Fabrizio Del Dongo
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Indice

  1. Introduzione
  2. Il rapporto oppressori/ oppressi è modificato
  3. Un diverso ruolo degli intermediari
  4. Identità fra oppressori e intermediari
  5. Ruolo particolare del Cardinale
  6. Gli intermediari minori
  7. Un intermediario che si precisa meglio: la Provvidenza

Introduzione

Nella seconda parte del romanzo, che comprende 19 capitoli (dal IX al XXVII), i rapporti fra i personaggi si fanno più complessi rispetto alla parte precedente che comprende i primi otto capitoli.

Il rapporto oppressori/ oppressi è modificato

Il contrasto fra oppressi e oppressori resta, ma l’antagonista di Renzo e Lucia non è più soltanto don Rodrigo che in genere se ne sta nell’ombra e agisce solo indirettamente. Per Renzo, una volta arrivato a Milano, il nemico è l’intero sistema. È la lega degli oppressori di cui don Rodrigo non è altro che un esponente. Per l’Innominato-oppressore, poi, l’antagonista non è soltanto la sua vittima, ma un Dio schierato dalla parte degli oppressi. Diventa difficile indentificare un nemico preciso, e non di rado i personaggi trovano le radici del proprio disagio in se stessi, nelle proprie debolezze o in forze impersonali che possono coincidere con un sistema di cose che, per loro, resta incontrollabile. Per esempio, Gertrude è vittima di se stessa e di consuetudini sociali che paralizzano la volontà dell’individuo. L’Innominato opprime in sé il richiamo della coscienza e arriva alle soglie dell’autodistruzione. Renzo è sopraffatto dall’ubriachezza. La folla soffoca, talora da sé la sua volontà di giustizia. Pur riconoscendo la distinzione fondamentale fra chi provoca e chi subisce l’oppressione, il confine fra le due sfere, a volte è incerto.

Un diverso ruolo degli intermediari

Anche gli intermediari subiscono una variazione: il loro ruolo diventa più articolato e dinamico, rispetto alla prima parte del romanzo. Per esempio, in corrispondenza con la vastità della lega degli antagonisti, mediatrice è la folla, carica di aspetti ambigui, ma fondamentalmente positiva nei suoi confronti: essa lo espone a rischi, ma soprattutto gli impartisce degli insegnamenti e lo salva. Intorno a Lucia si mettono in moto dei personaggi nuovi, spesso legati all’alta società (Gertrude, l’Innominato, il cardinale) e a volte con qualche affinità con gli intermediari presenti nella prima parte. Allontanato padre Cristoforo, a seguito dell’intervento del conte zio, al suo posto vediamo in azione il cardinale Federigo Borromeo, anche lui a contatto con i diversi certi sociali e deciso a sostenere la giustizia senza compromessi. D’altro canto, Gertrude ricorda don Abbondio, per la sua disponibilità a rinunciare alla mediazione positiva facendosi mezzo di oppressione.

Identità fra oppressori e intermediari

L’Innominato, che agli occhi di Lucia è l’antagonista, è anche un intermediario perché un complice di don Rodrigo. I ruoli di Gertrude e dell’Innominato in parte si bilanciano: come la Monaca, anche l’Innominato è oppressore e intermediario nello stesso tempo, però al contrario di lei, abbandona il suo ruolo di complice e diventa difensore degli oppressi.

Ruolo particolare del Cardinale

Da aggiungere che il cardinale non è solo il difensore di Lucia, ma anche l’intermediario fra gi intermediari, ossia il punto di raccordo fra le forze che possono opporsi all’oppressione; infatti, egli agisce sull’Innominato e poi su don Abbondio senza contare che più tardi agirà anche su Gertrude, per sollecitare da essi una funzione positiva.
Egli non affronta direttamente don Rodrigo, che, fra l’altro fugge prima del suo arrivo, ma mette in atto una coalizione con l’obiettivo di opporre resistenza al signorotto.

Gli intermediari minori

Non dobbiamo dimenticare le numerose altre figure di intermediari: il cugino Bortolo, il sarto, il conte zio, il padre provinciale, il barcaiolo, il barocciaio che costellano la vicenda, come già esisteva nella prima parte (Menico, Bettina, fra’ Galdino, il sagrestano campanaro, Gervasio, la famiglia di Tonio, i contadini del villaggio, ecc.…).
Sono tanti personaggi minori, con ruoli decisivi, anche se affidati a brevi comparse, qualche assorbiti nell’anonimato

Un intermediario che si precisa meglio: la Provvidenza

Esiste anche un altro intermediario che ricorre in entrambe le parti del romanzo, non sempre nominato esplicitamente: la Provvidenza, che regge le fila di tutte le mediazioni positive. Nel capitolo VIII, essa appariva attraverso una serie di coincidenze fortunate, ma ora il tema della Provvidenza si arricchisce pian piano. Infatti, Renzo cammina “a guida della Provvidenza”; il dono del pane ai poveri è segno che “là c’è la Provvidenza”; Lucia si affida alla Provvidenza con il suo voto alla Madonna e lo scioglimento del suo dramma dipende solo dalla conversione dell’Innominato. Pertanto, si può affermare che la Provvidenza è la massima alleata degli oppressi e si esprime non come una forza esterna, ma attraverso la coscienza dei personaggi: essa si esprime col fatto che l’intelligenza di Renzo si fa più matura, con la solidarietà con i poveri, nella trasformazione dell’Innominato e nella coerenza di comportamento del Cardinale.

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