Concetti Chiave
- Renzo cerca aiuto legale dal dottor Azzecca-garbugli per affrontare le minacce contro il suo matrimonio.
- Il dottore, fraintendendo la situazione, sospetta inizialmente che Renzo sia il colpevole delle minacce.
- Renzo chiarisce di essere la vittima, ma il dottore rifiuta di aiutarlo dopo aver sentito il nome di don Rodrigo.
- Deluso, Renzo si ritira con i suoi capponi e racconta l'incontro infruttuoso ad Agnese e Lucia.
- Lucia suggerisce di rivolgersi a Fra’ Cristoforo, mentre Renzo esprime scetticismo verso il sistema di giustizia.
Indice
L'incontro con il dottor Azzecca-garbugli
Giunto in paese, Renzo si fa indicare l’abitazione del dottor Azzecca-garbugli. Entrato in cucina, chiede alla serva se si può parlare al signor dottore. La donna, adocchiati i polli portate da Renzo, le afferra, per quanto Renzo si tiri indietro perché vuole che il dottore si renda conto che egli non era venuto con le mani vuote. Il dottore capita giusto nel momento in cui la donna diceva: “Date qui e andate innanzi” e con un “venite, figliuolo”, fece entrare il giovanotto nello studio.
Il malinteso con il dottore
Renzo, in piedi davanti al tavolo ricoperto di carte, con una mano appoggiata sulla parte più alta del cappello, comincia a chiedere se, a minacciare un curato affinché non celebri un matrimonio, ci sia una condanna penale. Il dottore, credendo che la minaccia fosse opera di Renzo dice che si tratta di un caso molto serio contemplato da un centinaio di grida (= provvedimenti legislativi) e comincia a mettere le mani in quel caos di carte messe sul tavolo.
La reazione del dottore
Ne tira fuori una, la spiega e esponendola ben in vista, comincia a leggere. Era una norma del 15 ottobre 1627, emessa da governatore spagnolo di Milano, don Gonzalo Fernandez de Cordova che minacciava di pene terribili i prepotenti, compresi quelli che avessero tentato di impedire un matrimonio. Si tratta proprio della grida che fa il caso di Renzo. Mentre il dottore legge, Renzo gli va dietro con l’occhio molto lentamente cercando di vedere bene quelle sacrosante parole che gli sembrano essergli proprio di aiuto. Il dottore vedendo il nuovo cliente più attento che impaurito si meraviglia e ritenendo che egli sia il colpevole, gli chiede perché si sia fatto tagliare il ciuffo. A questo proposito bisogna premettere che a quel tempo, i bravi e i violenti in genere erano soliti portare un lungo ciuffo con cui poi si coprivano una parte del volto, come una visiera, tutte le volte che incontravano qualcuno o pensavano che fosse necessario nascondersi. Sorpreso, Renzo risponde di non aver mai portato il ciuffo, ma il dottore, nella convinzione che il giovanotto sia il colpevole, lo esorta a dire tutta la verità, dato che l’avvocato deve conoscere le cose come veramente stanno per poi imbrogliarle.
La delusione di Renzo
Quando Renzo capisce in quale equivoco è caduto l’avvocato, quest’ultimo lo interrompe dichiarando che il fatto è proprio tutto al rovescio, che egli non ha minacciato nessuno, ma che il torto lo hanno fatto a lui e che era venuto per ottenere giustizia. Quindi espone dettagliatamente il suo caso e nomina don Rodrigo. Il dottore, nel sentir pronunciare il nome di don Rodrigo, aggrotta le ciglia, aggrinza il naso e storcendo la bocca, dichiara chiaramente di non voler sentire una fandonia simile e che intende lavarsene le mani. Quindi, spinge Renzo verso la porta d’ingresso, chiama la serva e le ordina di restituire a Renzo i quattro capponi.
Il consiglio di Agnese e Lucia
Renzo attonito, ma anche irato, deve riprendersi il tutto e ritornare al paese dove racconta ad Agnese e a Lucia l’esito del colloquio con Azzecca-garbugli. Agnese, stupefatta vuole dimostrare che il suggerimento di rivolgersi ad un avvocato era buono e che forse e Renzo a non aver saputo gestire il colloquio. Invece Lucia è convinta di aver trovato una soluzione migliore, cioè chiedere l’intervento di Fra’ Cristoforo e entrambe consigliano di essere pazienti e prudenti. Ma Renzo, con tono ironico, lascia capire al lettore che in un mondo senza giustizia, l’unica forma di giustizia possibile è la vendetta.
Domande da interrogazione
- Qual è stato l'equivoco tra Renzo e il dottor Azzecca-garbugli?
- Come ha reagito il dottor Azzecca-garbugli quando ha sentito il nome di don Rodrigo?
- Qual è stata la reazione di Renzo dopo l'incontro con il dottore?
- Quale consiglio hanno dato Agnese e Lucia a Renzo dopo l'incontro fallito?
- Qual è l'opinione di Renzo sulla giustizia dopo l'incontro con Azzecca-garbugli?
Renzo è stato frainteso dal dottor Azzecca-garbugli, che ha creduto che fosse lui a minacciare un curato per impedire un matrimonio, mentre in realtà Renzo cercava giustizia per un torto subito.
Il dottor Azzecca-garbugli ha reagito negativamente, aggrottando le ciglia e dichiarando di non voler ascoltare ulteriormente, rifiutando di aiutare Renzo.
Renzo è rimasto deluso e irritato, dovendo riprendersi i capponi e tornare al paese per raccontare l'accaduto ad Agnese e Lucia.
Agnese ha suggerito che forse Renzo non ha gestito bene il colloquio, mentre Lucia ha proposto di chiedere l'intervento di Fra’ Cristoforo, consigliando pazienza e prudenza.
Renzo, con tono ironico, lascia intendere che in un mondo senza giustizia, l'unica forma di giustizia possibile è la vendetta.