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Concetti Chiave

  • Il romanzo inizia con la descrizione dei paesaggi intorno a Lecco, introducendo l'ambiente del racconto.
  • Don Abbondio, un curato locale, viene minacciato da due "bravi" al servizio di don Rodrigo per impedire un matrimonio.
  • La minaccia riguarda il matrimonio tra Renzo Tramaglino e Lucia Modella, che don Rodrigo vuole ostacolare.
  • Don Abbondio, privo di vocazione e cercando protezione sociale, è costretto a obbedire ai prepotenti.
  • Confidandosi con la sua serva Perpetua, don Abbondio le chiede di mantenere il segreto, rifiutando di cercare aiuto dall'arcivescovo.

Indice

  1. L'incontro con i bravi
  2. La minaccia di don Rodrigo
  3. Il consiglio di Perpetua

L'incontro con i bravi

Alessandro Manzoni inizia il romanzo descrivendo i luoghi che circondano Lecco.

Racconta che per una delle stradicciole della costiera, don Abbondio, curato di una di quelle borgate, tornava dalla consueta passeggiata quotidiana, quando, presso un tabernacolo posto al bivio tra due viottoli, vide due uomini che la caratteristica “foggia del vestiario” classificava come “bravi”, uno a cavalcioni di un muretto e l’altro in piedi che mostravano in tutto il loro atteggiamento di essere lì ad attendere qualcuno, forse lui.

La minaccia di don Rodrigo

Spaventato, don Abbondio dovette affrontare il colloquio con i due uomini, che erano al servizio di un signorotto del luogo, don Rodrigo, che gli intimava di non celebrare il matrimonio tra Renzo Tramaglino e Lucia Modella, e di non parlare perché altrimenti l’avrebbero ucciso.

Don Abbondio dovette umilmente obbedire.

Egli era giunto al sacerdozio non per vocazione, ma per difendersi, mettendosi in una classe riverita e forte.

Il consiglio di Perpetua

Arrivò a casa, stanco e pensieroso, e Perpetua, la sua serva affezionata e fedele, capì subito che c’era qualcosa che non andava e dopo varie suppliche fece confessare tutto a don Abbondio, il quale le raccomandò di tenere il segreto.

Perpetua gli consigliò di scrivere una lettera al cardinale arcivescovo di Milano che sapeva far stare a dovere i prepotenti e che sicuramente avrebbe sistemato tutto, ma don Abbondio rifiutò.

Con un ultima supplica a Perpetua di non parlare con nessuno, si ritirò nella sua stanza.

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