tutto l'anno 1629 fino all'autunno la situazione politica generale non subì particolari modificazioni. Dopo il tumulto di S. Martino l'abbondanza sembrò tornata a Milano. Ma fu questione di pochi giorni: tornò il calmiere del pane con un prezzo più alto in rapporto alla rarefazione del grano. La poca farina che doveva essere amministrata con provvedimenti di equa distribuzione fu sprecata e lo Stato non seppe importare dall'estero grano a sufficienza. Si era creduto che con l'impiccagione di quattro uomini ritenuti responsabili del tumulto le cose trovassero sistemazione. Invece le cose peggiorarono: ma non ci fu tumulto, quasi la gente istintivamente avvertisse la impossibilità di radicali miglioramenti e di trasformazioni. La fame fiaccò anche i più generosi. La carestia temuta durante i mesi autunnali ed invernali si presentò con il suo volto devastatore. Dappertutto botteghe chiuse, le strade un corso incessante di miserie, accattoni sempre più numerosi, potenziati dai molti disoccupati, sempre più numerosi coloro che, vestiti di cenci, smagriti, emaciati, a volte incapaci di reggersi in piedi, chiedevano l'elemosina. Anche gente che era stata bene e aveva goduto di un certo agio ora sembrava schiacciata dalla fame. L'aspetto più doloroso era offerto dalla gente di campagna che la fame aveva cacciato di casa: ora accovacciati alle cantonate o in lunghe processioni i contadini provavano l'impossibilità per la città di provvedere a loro. Sempre più numerosi si fecero i morti. Pochi gli aiuti da parte delle anime più attente e generose. Eroica l'azione del cardinale che incarica giovani ed attivi preti a dare assistenza ai più colpiti. Ma si tratta sempre di toppe. Ci voleva l'azione dello Stato che, invece, fu del tutto assente o inadeguata. Contro il parere del Tribunale della Sanità che temeva dall'ammassamento in brevi spazi lo scoppio di un 'epidemia, si decise di aprire il Lazzaretto. Lì la gente trovava un minimo di assistenza alimentare: vi furono condotti a forza anche quelli che si opponevano al ricovero. Ma la morte per contagio assunse proporzioni rilevanti: di qui la decisione di rimandare fuori gli affamati. Finalmente giunse la primavera e qualcosa si cominciò a trovare.
La devastazione dei lanzichenecchi
Ma un'altra e durissima batosta si abbatté sulla popolazione. Dato che gli Spagnoli non riuscivano ad aver ragione dei Gonzaga di Mantova, l'Impero germanico alleato della Spagna mandò un corpo di spedizione di mercenari feroci, che attraversavano i territori anche degli amici e degli alleati con la stessa efficacia distruttiva delle cavallette.
Domande da interrogazione
- Qual era la situazione politica e sociale a Milano nel 1629?
- Come reagì la popolazione di fronte alla carestia?
- Quali misure furono adottate per affrontare la crisi alimentare?
- Quali ulteriori difficoltà affrontò la popolazione a causa dei lanzichenecchi?
Nel 1629, la situazione politica a Milano non subì grandi cambiamenti, ma la carestia peggiorò, con il calmiere del pane e la rarefazione del grano. La popolazione soffriva la fame, con molti ridotti a mendicare, e lo Stato non riuscì a importare grano sufficiente.
La popolazione, fiaccata dalla fame, non insorse più dopo il tumulto di S. Martino. Molti, ridotti in miseria, mendicavano per le strade, e anche chi era stato benestante soffriva. La città non riusciva a provvedere ai contadini affamati, e i morti aumentavano.
Per affrontare la crisi, fu aperto il Lazzaretto per fornire assistenza alimentare minima, nonostante il rischio di epidemie. Tuttavia, la morte per contagio aumentò, portando alla decisione di rimandare fuori gli affamati.
La popolazione subì un'altra dura prova con l'arrivo dei lanzichenecchi, mercenari inviati dall'Impero germanico. Questi attraversarono i territori con distruzione, costringendo la gente a fuggire verso le montagne in cerca di riparo.