Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il capitolo esplora il binomio inganno-violenza attraverso il comportamento di Don Abbondio, che usa astuzia e linguaggio per ingannare Renzo.
  • Il divario tra realtà e apparenza emerge con Renzo, che assume un ruolo di astuto e violento per difendersi, riflettendo un'innocenza opposta alle apparenze.
  • Il superamento del desiderio di vendetta di Renzo rappresenta un'evoluzione del personaggio, ispirata dagli insegnamenti cristiani e dalla mediazione di Lucia.
  • I protagonisti oppressi, Renzo e Lucia, si riuniscono, uniti nella consapevolezza dell'offesa subita e nel tentativo di ricostruire la loro "festa interrotta".
  • Il capitolo introduce e confronta le descrizioni di Renzo e Lucia, evidenziando differenze nei ruoli tradizionali di uomo e donna, con Renzo spavaldo e Lucia modesta.

Indice

  1. Le tematiche del capitolo
  2. Binomio inganno-violenza
  3. Divario realtà-apparenza
  4. Desiderio di vendetta superato
  5. I protagonisti oppressi si riuniscono
  6. Confronto fra la descrizione di Renzo e di Lucia
  7. La conclusione

Le tematiche del capitolo

Il capitolo II è incentrato sui seguenti aspetti:
1. Binomio inganno-violenza
2. Divario realtà-apparenza
3. Superamento del desiderio di vendetta
4. Riunione dei protagonisti

Binomio inganno-violenza

Nel primo incontro con Renzo, Don Abbondio mette in atto il suo piano che è fondato sulla capacità di inganno della cultura e della parola. L’unica risorsa che gli si offre è la complicità con la violenza di don Rodrigo: don Abbondio, infatti, non si limita a chinare la testa passivamente davanti ai bravi, ma usa attivamente la ragione, le sue conoscenze ed il linguaggio stesso della Chiesa e della legge, per rafforzare il torto inflitto a Renzo. Pertanto riemerge il tema dell’alleanza fra violenza ed astuzia, preannunciato nel capitolo I, nella descrizione del comportamento dei bravi che attendono don Abbondio accanto al tabernacolo.

Divario realtà-apparenza

Il tema del dissidio fra realtà e apparenza, presente in tutto il romanza, appare per la prima volta nel II capitolo ed acquista un topo particolarmente drammatico negli equivoci di cui Renzo è vittima. Ora è Renzo che con successo, assume il ruolo di personaggio astuto e violento in una scena che, addirittura ci potrebbe far pensare all’incontro con i bravi. Tuttavia il suo atteggiamento è solo uno strumento di difesa, assunto per forza di cose e il gioco delle apparenze allude in modo ironico ad una realtà opposta, cioè a quella dell’innocenza e del torto subito. Dopo i brevi dati biografici che collocano Renzo nella categoria allora comune dei filatori di seta, viene tracciato un ritratto fisico e morale del giovane che conserva un’eco di quello dei bravi. Egli si presenta davanti a curato “con una cert’aria di festa e nello stesso tempo di braveria”. A questo proposito è utile ricordare l’etimologia di “braveria” che significa “spavalderia”, un termine derivato da “bravo”, col significato di “sicuro di sé, coraggioso”, proprio come si sono dimostrati gli sbirri di don Rodrigo.

Desiderio di vendetta superato

Dopo le due scene complementari con don Abbondio, il cammino di Renzo ci porta dal luogo dell’inganno (= la canonica) allo spazio e al motivo dal significato opposto (la casa di Lucia). Parallelamente, si ha un’ evoluzione, almeno provvisoria, del personaggio che dallo spirito di vendetta passa a recuperare la sua vera indole ispirata agli insegnamenti cristiani. Questa vittoria sull’odio è un tema ricorrente nella figura di Renzo ed è da collocare al vertice di tutta la sua avventura. Al raggiungimento di questo valore, egli giunge tramite la mediazione di Lucia, che per il momento non è ancora in scena.

I protagonisti oppressi si riuniscono

Alla fine del capitolo i protagonisti, dopo lo sconvolgimento della consueta quiete di don Abbondio e l’alterazione del comportamento di Renzo, i due protagonisti si ritrovano accomunati nella presa di coscienza dell’offesa subita. D’ora in poi, la loro vicenda si raccoglierà intorno al tentativo di ricostruire “la festa interrotta”. Intorno a loro è presente tutto il paese, nella sua coralità

Confronto fra la descrizione di Renzo e di Lucia

Nel capitolo, compaiono per la prima volta i due protagonisti. Entrambi sono introdotti senza indugi e descritti nei rispettivi abiti da festa con qualche tocco che ci rimanda al carattere e con qualche contrasto appena accennato (Per lucia si parla di “modesta bellezza” e di “placido accoramento”) Entrambi sono prima osservati in movimento, poi l’immagine si ferma e vengono analizzati alcuni aspetti. A questo punto, possiamo notare alcune differenze profonde fra i due ritratti, ricavate dall’immagine tradizionale dei ruoli dell’uomo e della donna: quello di Renzo è definito subito dal lavoro e dall’aria spavalda, mentre quello di Lucia è fatto di grazia e soprattutto di modestia, un termine assai ricorrente

La conclusione

Il capitolo termina con l’immagine delle donne a cui Renzo riferisce che il matrimonio non potrà essere celebrato perché il curato è ammalato. Alcune decidono di andare a verificare di persone, mentre altre se ne vanno e Perpetua, dalla finestra, conferma la notizia che don Abbondio è affetto da una forte febbre. Le donne con Perpetua riportano nell’amara conclusione l’ironia e le caratteristiche della vita di paese e nel contempo, collegano circolarmente il capitolo a personaggi e luoghi delle battute iniziali.

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