Daniele
Genius
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Concetti Chiave

  • Il destino di Gertrude è segnato dalle sue nobili origini, costretta fin da bambina a vivere in convento per mantenere il patrimonio familiare intatto.
  • Gertrude è un personaggio complesso e dinamico, combattuta tra il desiderio di una vita matrimoniale e l'oppressione del destino imposto dalla famiglia.
  • La sua vita è segnata da un rapporto freddo e autoritario con i genitori, che la spingono verso la vita monastica contro la sua volontà.
  • Nel capitolo 9, Manzoni esplora il malessere interiore di Gertrude, che culmina nella decisione di scrivere una lettera al padre esprimendo il suo disagio.
  • Il racconto di Gertrude è una metafora dell'oppressione, tema centrale ne "I Promessi Sposi", con la protagonista che simboleggia l'oppresso e il padre l'oppressore.

I Promessi Sposi sono un'opera dello scrittore italiano Alessandro Manzoni e ripercorrono le vicende di Renzo e Lucia e del loro travagliato amore.

Indice

  1. Il destino di Suor Gertrude
  2. La separazione a Monza
  3. Il viaggio verso il convento
  4. Il malessere di Gertrude
  5. La vita di Gertrude
  6. L'arrivo a Monza

Il destino di Suor Gertrude

Nel capitolo nove del romanzo storico di Manzoni vengono descritte le vicende di Renzo, Lucia e Agnese, i quali dopo essere arrivati a Monza insieme, devono dividersi.

Renzo è diretto a Milano, Lucia e Agnese invece sono dirette verso il convento di suore, in cui si trova la Monaca di Monza, ovvero Suor Gertrude. In questo capitolo molto importante è la figura di di suor Gertrude, la quale è di nobili origini e che quindi ha un ruolo che conta all'interno del convento di suore in cui si trova. riassunto capitolo 9 dei Promessi SposiViene descritto in modo molto dettagliato il personaggio di Gertrude, la quale era destinata sin dalla tenera infanzia alla vita di clausura. Questa scelta venne fatta da suo padre per mantenere il patrimonio di famiglia tutto nelle mani del primogenito. Viene anche descritto il rapporto tra Gertrude e i suoi genitori freddi e autoritari e come la donna soffra per questo. Lei, inoltre, avrebbe voluto sposarsi e non essere destinata alla vita di clausura.

La separazione a Monza

A Monza dove sono giunti trasportati da un barocciaio i tre si separano: Renzo prosegue solo per Milano. Agnese e Lucia bussano alla porta del convento di suore indicato dal frate a cui li ha presentati padre Cristoforo. Sono presentate non alla badessa ma ad una suora, suor Gertrude, che in convento gode di particolari privilegi, anche perché, figlia di grandi aristocratici, per eredità conserva sul convento dei diritti feudali. E qui il Manzoni si ferma nella presentazione di questa strana suora che già attraverso il primo colloquio con le nostre due donne evidenzia atteggiamenti scontrosi accanto a gesti gentili ed affettuosi. Era figlia di un principe di origine spagnola, stanziatosi a Milano: molto ricco, ma interessato anche, secondo le consuetudini della società, a conservare intatta la proprietà all'erede maschio. in conseguenza della legge non scritta detta del maggiorasco, tutti i beni dovevano passare a questi: per gli altri figli non c'era che il convento, il sacerdozio. Gertrude fin dall'infanzia era stata destinata al convento e vi viene rinchiusa quando è ancora una bambina. Qui tutte le suore collaborano a persuaderla della bontà di una scelta monacale; tutte la servono e la esaltano. Quando torna a casa prima di pronunciare i voti definitivi e manifesta la sua intenzione di non diventare monaca, trova tutto ostile: freddo, anzi gelido ed autoritario il padre; fredda la madre, tutti cospirano a renderle impossibile l'esistenza. Una piccola avventuretta con un paggio gliela presentano come un grave delitto, una macchia, a lavare la quale non giova che il suo assenso a tornare al convento e a farsi suora.

Il viaggio verso il convento

Scesi dalla barca, i tre continuano il loro viaggio su un barroccio che li sta aspettando e, arrivati a Monza, si ristorano in un'osteria. Renzo con molto dolore deve congedarsi da Lucia e da Agnese e proseguire la sua strada fino a Milano. Le due donne, secondo le istruzioni, si presentano al convento dei cappuccini e il padre guardiano, letta la lettera di fra Cristoforo, le accompagna al "Monastero della Signora", una monaca assai potente, che accetta di prendersi cura delle due donne. Licenziato il padre guardiano e Agnese, essa resta a lungo a parlare con Lucia. Gertrude, così si chiama la Signora, non è una suora come tutte le altre; figlia del feudatario del luogo, un principe molto influente che, per non diminuire con una dote il patrimonio familiare, fin dalla nascita della fanciulla aveva deciso che ella divenisse "badessa"; Gertrude era stata educata nel convento di Monza per questo suo destino.

Nella convivenza con altre ragazze destinate al matrimonio, si pentì di aver acconsentito a diventar suora e scrisse ai suoi una lettera, dichiarando di non sentirsi inclinata alla vita religiosa. La lettera non ebbe mai risposta. Un cerchio di ostilità e di silenzio avvolse Gertrude nel mese in cui restò a casa sua prima dell'esame di vocazione; la poverina rivolse allora la sua simpatia ad un paggio: un biglietto intercettato offrì al principe l'occasione di far cadere su di lei una sprezzante condanna che solo l'acquiescenza al disegno paterno poteva mitigare. L'infelice si piegò.

Il malessere di Gertrude

Il brano è tratto da un testo più lungo ovvero il capitolo 9 dei Promessi Sposi nel quale si parla del malessere interiore di Gertrude e della sua decisione, maturata dopo diversi giorni di riflessione, di scrivere una lettera al padre.

Ciò avviene nell' 11 novembre del 1628 nella stanza di Gertrude, il racconto è incentrato sul cattivo rapporto tra Gertrude e la sua "carceriera" nonchè sui sentimenti e risentimenti che prova la prigioniera e nella seconda parte sul malessere interiore di Gertrude e sui suoi contatti quasi esclusivamente verbali con il padre.

Il titolo del brano ci chiarisce il contenuto poichè ci fa presagire da subito a cosa le varie situazioni e soprattutto le varie riflessioni della malcapitata ci portino.

Le sequenze miste, poichè in parte narrative e in parte descrittive, ci delineano i sentimenti di Gertrude e come questi si evolvono di pari passo al corso della storia, c'è l'assenza di parti dialogate e molte sono invece le riflessioni che costeggiano la "carreggiata" della storia e arrivano insieme ad essa all'epilogo di questo episodio rappresentato dalla stesura della lettera.

La protagonista è Gertrude classificabile come un personaggio dinamico poichè presenta un evoluzione dei suoi sentimenti che ci vengono presentati quasi in modo assillante da Manzoni e ne sono esempi i riferimenti delle righe 311-312-316-319-320 che ci presentano una Gertrude in gravi condizioni emotive spesso generati da comportamenti della "carceriera", un' antagonista statico, che non le rende la vita semplice e la umilia ben volentieri nonchè dalle costrizioni che gli impone il padre che rappresenta anch'esso un' antagonista statico.

La cornice di questo avvenimento è la stanza di Gertrude la quale viene descritta sommariamente come un luogo reale e soprattutto chiuso dalla quale la malcapitata non poteva fuggire quasi rappresentasse la vita di Gertrude, un' esistenza costretta a cui lei non aveva scampo.

Il tempo della storia è di 5 giorni e nello scorrere di esso troviamo distortori temporali quali un flashback quando si fa riferimento all'episodio del paggio (r. 316-332) e che rappresenta la lotta di Gertrude contro i suoi risentimenti e un' anticipazione quando ci viene fatta fare conoscenza con la futura vita alla quale dovrà sottostare Gertrude in un convento e che rappresenta la strada che gli era stata assegnata.

Il narratore onniscente, esterno e che racconta in terza persona ci da l'idea dell'ambiente in cui vive Gertrude.

Nel linguaggio medio-alto sono presenti parole del campo semantico della distruzione interiore e del successivo superamento di questa situazione, inoltre, si può osservare una sintassi complessa derivente dalla prevalenza dell'ipotassi sulla paratassi.

Il testo del capitolo 9 dei Promessi Sposi è cosparso di climax ascendenti: batticuore, rimorso, vergogna, terrore (r.297); seri, freddi, minacciosi (r.319); gioia, confusione, pentimento (r.352); entusiasmo, abbattimento, afflizione (r.356) che rappresentano il sentimento angoscioso di Gertrude mentre le numerose metafore: custode d'un segreto pericoloso (r.301), fantasma (r.319), castello (r.326), zuccherino (r.333), uscir dalle unghie di colei (r.340-341), penna fatale (r.355) raccontano in modo nascosto la situazione di Gertrude.

In questo brano si ribadisce il concetto oppressore-oppresso portato avanti da Manzoni in tutto il romanzo attraverso l'esempio di Gertrude che è oppressa appunto dal padre.

I tre fuggitivi (Renzo,Lucia ed Agnese) arrivarono sulla sponda del fiume opposta a Pescarenico e lasciato il barcarolo vennero guidati da un barrocciaio (guidatore di carro) fino a Monza. Arrivarono ad una locanda dove ebbero la possibilità di riposarsi e rifocillarsi. Dopo il pasto Renzo salutò dispiaciuto Lucia ed Agnese.

In seguito il barrocciaio le accompagnò al convento dei cappuccini dove incontrarono il padre guardiano,grande amico di Fra Cristoforo,che pensò di poterle portare al convento di monache per essere ospitate. Il frate chiese per loro la protezione di Gertrude,proveniente da una famiglia nobile. La monaca aveva 25 anni ed una bellezza sfiorita.Gertrude interrogò le due donne e il padre guardiano sulle vicende di Lucia e Don Rodrigo. Alla fine del colloquio accettò di ospitare le due donne.

La vita di Gertrude

Nella famiglia di Gertrude vigeva la regola del maggiorascato e tutti i figli dal secondo in poi seguivano la vita del monastero. Tutta la famiglia inculcò sin dalla nascita nella mentalità di Gertrude la vita monastica.

Venne istruita nel convento di Monza:durante l'infanzia pensò di essere la prediletta e si pavoneggiava con le compagne delle sue origini e del suo futuro come badessa ma dopo l'adolescenza,quando capì che le compagne avrebbero seguito una vita sentimentale diversamente da lei,rifiutò l'investitura e tornata a casa la famiglia scoprì una sua storia d'amore con un paggio e la rinchiusero in camera fino a quando non avesse accettato l'investitura.

L'arrivo a Monza

Il nono capitolo si apre con l’arrivo di Renzo, Lucia e Agnese sull’altra riva dell’Adda. I tre scendono e Renzo tenta di pagare inutilmente il barcaiolo il quale non accetta i soldi in quanto ha compiuto solamente un’opera di carità. Saliti sul barroccio che li attende, Renzo, Agnese e Lucia si dirigono verso Monza. Vi giungono dopo l’alba e trovano ristoro presso un’osteria. Qui, a malincuore, i tre si dividono e Renzo parte per Milano. Le due donne invece sono accompagnate dal barrocciaio che rifiuta ogni ricompensa e giungono al convento dei Cappuccini; il padre guardiano, dopo aver letto la lettera di raccomandazione di padre Cristoforo, decide di presentarle alla Signora, una monaca particolarmente potente. Dopo un breve colloquio fra il padre guardiano e la Signora, madre e figlia sono ammesse alla sua presenza. Assieme ad Agnese e Lucia il padre guardiano, nel parlatorio, avanza la richiesta di aiuto e accenna all’ingiustizia di cui le donne sono vittime. Alla fine la sistemazione delle due donne è decisa: saranno ospitate presso la fattoressa del convento. Dopo il colloquio il narratore apre un’ampia digressione per raccontare brevemente la vita della monaca. Figlia di un principe di origine spagnola, la piccola Gertrude è destinata fin dall’infanzia alla vita monastica. A sei anni viene affidata per l’educazione al monastero di Monza, dove gode di particolari riguardi. In seguito scrive al vicario la supplica per essere ammessa al convento ma, ripensando ai momenti passati della sua vita mondana ricca di feste e onori, ritira la sua richiesta e scrive una lettera al padre proponendo una diversa risoluzione. Non riceve alcuna risposta. Tornata a casa per un certo periodo, si ritrova del tutto isolata e come prigioniera. Qui un paggio sembra trattarla con maggior simpatia e la ragazza gli scrive una lettera. Essa arriva nelle mani del padre, che minaccia un determinato castigo e Gertrude, terrorizzata, gli scrive una richiesta di perdono.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il destino di Suor Gertrude nel romanzo "I Promessi Sposi"?
  2. Suor Gertrude, di nobili origini, è destinata alla vita monastica fin dall'infanzia per mantenere il patrimonio familiare. Nonostante il suo desiderio di sposarsi, è costretta a diventare suora a causa delle pressioni familiari.

  3. Come avviene la separazione tra Renzo, Lucia e Agnese a Monza?
  4. A Monza, Renzo si separa da Lucia e Agnese per proseguire verso Milano, mentre le due donne si dirigono al convento delle suore, dove incontrano Suor Gertrude.

  5. Quali sono i sentimenti e le difficoltà interiori di Gertrude?
  6. Gertrude vive un profondo malessere interiore, causato dal cattivo rapporto con i genitori e dalla costrizione alla vita monastica. I suoi sentimenti evolvono attraverso riflessioni e climax emotivi nel corso della storia.

  7. Qual è il ruolo del padre di Gertrude nella sua vita?
  8. Il padre di Gertrude è un antagonista statico che, attraverso pressioni e costrizioni, obbliga Gertrude a seguire la vita monastica, ignorando i suoi desideri personali.

  9. Come viene descritta la vita di Gertrude nel convento?
  10. Gertrude è educata nel convento di Monza, dove inizialmente si sente privilegiata. Tuttavia, con il tempo, si rende conto della sua condizione di prigionia e delle limitazioni imposte dalla sua famiglia, culminando in un conflitto interiore e una forzata accettazione del suo destino.

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