danissimissima
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Concetti Chiave

  • Il capitolo si apre con una descrizione dettagliata dei luoghi, introducendo l'ambiente e il contesto storico-sociale della Lombardia del '600.
  • Manzoni usa l'ironia per descrivere i soprusi degli spagnoli e l'oppressione della popolazione lombarda da parte dei nobili locali.
  • Don Abbondio è presentato come un personaggio codardo, che si è fatto sacerdote per evitare conflitti con i potenti dell'epoca.
  • Il capitolo introduce il conflitto principale con l'incontro tra don Abbondio e i bravi di Don Rodrigo, che minacciano il sacerdote per impedire il matrimonio di Renzo e Lucia.
  • La narrazione alterna sequenze riflessive e narrative, culminando nel monologo interiore di don Abbondio, che riflette sulla sua situazione e le conseguenze delle sue azioni.

Il romanzo di Manzoni, si apre con una sequenza descrittiva, in cui ci presenta una minuziosa e dettagliata descrizione dei luoghi in cui si ambientano le vicende, che potremmo anche interpretare come una particolare introduzione al primo degli avvenimenti del capitolo e del romanzo; infatti inizia descrivendo gli ambienti andando dall’alto scendendo verso il basso, fino a quando, non potendo più scendere, comincia a narrare l’episodio che ha luogo nelle vicinanze dei posti che ha appena descritto, ovvero i pressi di Lecco, i monti, i fiumi e i paesini circostanti proprio come se li vedesse dall’alto.

Al bel paesaggio però si contrappone la dura situazione della Lombardia del ‘600, sottomessa agli spagnoli dei quali l’autore ci presenta, attraverso la sua ironia, che accompagna l’intero romanzo, i soprusi ai danni della popolazione. Poi la descrizione del paesaggio riprende, soffermando l’attenzione su una delle stradicciole per le quali era solito passare il primo personaggio presentatoci dal Manzoni, don Abbondio. capitolo 1 dei Promessi Sposi, analisiL’autore ne fa una rapida descrizione di nome, stato sociale e atteggiamenti, facendo intendere che il personaggio non è affatto una figura coraggiosa, e fa un riferimento alla sua storia, anche con una similitudine al verso 319 dicendo “un vaso di terracotta in mezzo a tanti vasi di ferro”, richiamando il fatto che il vero motivo per il quale si era fatto sacerdote, non era stata certo una vocazione, piuttosto il desiderio di sentirsi protetto, in quanto non avrebbe avuto modo di mettersi contro i potenti signorotti del luogo. Infatti la struttura sociale dell’epoca era di tipo “a cupola” ovvero con a capo non tanto i veri e propri governatori quanto i nobili aristocratici molto potenti, che opprimevano il ceto dei poveri. Da qui si può dedurre che Manzoni decide di far capire sin dall’inizio del romanzo in quale tipo di società vivevano i protagonisti, mettendo in luce la tematica più importante che è la giustizia, o meglio la “non-giustizia” dell’epoca.

Indice

  1. Don Abbondio e i Bravi
  2. Le Grida e la Giustizia

Don Abbondio e i Bravi

Don Abbondio ad un certo punto della passeggiata si ritrova ad un bivio con due persone che non avrebbe voluto incontrare: i bravi, cioè i servitori, di Don Rodrigo, l’antagonista del romanzo. Egli è infatti uno dei nobili del paese, noto come tanti altri, per le sue angherie, che decide di impedire il matrimonio tra Renzo e Lucia, i promessi sposi, per un capriccio nei confronti di Lucia.

Da qui il romanzo dà luogo ad una lunga digressione sulle “grida” ovvero le leggi dell’epoca contro i bravi, dicendo che sin dall’antichità esistevano i bravi, seppure diversi, ed esistevano anche le grida contro di loro, ma che non venivano mai rispettate.

Da qui in poi inizia la prima vera sequenza narrativa, dove Manzoni comincia dare luogo alla storia del romanzo e alle peripezie dei personaggi. E’ presente nel libro per la prima volta un dialogo, quello tra don Abbondio e i bravi, che sotto minaccia, lo costringono a non celebrare le nozze.

Tornando a casa, tramite una sequenza riflessiva, don Abbondio comincia a fare tanti pensieri, conteso fra il suo mondo interiore e quello della società nella quale vive.

Arrivato a destinazione stravolto, dopo vari tentennamenti, si confida alla sua serva, Perpetua, una donna popolana decisa e un po’ pettegola, che riesce a farsi facilmente raccontare il fatto che stava distruggendo psicologicamente il sacerdote. Perpetua gli consiglia di rivolgersi al vescovo di Milano, ma Don Abbondio, terrorizzato all’idea di ribellarsi a un potente, rifiuta il saggio consiglio e, infine, stremato, si ritira nella sua stanza.

Durante la notte, don Abbondio non riesce a fare altro che pensare alle scuse che dovrà dire a Renzo per non celebrare o comunque rimandare il matrimonio. Nel romanzo questi pensieri sono rappresentati sottoforma di monologo interiore, in cui don Abbondio si pone molti interrogativi.

Fino a questo punto del romanzo il ritmo delle sequenze è stato variabile, in quanto sono presenti sia sequenze riflessive che narrative.

Le Grida e la Giustizia

La grida era una vera e propria forma di una comunicazione ufficiale che veniva decisa dall'autorità e che veniva anche "gridata" sulle pubblica piazza da un banditore specifico. All'interno degli statuti milanesi che sono stati varati nel 1502 dal re Luigi XII di Francia e rimasero in vigore fino al XVIII secolo. I banditori sarebbero dovuti essere all'incirca 6 e dovevano "gridare" nei pressi del Broletto; le grida dovevano essere trasmesse ai banditori soltanto per via scritta. Nel romanzo de i Promessi Sposi, Alessandro Manzoni fa riferimento alle Grida, affermando che avevano dei titoli un po' stentorei ed un linguaggio abbastanza contorto e contenente troppi dettagli. Queste Grida avrebbero contenuto spesso l'enunciazione di pene molto severe per coloro che non le avrebbero rispettate. Molto spesso però queste non venivano osservate.

Ad esempio le grida che riguardavano i bravi spesso erano inefficaci, perché questi erano protetti spesso dai loro signori che richiedevano il loro aiuto come guardie.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza della descrizione iniziale nel romanzo di Manzoni?
  2. La descrizione iniziale nel romanzo di Manzoni serve come introduzione ai luoghi e al contesto storico, evidenziando il contrasto tra il bel paesaggio e la dura situazione della Lombardia del '600 sotto il dominio spagnolo.

  3. Chi è Don Abbondio e quale ruolo svolge nel romanzo?
  4. Don Abbondio è un personaggio presentato come un sacerdote non coraggioso, che si trova coinvolto nelle vicende del romanzo a causa della sua paura di opporsi ai potenti signorotti locali.

  5. Cosa rappresentano le "grida" nel contesto del romanzo?
  6. Le "grida" rappresentano le leggi dell'epoca contro i bravi, che però non venivano rispettate, evidenziando l'inefficacia della giustizia e l'oppressione dei potenti.

  7. Qual è il conflitto principale che Don Abbondio affronta?
  8. Don Abbondio affronta il conflitto di dover scegliere tra obbedire ai bravi di Don Rodrigo, che gli impongono di non celebrare il matrimonio tra Renzo e Lucia, e seguire il consiglio di Perpetua di rivolgersi al vescovo.

  9. Come viene rappresentato il tema della giustizia nel romanzo?
  10. Il tema della giustizia è rappresentato attraverso l'inefficacia delle "grida" e l'oppressione dei poveri da parte dei nobili, sottolineando la "non-giustizia" dell'epoca.

Domande e risposte

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