Indice
Introduzione
La seconda parte del romanzo, che va dal capitolo IX al capitolo XXVII, presenta un’unità interna che questo appunto esamina relativamente allo spazio.Il movimento da un luogo all’altro
Continuando il movimento che caratterizza la prima parte (cap. I-VIII), il cerchio della narrazione si ampia: dal nucleo iniziale del racconto alla vasta società che entra in rapporto coi protagonisti, nel passaggio dal paese alla città, da Pescarenico al convento di Monza, dal palazzotto di don Rodrigo al casello dell’Innominato, dalla misera cena dei contadini alla rivolta popolare contro il rincaro del costo del pane. Partendo dal villaggio, l’orizzonte spazia, infatti, fino a Milano e alla vicenda di Renzo (cfr. vicenda di Renzo nei capitoli XI-XVII) e fino a Monza e al castello dell’Innominato (cfr. vicenda di Lucia, nei capitoli IX-X e XX-XXV).Il villaggio come rifugio
Ad intervalli regolari l’obiettivo torna verso il villaggio, nelle pause fra una vicenda e l’altra, prima delle avventure di Renzo e prima di quelle di Lucia e, nella parte finale della sequenza vi resta fissato a lungo, quando Renzo e Lucia sono ormai in salvo e ancora non si è manifestata la minaccia della peste. Il paese rappresenta, così’, il mondo familiare in cui la narrazione trova il suo degno sfondo prima e dopo tante apertura verso fatti insoliti e tragici. Il paese permette, quindi, ai protagonisti di ritrovare una condizione di equilibrio anche se instabile.Il mondo cittadino
Al villaggio si contrappone il mondo cittadino di Monza e soprattutto quello di Milano in cui, in tempi diversi si vengono a trovare i protagonisti (Renzo, don Rodrigo e soprattutto Lucia). Infatti, Milano è il centro in cui confluiscono e da cui partono i conflitti che caratterizzano la società descritta nel romanzo. Il fatto che Renzo arrivi a Milano gli permette di rendersi conto delle dimensioni storiche dell’ingiustizia che sta subendo.Il tema dello spostamento: tratti comuni di quello di Renzo e di Lucia
Quando si parla di Renzo, il racconto è sempre caratterizzato dal tema della strada, della sete di giustizia e del fraintendimento, come già avvenuto quando egli si reca a Lecco, dal dott. Azzeccagarbugli. Il peso ora maggiore di questi motivi è tradotto nel disegno più complesso dell’itinerario milanese e della fuga,Anche nella vicenda di Lucia si verifica uno spostamento brusco, ma ancora, com’è nel destino del personaggio, da un interno all’altro del convento del castello. Il “versante Lucia”, pur caratterizzato da ambienti diversi e da un movimento mai volontario, segue, tuttavia, un percorso simile a quello di Renzo, con spostamenti analoghi: Renzo lascia Milano e arriva nella zona di Bergamo, Lucia è rapita a Monza, vicino a Milano e viene condotta nel castello dell’Innominato che, come si legge nel capitolo XIX è confinante con il bergamasco. È anche interessante notare che nell’episodio del rapimento di Lucia, la ragazza viene costretta a percorrere un paesaggio analogo a quello attraversato da Renzo in fuga (strade deserte, attraversando boscaglie e campi abbandonati dove crescono le felci e gli arbusti di erica). A questi, si aggiunge il rumore continuo, sempre crescente dell’acqua dell’Adda.
Entrambi i percorsi che i due personaggi seguono sono colmi di solitudine e di angoscia, ma alla fine essi trovano accoglienza: Renzo in casa del cugino Bortolo e Lucia in casa del sarto. La collocazione non è, però, definitiva perché per sfuggire alle indagini, Renzo cambierà ancora dimora e Lucia sarà affidata alle cure di donna Prassede, moglie di don Ferrante, di cui seguirà gli spostamenti per sfuggire alle insidie di don Rodrigo.