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Concetti Chiave

  • Nel capitolo 17 dei Promessi Sposi, Renzo lascia Gorgonzola e si dirige verso l'Adda, vivendo un periodo di tensione e solitudine mentre fugge dalla giustizia milanese.
  • Renzo affronta una notte difficile nei boschi, combattendo paure e ricordi dolorosi, ma trova rifugio in un capanno di paglia vicino al fiume.
  • All'alba, Renzo attraversa l'Adda con l'aiuto di un pescatore e si dirige verso Bergamo, sperando in un nuovo inizio lontano dai suoi problemi passati.
  • A Bergamo, Renzo incontra il cugino Bortolo, che gli offre supporto e prospettive di lavoro in un filatoio, nonostante le difficili condizioni economiche della regione.
  • Renzo si adatta alla vita bergamasca, accettando soprannomi locali e confidando nella Provvidenza e nel suo lavoro per costruire un futuro migliore.

Indice

  1. Renzo's Departure and Concerns
  2. Night Journey and Fears
  3. Crossing the Adda
  4. Arrival in Bergamo
  5. Meeting with Bortolo

Renzo's Departure and Concerns

Il diciassettesimo capitolo vede Renzo uscire ufficialmente di scena, rientrerà poi nel trentaquattresimo capitolo. I personaggi che predominano lo svolgimento delle vicende sono Renzo, Bortolo, il pescatore ed i mendicanti. I luoghi sono l’Adda e in generale tutto il Bergamasco, i temi prevalenti rimangono invariati e il tempo si racchiude dalla sera del 12 alla mattina del 13 novembre 1628.

È circa il tardo pomeriggio e Renzo lascia il paese di Gorgonzola, dirigendosi verso l’Adda: è combattuto tra il desiderio di correre e di non farsi notare, poiché le parole del mercante gli hanno causato molta agitazione.

Il giovane ora sa che quanto successo a Milano ha fatto rumore e che la giustizia abbia davvero l’intenzione di catturarlo. Percorre lo stesso la strada maestra, deciso a svoltare al primo viottolo per non fare brutti incontri, e vuole a tutti i costi raggiungere entro la fine della giornata il fiume. Imbocca allora il primo sentiero sulla sinistra ed inizia a pensare tra sé, non venendo incontro, fortunatamente, a nessuno. Il giovane ripensa alle parole del mercante riguardo lui, e viene subito in rabbia rammentando la falsità ascoltata (il mercante infatti, pronuncia riguardo i propositi del giovane di “voler ammazzare tutti i signori”), anche se ricorda a se stesso di aver solo aiutato Ferrer e il vicario di Provvisione, rischiando oltretutto di esser linciato dalla folla, mentre le lettere che sono in mano della giustizia è solo la lettera consegnatosi da Padre Cristoforo, e ancora in possesso di Renzo, che contiene parole di ambito religioso e che vale, secondo il giovane, molto più del mercante che va in giro a sparlare di fatti non veri.

Night Journey and Fears

Renzo, nel mentre che avanza nel suo cammino, ad un certo punto si arresta: è buio e ha il timore che qualcuno lo stia seguendo, ma la solitudine e la stanchezza iniziano a pesargli e la brezza della notte lo infreddolisce. Quando passa dinanzi ad abitazioni o cascine, intravede solo dei lumicini attraverso le finestre chiuse, e riesce a malapena ad udire il rumore dell’Adda e l’abbaiare dei cani, che si fa sempre più forte avvicinandosi. Potrebbe anche bussare ad una porta per chiedere asilo, ma teme di suscitare domande o, peggio, di mettere in allarme le cascine vicine credendo di essere un ladro, per cui decide di continuare solitario fino al fiume. Il giovane abbandona la zona abitata per addentrarsi in una fitta boscaglia, dove procede tra luoghi selvatici, recitando tra sé e sé le preghiere dei morti per scacciare la paura che gli rincuora. Deve camminare ancora prima di addentrarsi nel vero e proprio bosco, ma già all’inizio percepisce ogni minimo movimento come qualche allarme, quali la sagoma oscura degli alberi che gli sembra spettrale, il che si prende di panico fin quando le gambe non reggono più del tremore. Preso dalla situazione sta per smarrire la strada, ma riesce successivamente a fare appello al suo coraggio, ormai quasi vicino per chiedere ricovero in qualche abitazione, anche in un’osteria. Si ferma e resta in silenzio per qualche attimo al fine di riuscire a sentire un mormorio distinto che ha le somiglianze di uno scroscio d’acqua: capisce subito che si tratta dell’Adda, e, quasi non sentendo più la stanchezza, si convince di essere vicino al fiume.

Crossing the Adda

Dopo pochi attimi raggiunge la riva dell’Adda, con la sua acqua che scorre luccicante: alza lo sguardo e scorge, sulla riva opposta, vari paesini, compresa una macchia bianca che risulta essere la città di Bergamo. Cerca di verificare se ci sia qualche barca nelle vicinanze, o se, almeno, si senta il battito dei remi, ma poiché non riesce a trovare nulla, decide di attendere l’indomani prima di addentrarsi in qualche attività. Il giovane pensa dove sia meglio passare la notte, e, dopo aver escluso l’idea di arrampicarsi su un albero, si rammenta quel capanno di paglia visto poco prima. Una volta arrivato alla struttura, che si trattava di un capanno di paglia e fango usato dai contadini per custodire il raccolto d’estate, ne apre l’uscio e vi si addentra, trovandovi come un’amaca sospesa su cui, però, non si azzarda a salire; piuttosto, nota della poca paglia a terra e decide di stendersi lì per passare le poche ore prima del sorgere del sole.

Renzo si inginocchia ringraziando la Provvidenza di averlo condotto a quel ricovero, recita quindi le preghiere e si stende, coprendosi con della paglia per scampare al freddo, con l’idea di riposare, anche se inizialmente è turbato dai pensieri relativi a tutte le esperienze dei giorni passati, e dei personaggi incontrati, quali anche Lucia e Agnese. Anche ripensando alle persone a lui care prova qualcosa di doloroso, sia per il rammarico di non aver eseguito i saggi consigli del frate, sia per i sentimenti della sua promessa, ma anche per il fatto che la povera Agnese è stata costretta a lasciare la sua casa incerta dell’avvenire. Tra i pensieri angosciosi ed il freddo, Renzo dispera a prender sonno e attende con impazienza l’arrivo del giorno, scandendo il tempo grazie ai rintocchi del campanile di un paese là vicino (probabilmente Trezzo d’Adda).

Quando il campanile batte le cinque del mattino, Renzo decide di alzarsi ed esce dal capanno tutto infreddolito e con le mani intorpidite, controllando ancora una volta che non ci sia nessuno là attorno. Imbocca poi il sentiero intrapreso la sera prima e si dirige al fiume, mentre il cielo promette una giornata alquanto serena e l’alba proietta una luce rossastra all’orizzonte. Percorre allora la strada del giorno prima, ridendo tra sé per il terrore ispiratogli dalle piante che ora gli sembrano innocue mentre la sera prima lo avevano fatto disperarsi. Raggiunge la riva dell’Adda dove è presente un pescatore che si avvicina alla sua sponda con la sua barchetta remando controcorrente, il giovane lo richiama a sé facendogli cenno di approdare, e, dopo che l’uomo ha accostato, Renzo sale dentro il battello, chiedendo di esser traghettato sulla sponda opposta in cambio di una ricompensa. Il pescatore accetta, ed inizia quindi a remare la barca, aiutato anche da Renzo che afferma un secondo remo aiutando a sua volta a fendere le acque, dimostrandosi capace di saper manovrare un’imbarcazione. Il battello procede a zig-zag tra la corrente; quindi, il giovane chiede all’uomo se il paese dall’altra parte è Bergamo: al che l’uomo risponde di sì e aggiunge anche che si tratta della terra di S. Marco. Una volta approdati a destinazione, Renzo consegna al pescatore una berlinga e si allontana, mentre l’uomo intasca la moneta e augura buon viaggio. Il pescatore, inoltre, è solito svolgere un servizio del genere a contrabbandieri e banditi, non tanto per avidità di guadagno, ma quanto per non farsi nemici fra quel genere di individui, non badando della giustizia.

Arrival in Bergamo

Renzo si sofferma per un istante sulla riva, osservando la patria che ha appena lasciato e rallegrandosi del pericolo scampato, nonostante ripensi anche alle persone care lasciate laggiù. Si incammina poi diretto a Bergamo, chiedendo aiuto lungo la strada su come raggiungere il paese del cugino Bortolo, riuscendo ad apprendere di dover ancora percorrere nove miglia. Si mette in marcia e non tarda a rendersi conto che la carestia è, tristemente, presente anche in quei territori; attraversando i notevoli villaggi vede molti accantoni che non solo soliti a svolgere questa mansione, tra cui anche molti contadini che chiedono l’elemosina, per cui avanza la domanda se riuscirà a trovare lavoro a dispetto di tanta penuria. Si consola pensando poi, che il cugino Bortolo è un uomo benestante, per cui non lo abbandonerà, confidando anche nella Provvidenza. Percorre svariate miglia e si rende conto di aver abbastanza fame, e pensa che non sarebbe una bella cosa presentarsi dal cugino chiedendo un pasto, vuota quindi le tasche per costatare il denaro rimanente: non è molto, ma è sufficiente per un pasto frugale, entro perciò in una osteria.

Intanto che si congeda dall’osteria in cui ha appena consumato un pasto, Renzo vede due donne accasciate a terra, un’anziana e l’altra più giovane con un bambino in braccio che tenta inutilmente di allattare, con a fianco un uomo debole e magro. Tutti e tre porgono la mano al fine di riuscire a ricavare qualche soldo, al che il giovane dice che è presente la Provvidenza, mentre che estrae dalla tasca le ultime monete consegnandole nelle mani dell’uomo più vicino, riiniziando il suo cammino. L’opera di carità e il pasto caldo consumato hanno rallegrato il giovane, che anche se si è privato degli ultimi soldi, confida nell’avvenire e nell’aiuto della Provvidenza. Pensa inoltre che la carestia prima o poi finirà, tuttavia, a casa ha ancora un po' di denaro che provvederà a farsi spedire, in più, siccome è abile come lavoratore della seta, troverà lavoro in un filatoio e metterà da parte dei risparmi, con il quale potrà fare in modo che Agnese e Lucia lo raggiungano e poter celebrare finalmente il matrimonio. Sogna allora la loro vita insieme in quei luoghi, dove mostrerà alla promessa sposa il punto in cui ha attraversato l’Adda, per lasciarsi alle spalle il triste passato.

Meeting with Bortolo

Una volta arrivato al paese del cugino, nota un edificio alto con lunghe finestre, che riconosce subito come un filatoio: entra dunque e chiede se si trova lì Bortolo Castagneri, al che un lavoratore gli indica un uomo poco lontano che appella come “signore”. Sentendo l’esclamazione Renzo si rincuora e raggiunge il cugino, che dopo dei saluti iniziali, porta il giovane in una sala appartata e lo rimprovera di averlo raggiunto solo ora, in un momento critico per la produzione della seta. Renzo si giustifica con le circostanze che ha dovuto oltrepassare e il cugino lo rassicura promettendogli di aiutarlo grazie al favore che gode nel padrone del filatoio. Bortolo ricorda dopo, con piacere, Lucia e la povera casetta in cui viveva con Agnese, aggiungendo anche parole di condanna per Don Rodrigo; quindi, domanda al cugino se sia riuscito a pranzare e se gli rimangono un po' di denari. Renzo dice di aver fatto appena colazione e di aver finito gli ultimi soldi, ripromettendosi però di farseli inviare quelli che ha a casa. Il cugino chiede poi al giovane della rivolta avvenuta a Milano e aggiunge che nel Bergamasco le cose vanno diversamente e la città ha comperato del grano proveniente dalla Turchia da un mercante di Venezia, che, nonostante i mille impicci, quali le dazi doganali, il senato veneziano è riuscito a provvedere alle necessità delle popolazioni rurali.

Bortolo chiarisce infine a Renzo che ben presto lo presenterà al padrone del filatoio, descrivendolo come un uomo generoso, e che troverà certamente un impiego, non a caso i Milanesi vengono chiamati dai Bergamaschi col titolo di “baggiani”. Renzo però non accoglie bene la notizia mostrandosi irritato da questa abitudine, ma il cugino gli spiega che la cosa è fondamentale per evitare di venire sempre alle mani, per cui se un Milanese vuol vivere lì si deve rassegnare. E’ anche probabile che in futura questa strana consuetudine sarà di meno ma per il momento le cose restano così ed il giovane si deve abituare. Bortolo lo accompagna poi dal padrone e fortunatamente riuscirà a sistemarlo in modo dignitoso, cosa provvidenziale, anche perché il giovane non potrà di certo fare affidamento sui denari lasciati a casa.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le preoccupazioni di Renzo durante il suo viaggio notturno?
  2. Renzo è preoccupato di essere seguito e teme di essere scoperto, quindi decide di continuare il suo cammino solitario fino al fiume Adda, nonostante la stanchezza e il freddo.

  3. Come riesce Renzo ad attraversare il fiume Adda?
  4. Renzo trova un pescatore che lo aiuta ad attraversare il fiume con una barca, in cambio di una ricompensa, dimostrando anche la sua abilità nel manovrare l'imbarcazione.

  5. Quali difficoltà incontra Renzo al suo arrivo a Bergamo?
  6. Renzo si rende conto della carestia presente anche a Bergamo e si preoccupa di trovare lavoro, ma si consola pensando che il cugino Bortolo, essendo benestante, non lo abbandonerà.

  7. Come si svolge l'incontro tra Renzo e il cugino Bortolo?
  8. Renzo viene accolto dal cugino Bortolo, che lo rimprovera per il ritardo ma promette di aiutarlo a trovare lavoro nel filatoio grazie alla sua influenza con il padrone.

  9. Quali sono le speranze future di Renzo dopo l'incontro con Bortolo?
  10. Renzo spera di trovare lavoro nel filatoio, risparmiare denaro e far venire Agnese e Lucia a Bergamo per poter finalmente sposarsi e iniziare una nuova vita insieme.

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