Concetti Chiave
- La prima parte de "I Promessi Sposi" si concentra sul paese dei protagonisti, delineando gli ostacoli al loro matrimonio e culminando con la loro fuga.
- La narrazione è ricca di avvenimenti e dialoghi, con azioni che si influenzano reciprocamente come su una scacchiera, creando un intreccio complesso.
- Lo spazio principale del racconto è il paese, con movimenti limitati a pochi luoghi chiave che simbolizzano l'oppressione e la resistenza dei personaggi.
- Il tempo narrativo è concentrato in pochi giorni, con una sequenza ordinata e qualche flashback che chiarisce gli eventi passati.
- I personaggi sono divisi tra oppressori e oppressi, con figure intermediari che mediano tra le due fazioni, aggiungendo complessità alle loro relazioni.
Indice
Presentazione dell’argomento
La prima parte de I Promessi Sposi, cioè i capitoli I-VIII, corrispondono alla prima parte di Fermo e Lucia; essa ha una propria unità interna a livello di organizzazione dell’intreccio. Innanzitutto, in essa la vicenda ha per scenario quasi costantemente il paese i cui vivono i due protagonisti, con due ampie parentesi in cui viene descritto l’ambiente. Sempre con maggiore chiarezza. Lo scrittore delinea l’ostacolo che si oppone al matrimonio dei due giovani e ai tentativi, senza successo per superarli. La sconfitta dei protagonisti culmina con la fuga dal paese: si tratta di uno scacco anche per don Rodrigo che, così, non riesce a realizzare il progetto di rapire Lucia.
Osservazioni generali
Notiamo subito la grande ricchezza di avvenimenti; ognuno degli otto capitoli è ricco di movimento e di scene dialogate ed ogni azione ne produce immediatamente un’altra ad essa correlata. E’ come se si avesse davanti una scacchiera in cui le posizioni dei personaggi cambiano in continuazione, influenzandosi a vicenda. Le pause descrittive o le disgressioni storiche sono poste in relazione con gli stati d’animo dei personaggi e servono a precisare una situazione di equilibrio, di frattura, di attesa o di rimpianto. I riferimenti allo spazio e al tempo sono numerosi.
Lo spazio
I numerosi spostamenti dei personaggi nei primi otto capitoli avvengono quasi sempre nell’orizzonte del paese, che costituisce una sorte di fondale unitario delle scene: gruppi di case tranquille, poi turbate dal precipitare degli avvenimenti. Un punto di orientamento costante e perno delle varie vicende è la casa di Lucia a cui le donne sono particolarmente legate: qui giungono più volte Renzo e padre Cristoforo ed è qui che essi elaborano i piani di azione. Dalla casa di Lucia si irradia una serie di movimenti: la partenza di Renzo per Lecco, l’invio di messaggi a padre Cristoforo, la spedizione del frate al palazzo di don Rodrigo che trovandosi “elevato sopra le casucce ammucchiate” si configura subito come un simbolo dell’oppressione.I moti di allontanamento dal mondo del villaggio sono soltanto tre: l’andata di Renzo a Lecco, la salita di padre Cristoforo da don Rodrigo e la fuga finale.
Le donne sono ancorate alle mura domestiche ed è fra di ese che si tiene il dialogo con gli altri, mentre Renzo è sempre in cammino: i due assalti alla canonica, il suo itinerario attraverso le vie del paese fino a Lecco. Il giovane ricopre quasi il ruolo di emissario delle donne fino ad avventurarsi molto lontano
Soltanto padre Cristoforo compie un movimento verticale che a Renzo non è concesso; egli sale al palazzo di don Rodrigo a cui si oppone la discesa dei bravi per minacciare don Abbondio, per rapire Lucia e per minacciare il console.
Lo spazio, via via, diventa sempre più ampio: nel V capitolo abbiamo il palazzo di don Rodrigo, nell’VIII si può pensare alle onde sonore causate dallo scampanio che si estendono a tutto il paese ed infine i protagonisti che si incamminano verso spazi sconosciuti.
Il tempo
Nei primi otto capitoli ad uno spazio limitato corrisponde un ristretto lasso di tempo: dalla sera del 7 novembre alla notte degli imbrogli del 10 novembre. Nell’insieme, la successione temporale si presenta ordinata e regolare con alcuni indugi sulle scene dialogate e di azione che prevalgono sulle parti riassuntive. Sui può anche osservare che l’azione, in genere, segue l’ordine logico dei fatti e raramente si discosta dalla loro successione casuale e cronologica. Le sole sfasature temporali sono costituite da alcuni flashback che servono a chiarire e a completare il quadro degli avvenimenti: l’antefatto della vicenda viene portato a conoscenza del lettore nel capitolo III, nel racconto che ne fa Lucia e la storia di don Abbondio e di padre Cristoforo è riferita dopo la comparsa dei due personaggi. Incontriamo una sola anticipazione temporale nel capitolo VIII, con la funzione di informare in modo sommario sulle minacce al console, successive alla notte degli imbrogli.Molto frequente, invece, è il rapporto di simultaneità fra azioni diverse: fra il viaggio di Renzo a Lecco e l’appello di padre Cristoforo, fra la spedizione al castello di don Rodrigo e la discussione sul progetto del matrimonio a sorpresa, fra la resistenza di Lucia e il piano organizzativo di Renzo, fra le due manovre parallele che si compiono la stessa notte. La simultaneità di tutte queste azioni che terminano con la notte degli imbrogli, complica la struttura dell’intreccio, rende più complesso lo spazio e aumenta il movimento dei personaggi.
Sequenze narrative
La struttura di questa prima parte del romanzo ricalca quella di numerose opere narrative:a) Uno stato di equilibrio che si spezza e pone dei problemi ai protagonisti
b) I protagonisti che attraversano peripezie per risolvere tale problema
c) Il raggiungimento di un certo esito, nel caso del romanzo si tratta della fuga
Lo stesso schema si ritrova anche all’interno di storie secondarie come nella disgressione della vita di padre Cristoforo:
a) situazione di conflitto sociale
b) duello con il nobile
c) uccisione del provocatore
d) volontà di espiazione
e) umiliazione in pubblico
f) perdono
Ogni esito, positivo o negativo, comporta un nuovo problema da risolvere e, a volte viene posto con molta fretta senza che ancora si conosca l’esito del tentativo di risolvere quello precedente. Questo aspetto strutturale è collegato alla tecnica della simultaneità fra azioni diverse. Vediamo un esempio, che, però, non tiene conto del I capitolo perché ha la funzione di premessa
1) Renzo, essendosi visto negato il diritto di sposare Lucia, cerca un mezzo per ottenere giustizia
Consulta il dott. Azzeccagarbugli
Fallisce ed è scacciato
2) Tale fallimento spinge a riporre fiducia in padre Cristoforo, a cui Agnese e Lucia hanno già rivolto un appello
Padre Cristoforo si reca da on Rodrigo per cercare di persuaderlo ad agire con giustizia
Fallisce ed è scacciato
3) Questo secondo fallimento porta i protagonisti a riporre fiducia soltanto in se stessi e ad accettare il piano a cui Agnese aveva già pensato
Viene tentato il matrimonio a sorpresa (la notte degli imbrogli)
Il tentativo fallisce e Renzo e Lucia sono costretti a fuggire
4) Nel frattempo, don Rodrigo dopo il colloquio con padre Cristoforo, progetta di rapire Lucia
I bravi tentano il rapimento
Il tentativo fallisce e i bravi devono darsi alla fugaSi possono notare delle simmetrie fra le singole mosse e nella conclusione di ogni sequenza. Queste simmetrie sono simultanee nel caso 3) e 4), in cui ogni movimento riecheggia o condiziona il movimento analogo nel campo avverso. A conti fatti, si può osservare che l’intera sezione si conclude con un bilancio di parità: il matrimonio non ha luogo e i vari progetti dei due giovani falliscono come fallisce il progettato rapimento voluto da don Rodrigo. Pertanto si arriva ad una situazione di equilibrio precario e ad un cambiamento di orizzonte su cui si innesta la seconda sezione del romanzo.
Sistema di personaggi
I singoli personaggi possono essere esaminati in funzione delle costanti delle loro azioni e delle loro relazioni reciprocheInfatti, lo scrittore attribuisce a ciascuno di essi delle connotazioni psicologiche, storiche e simboliche che vanno ben oltre le azioni e le reazioni in cui essi sono coinvolti.
Lew mosse dei personaggi sono caratterizzate da violenza, esercitata, violenza subita, complicità, aiuto, ecc. All’interno dui esse troviamo due categorie principali di personaggi: quelli che fanno un torto e quelli che sono costretti a subirlo. Tutti gi otto capitoli si incentrano sul rapporto fra oppressi e oppressori da cui nascono sempre nuove forme di oppressione da un lato e nuovi tentativi di difesa dall’altro. Succede che il ruolo dei personaggi si complichi a seguito del contrasto fra l’essere e l’apparire. Questo è il caso di Renzo che appartiene al gruppo degli oppressi, ma la sua posizione è soggetta ad equivoci ed interpretata anche come un violento sopraffattore, anche se lo scrittore interviene affinché non esistano dubbi in merito.
Fra il mondo dei tiranni e quello delle vittime non esistono possibilità di incontro diretto: non è ammesso che Renzo affronti direttamente don Rodrigo e sarebbe sconveniente che quest’ultimo contattasse direttamente Renzo. Il problema consiste sempre nel cercare un intermediario autorevole. Questo ruolo è ricoperto da don Abbondio e da padre Cristoforo.
Don Abbondio si fa da intermediario fra l’oppressore e gli oppressi, mentre padre Cristoforo è l’intermediario fra gli oppressi e l’oppressore.
Anche il dottor Azzeccagarbugli potrebbe essere visto come intermediario, ma in senso negativo perché riveste il ruolo di complice alla mensa di don Rodrigo. Infine dobbiamo sottolineare che il contrasto fra oppressori e oppressi si ripete anche all’interno del rapporto intermediari e oppressi: per esempio fra don Abbondio e Renzo oppure fra oppressori e intermediari, come per esempio, fra don Rodrigo e don Abbondio, fra don Rodrigo e padre Cristoforo
Se escludiamo l’incontro diretto fra categorie opposte, ci resta soltanto la mediazione che è la funzione più ricorrente. Lo schema descritto sopra si arricchisce di personaggi secondari che, però, spesso ricoprono la funzione di mediatori di secondo grado: Agnese, i bravi, Perpetua, Menico, Tonio, Gervasio, Bettina.